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TM EN 300 Factory. Superstock

il 09/08/2013 in Moto

Nel Mondiale Enduro, insieme ad Aigar Leok, è una protagonista indiscussa di una classe - la E3 - che ormai si nutre solo di miscela. E pur restando parente strettissima del modello di serie è una vera ufficiale

TM EN 300 Factory. Superstock
Il Campionato del Mondo di Enduro, l'EWC, come ogni campionato è associato ai volti dei protagonisti che lo animano stagione dopo stagione. Volti che, sempre più spesso, avevamo già associato a un passato fatto di molti più salti, curvoni con appoggi e tracciati ben delimitati. Volti di crossisti.

Dall'Estonia con ardore
Eh già: ormai l'entry list dell'Enduro pullula di ex-crossisti. I motivi sono diversi. Se il Cross è una scarica adrenalinica che, come un fulmine a ciel sereno, colpisce il pilota in un lasso di tempo ristretto, l'Enduro - al contrario - si sviluppa in tempi più lunghi. Carattere e impulsività da una parte, calma ed esperienza dall'altra. L'età, infatti, gioca un ruolo importante: nel Cross si comincia a prendere la strada dei box molto prima rispetto all'Enduro, dove a dominare la scena sono spesso campioni "maturi". Se guardiamo la storia, appena un crossista approda tra fettucciati, sottoboschi e pietraie mostra da subito molta velocità, ma in modo irregolare, con sprazzi di gas qua e là. Soltanto un periodo di rodaggio e l'accumularsi delle prove speciali possono fornire il bagaglio d'esperienza necessario in questa disciplina. Cervantes, Aubert, Meo, Renet, Salvini sono gli esempi più noti, a cui ora si può certamente aggiungere anche quello di Aigar Leok. Il nome non suona certo nuovo, visto il suo passato crossistico - di tutto rispetto - e la presenza del cugino Tanel nell'entry-list del Mondiale Motocross MX1.
Aigar, dopo la sfortunata stagione 2010 che lo ha visto protagonista di un brutto infortunio patito durante gli Internazionali d'Italia, ha deciso di intraprendere per l'anno successivo il cammino dell'Enduro, facendo vedere già dopo poche gare di che pasta fosse fatto: grande velocità e buone doti di guida. Approdato nell'ambiente in sella alla TM, non l'ha mai abbandonata. Ottimo il rapporto con la squadra e, dopo la vittoria in Finlandia nel 2012, questo grande inizio di stagione - vittoria in Argentina nel secondo giorno - ne è la conferma.
Lo sapete, cerchiamo sempre di darvi il massimo e, quando una moto inizia vincere, non possiamo fare a meno di saltarci sopra. Il nostro tester Marco Brioschi - endurista di lungo corso - è carico a molla, visto che le moto pesaresi gli hanno sempre regalato buone sensazioni. In sella la TM EN 300 Factory appare identica alla versione standard, anche se il manubrio è un Reikon 9017 con traversino: la posizione è quella giusta e tutto rimane a portata di mano. Nonostante Aigar superi il metro e ottanta, le pedane sono dove dovrebbero essere, facilitando così gli spostamenti in sella.
Nei tratti medio-lenti il trecentone appare un po' seduto sul posteriore; nonostante questo però, l'intuitività della guida non risulta essere mai compromessa anche se, come tutte le moto pesaresi, richiede dedizione, impegno e un pizzico di malizia... caratteristiche che, da sempre, fanno apprezzare le TM alle manette cattive e, allo stesso tempo, più sensibili.

Che motore!
A livello strutturale la EN 300 si sviluppa su una linea parallela a quella in vendita dai concessionari ma, nonostante questo, è una vera factory e, proprio per questo, di lei si apprezzano la precisione e la messa a punto generale del motore, dei comandi e delle sospensioni.
Il telaio - standard - è sempre stato "croce e delizia" della moto pesarese: se da un lato, infatti, l'intrinseca rigidità ha sempre portato a una guida maschia e un po' dispendiosa in termini di energia, dall'altro il frame pesarese è in grado di regalare una sicurezza estrema quando si viaggia con il gas spalancato. Come dicevamo sopra, l'inserimento in curva è ok, soprattutto per la precisione, anche se va messa in conto una certa decisione nel buttare "dentro" la moto. Sul veloce, invece, questa factory mette in luce una grandissima stabilità. E, considerata la grinta del trecentone, la velocità arriva subito. Si sparano dentro le marce una dopo l'altra con una rapidità imbarazzante: il mono a miscela è un vero mitragliatore, sempre pronto, secco e preciso.
Il comportamento del motore si raccorda alla perfezione a una sella dura e a un monoammortizzatore che affonda poco. La moto ha una reattività esagerata e, negli spostamenti rapidi, risulta un fulmine. La forcella è in linea con il resto del pacchetto: rigida negli impatti più violenti - come pretende un ex-crossista - ma sensibile e scorrevole nella prima parte della sua escursione. Insomma, la Kayaba non teme i sassi, le buche e i canali e il suo comportamento rimane egregio in qualsiasi speciale.
Ma, come accennavamo sopra, il grande protagonista è il motore: è pronto sotto e cattivo agli alti. Tale esuberanza ai bassi regimi porta a guidare sempre con il gas in mano. Insomma, per chi ama stracciare la manopola destra questa è la moto ideale: pronta come una moto da trial ma capace di allungare come una Superbike. Fortunatamente, quando serve, è possibile smussare l'esuberanza del motore grazie alla mappatura "rain", più morbida e rotonda.
Pronti via sulla moto di Aigar si rimane spiazzati da due cose: la corsa, lunga, del freno posteriore e la posizione, alta, della leva del cambio. Ops, quasi ce ne dimenticavamo, Leok ama una prima marcia lunga come quella di una MotoGP. Questione di manetta.
TM EN 300 Factory. Superstock
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