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TM SMR 125. Oltre il limite

il 26/08/2013 in Moto

Sembra una motina per imparare, invece è una bomba che richiede malizia e attenzione: tuona come un temporale estivo, viaggia come una saetta ed è bella come una moto da gara...

TM SMR 125. Oltre il limite
Chiave di contatto, pedivella. Due colpi decisi e dallo scarico esce quella nuvola bianca, inconfondibile, accompagnata da una voce secca, metallica, incazzata come solo le moto da gara sanno fare. La TM SMR 125 è così, estrema in tutto, nella ciclistica, nel motore, nell'impostazione di guida da Motard senza compromessi. Targa, fanali e frecce? Sono lì solo per caso a ricordare che questo 2T si può guidare anche su strada e non solo tra i cordoli di un kartodromo. Ma così, tra auto e guardrail, è un po' sprecata: perché questa TM ha davvero il fuoco dentro e il suo carattere estremo non scende a compromessi.

Relax? No grazie...
Volete passeggiare, andarci al bar, a scuola, in ufficio? Meglio di no... ma anche sì! Perché una volta indossato il casco inizia la qualifica: davanti al garage di casa, sotto la finestra della solita vicina poco comprensiva, la mano destra spara sgasate secche sulla manopola del gas cui si accompagnano scudisciate nell'aria. Melodie d'altri tempi, quando il due tempi andava scaldato così per non imbrattare la candela: qui è più il gusto di farlo, di sentirsi piloti, che reale necessità. Il lavoro fatto dai tecnici TM su questo monocilindrico è notevole ed è frutto dell'esperienza di anni di gare a due ma anche a quattro ruote (TM nei kart è un nome che conta parecchio…).
E questa esperienza, a guardare il risultato finale, si vede in ogni dettaglio: la SMR è ben fatta, ottimamente rifinita in ogni dettaglio e dotata di componentistica di prim'ordine. La forcella non è regolabile ma è firmata Marzocchi mentre il mono è un Sachs completamente personalizzabile. Nomi importanti, come la pinza Brembo all'avantreno (rigorosamente monoblocco) e Nissin al retrotreno, abbinati a dischi wave caratterizzati da un funzionamento più progressivo. Bellissimo il telaio in alluminio, un doppia culla completato superiormente da due travi diagonali che dal cannotto scendono verso il perno del forcellone; stupendo l'impianto di scarico, una vistosa espansione firmata HGS. Più racing di così! Roba da specialisti veri…

Una sola regola, gas spalancato sempre!
Fin dai primi metri, infatti, appare chiaro che la SMR ha un'erogazione tutt'altro che accomodante: in prima marcia occorre quasi sfrizionare per mantenere un numero di giri accettabile e fare quindi una partenza degna di questo nome. E poi occorre attendere che il motore guadagni giri per sentire un bel calcio nel sedere: il mono italiano non ha buchi o vuoti di erogazione, semplicemente ha un range di erogazione condensato in circa duemila giri, margine che ipotizziamo vista l'assenza del contagiri. Quello che non ipotizziamo, invece, è che nella guida questo carattere significa aggredire ogni marcia, spremerla fino a quando non si apre la valvola allo scarico, usare il cambio fino a consumare la suola e il dorso dello stivale sinistro. Meglio se con il busto in avanti per la massima penetrazione aerodinamica, a sfruttare uno per uno tutti i CV sprigionati dal piccolo mono. E poi arrivano le curve. Con la TM non si frena… si stacca come finisse il mondo dieci metri avanti, al limite della derapata, si buttano dentro le marce senza troppe remore - tanto il freno motore non esiste - e poi gas spalancato in uscita. E occhio al cambio! Sbagliare marcia Risultato? Con la TM o si guida davvero oppure occorre imparare in fretta, altrimenti non ci si diverte per niente.

Una moto da sparo nel misto
E qui, divertirsi è d'obbligo. Perché se si cerca un mezzo di trasporto tradizionale… beh, meglio lasciar perdere: la sella è un pezzo di travertino sagomato da abili artigiani, il serbatoio, sottile come un foglio di giornale, quasi scompare tra le gambe e il comfort - vista anche la totale esposizione agli elementi - è da guinness dei primati, inserito nel capitolo dedicato ai "fachiri". E poi ci sono le caratteristiche dinamiche: se ci fossero i pedali potrebbe essere scambiata per una bicicletta tanto è elevata la reattività ai comandi del pilota. Ma non ci sono! Le pedane sono seghettate, segno inequivocabile che ci troviamo di fronte a una moto. Si, una vera moto anche se solo di 125 cc: un mezzo che se trova un misto stretto esalta, disorienta, colpisce per la guida specialistica che regala. Insomma, il limite ciclistico sembra sempre di là da venire: complice il peso contenutissimo, in curva è possibile entrare a velocità folli. Occhio però che le sospensioni sono piuttosto rigide e le sconnessioni le fanno soffrire. Se il fondo è ben levigato, invece, nessun problema: giù la moto, suola della scarpa interna ad accarezzare l'asfalto, pneumatici appoggiati sul limite della spalla. Una vera goduria.
La forcella ben sostenuta aiuta nelle staccate - dove il discone anteriore svolge alla grande il suo lavoro, al pari del disco posteriore, sempre perfettamente dosabile - e il mono copia il fondo senza scomporsi in uscita. Un pacchetto completo. Siete pronti ad accendere la miccia?
TM SMR 125. Oltre il limite
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