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Prova Suzuki RM-X 450E. Bella e possibile

il 10/04/2012 in Moto

Motore fluido e prezzo abbordabile. Merita solo una visita dallo specialista per ottimizzare la forcella

Prova Suzuki RM-X 450E. Bella e possibile
La Suzuki RM-X 450E è arrivata sul mercato due anni fa e da allora non è cambiata, ma è ancora attualissima e va un gran bene. Vanta un prezzo ancora abbordabile con il plus della doppia omologazione Enduro- Motard.
La posizione in sella è caratterizzata da una piega molto ribassata del manubrio che costringe a guidare un po' con i gomiti bassi e senza riuscire a caricare troppo l'avantreno. Ma sulla RM-X si sta un gran bene. Da seduti ha un buon triangolo sella-pedane-manubrio, mentre in piedi dà la sensazione di essere un po' bassina, dato che con le ginocchia si va a stringere il supporto tra l'attacco sella e il convogliatore. Ma considerando il fatto che i nostri due tester sono dei bestioni da un metro e ottantacinque, nella guida in piedi si riesce a essere molto agili.
La forcella parte molto bene, con un buono scorrimento nel tratto iniziale. Poi però si irrigidisce molto, compromettendo l'ottimo feeling iniziale. In ingresso curva e sulle piccole asperità del terreno riesce a copiare bene, ma quando cerchi di caricarla fai molta fatica, visto l'irrigidimento a metà. Proprio per questo sarebbe preferibile uno scorrimento centrale maggiore, e un indurimento solo nella parte finale.
Il mono parte bene e, nonostante sia un filo morbido, s'indurisce al momento giusto copiando tutto ciò che passa sotto le ruote. Per mitigare la difficoltà a caricare l'avantreno, nell'ingresso curva in appoggio ci si deve portare in posizione piuttosto centrale sulla sella, quasi arretrati, e lasciar scorrere la moto facendosi aiutare, in uscita, dalla progressività del motore: questa è la strategia per girare al meglio mantenendo la massima stabilità. In uscita di curva, anche rovesciando la manopola del gas, la moto è ben piantata per terra... basta arretrare sulla sella e il gioco è fatto. Le curve senza appoggio, invece, sono un po' più ostiche – sempre per via della difficoltà a caricare l'anteriore – con la conseguenza di sentirsi scappar via la ruota davanti quando si inizia a fare sul serio. Ottimo, come sulle altre due rivali, l'avviamento: solo un filo più faticoso a caldo quando la moto è in marcia. Il bialbero giallo si conferma un grande motore per fare Enduro. "Agli alti non impressiona tantissimo - racconta il nostro tester Simone Zaffaroni - non ha la velocità estrema che puoi trovare ad esempio sul KTM 450 e che ho riscontrato anche sulla nuova Yamaha WR; però ha una grande progressività ai medi, dove è davvero tondo, e ai bassi". Insomma, un motore che aiuta non poco la percorrenza di curva quando è necessario centellinare il gas, soprattutto con un 450".
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