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Yamaha YZ 450F. Well done!

il 03/09/2013 in Moto

Abbiamo provato la nuova Cross di Iwata sul circuito di Ponte a Egola. E ci è piaciuta parecchio: motore dalla grande potenza ma finalmente facile da gestire - e ciclistica svelta. In vendita a 8.690 euro

Yamaha YZ 450F. Well done!
La rivoluzione c'era già stata qualche anno fa, quando il motore "girato" aveva generato attenzioni e aspettative enormi intorno a quella nuova YZ 450F. Poi qualche anno di stand by, dove i tecnici di Iwata si sono concentrati a limare i difetti di un progetto troppo giovane e ambizioso per essere subito stravolto. Ritocchi che però non sono risultati sufficienti a smorzare il carattere racing del motore, fin troppo aggressivo sin dai bassi regimi, abbinato per di più a una ciclistica nervosetta e reattiva, che non ha mai regalato un feeling immediato nemmeno ai piloti più esperti. Figuriamoci gli amatori della domenica.
Per il 2014 si è deciso di voltare pagina. Anche se a prima vista potrebbe non sembrare (a parte l'aspetto esteriore dettato dalle nuove plastiche), questa moto è tutta nuova. Il progetto tecnico di base è lo stesso e, ovviamente, ruota intorno al mono dalla testa "girata", con aspirazione e corpo farfallato posizionati frontalmente e scarico posteriore. Questa soluzione tecnica, che i più avrebbero preferito perdere - perché imputata delle difficoltà nell'addomesticare la YZ-F - è invece l'unico elemento che non è stato modificato! Il motivo è semplice, a Iwata sono convinti della bontà tecnica, tanto da proporla anche sul 250. Molti, comunque, gli interventi sul motore, voleti a ridurne il peso e gli ingombri (la lubrificazione passa da carter secco a umido) e a smussarne il carattere. Così, filtro aria nuovo, corpo farfallato rivisto insieme alla mappatura della centralina, valvole di aspirazione e di scarico di maggior diametro, pistone dal cielo diverso e camme dai profili modificati che dovrebbero portare anche a una migliore combustione e a un allungamento degli intervalli di revisione. La frizione ha molle più rigide e dischi di diverso materiale, mentre il cambio riceve la terza marcia più corta e un nuovo ingranaggio primario. Ciclisticamente ci troviamo davanti a un telaio nuovo (gemello del 250), più chiuso nella zona del canotto di sterzo e più compatto nella zona delle gambe. Il tutto con una riduzione di peso e un aumento della rigidità. La centralizzazione delle masse, "spinta" dagli uomini Honda sul CRF 450R my 2013, sembra essere diventato il punto fermo per tutti, anche per Yamaha. Si è cercato di raggiungere questo obiettivo sia nelle geometrie vere e proprie di telaio e telaietto (con il riposizionamento del motore) ma anche andando a spostare il serbatoio della benzina in posizione più centrale, sotto la sella, così come l'ECU. Stesso obiettivo anche per la nuova marmitta a sezione conica variabile, che fa il giro davanti al cilindro e non si attorciglia più intorno al mono.

Prova del nove: la pista
Per chi, come me, corre con una YZ 450F, i cambiamenti sono avvertibili da subito. Per prima cosa ci si accorge che tra le gambe e nella zona dei convogliatori la moto è realmente più piccola e, in generale, si ha la netta sensazione di guidare un mezzo meno pesante. Poi, quando l'attenzione si focalizza sul motore, ti colpisce subito che l'inconfondibile sound proveniente dall'aspirazione non si avverta quasi più. E quell'on-off così marcato e fastidioso ogni volta che si accarezzava il gas? Via, sparito come d'incanto: al posto di reazioni brusche da belva indomabile, ora si può contare su una risposta molto più dolce e lineare. Il propulsore ai bassi è più sfruttabile e meno impegnativo e, giocando con il "Power Tuner" - che permette di modificare le mappe della centralina - lo si può addolcire ancora di più: ma senza comunque togliere quella linearità di progressione che il mono di Iwata sembra aver finalmente trovato. Sì, perché nella versione precedente, anche se la si ingrassava sotto per renderla più tranquilla, c'era sempre un momento in cui la potenza arrivava di botto e ti metteva un po' in crisi. Ora sembra che sia proprio cambiata la curva di erogazione, meno spigolosa e con una spinta che ti porta fuori dai canali in modo costante. Questo non significa che la YZ 450F abbia perso i CV, anzi: dai medi in su (ri)mette in mostra quel carattere che i tecnici hanno sapientemente imbrigliato ai bassi, mettendo a disposizione del polso destro quella spinta capace di regalarle un grande allungo e un cambio di marcia al top. La terza marcia leggermente più corta ha da un lato tolto un po' di allungo ma, dall'altro, ti permette ora di appoggiare la quarta anche sottocoppia senza avere il problema di sentirla troppo giù di giri, sfruttando così, anche solo con un filo di gas, un rapporto che prima effettivamente si usava molto poco.

Forcella migliorabile
Anche a livello ciclistico la nuova YZ 450F è migliorata parecchio, soprattutto nell'inserimento in curva e nella percorrenza della stessa. Prima si aveva la sensazione che allargasse l'uscita, che ti portasse un po' fuori, adesso invece risulta più precisa e agile al tempo stesso. Si riesce a scendere nel canale senza esitazioni e non si fatica a farle seguire la traiettoria prescelta. Sul veloce, poi, si avverte una buona stabilità del retrotreno, grazie all'ammortizzatore che lavora bene sia in fase di trazione che in staccata. Non ci ha invece convinto del tutto la forcella, soprattutto sui tratti più veloci - dove tende a sbacchettare - e nelle buche più piccole che si incontrano prima degli ingressi in curva, dove batte un po' sulle braccia. Aprendo il ritorno idraulico la situazione migliora nei punti più lenti, ma non sul veloce, dove probabilmente serve l'intervento opposto. Insomma, è il solito discorso della coperta corta, tiri da una parte e si scopre l'altra… Bello, invece, il comportamento in aria, dove apprezzi il fatto di avere tra le mani una moto leggera e facile con cui disegnare le parabole aeree in tutta sicurezza.
Per il resto, le finiture sono al top come ci si aspetta da Yamaha, con un vestitino attillatissimo e parecchio diverso da tutta la concorrenza, soprattutto dalle "cugine" giapponesi. Solito manubrio Yamaha dalla piega piuttosto rivolta indietro - non proprio il massimo per i più alti - frizione non morbidissima ma dal funzionamento ottimale, cambio preciso negli innesti e vibrazioni alle manopole più contenute (grazie all'adozione - finalmente - di silent-block). Se vi siete già invaghiti della nuova Yamaha YZ 450F e siete in dubbio amletico tra la versione "full white" o la classica blu, mettetevi l'animo in pace: in Italia arriverà soltanto quest'ultima.
Yamaha YZ 450F. Well done!
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