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Brian Bogers: "La chiamata di Fantic e il sorriso ritrovato"

Redazione
dalla Redazione il 02/05/2024 in Motocross
Brian Bogers: "La chiamata di Fantic e il sorriso ritrovato"
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In sella alla Fantic XXF 450 il pilota olandese ha ritrovato il sorriso dopo un periodo complicato che lo aveva portato a considerare addirittura il ritiro dalle corse

Dopo una breve sosta di due settimane, il prossimo weekend il Mondiale Motocross riparte dal Portogallo. Sarà la terra rossa di Águeda ad ospitare il quinto appuntamento stagionale, mentre è solo il terzo GP per il neo acquisto del team Fantic Factory Racing MXGP, Brian Bogers. In sella alla Fantic XXF 450 ha ritrovato il sorriso dopo un periodo complicato che aveva portato il forte pilota olandese, già vincitore di un GP a Lommel, a considerare addirittura il ritiro dalle corse. Ora invece è più motivato che mai, come racconta in questa chiacchierata a cuore aperto.

Brian, è passato giusto un mese da quando è stato annunciato il tuo ritorno nella classe regina del mondiale e sei partito subito con una trasferta italiana bella impegnativa, con i due GP di fila in Sardegna e in Trentino. Adesso che hai avuto due settimane per prepararti e lavorare con più calma, come ti senti? Come hai sfruttato questa breve pausa senza gare?

Penso che adesso sia il momento giusto per allenarsi tanto, anche perché a partire dal Portogallo ci aspetteranno tre gare di fila, poi solo un weekend di pausa e di nuovo tre appuntamenti di fila. Questo significa che non puoi spingere troppo in allenamento tra una gara e l’altra, per cui è importante sfruttare al meglio queste settimane di sosta. E devo dire che mi sento molto bene al momento, il feeling migliora giorno dopo giorno.

Hai avuto anche un po’ di tempo per ripensare a tutto quello che è cambiato in così poco tempo? Dev’essere stato bello vedere il supporto degli appassionati e tutte le reazioni positive al tuo ritorno nel paddock.

Sì, mi ha fatto molto piacere. Poi tutto il feedback positivo all’interno del paddock è stato anche un po’ una conferma per me stesso, mi ha fatto capire che è il posto giusto dove io debba stare – e quest’anno voglio far vedere di che cosa sono capace. È per quello che sto spingendo in allenamento. Mi sento così bene in sella alla moto e mi trovo molto bene con tutte le persone all’interno del team, per cui sono molto fiducioso.

Brian Bogers: "La chiamata di Fantic e il sorriso ritrovato"

In tanti sono rimasti sopresi quando hai svelato che avevi già trovato un “lavoro normale” perché, di colpo, eri rimasto senza sella per il mondiale 2024, per motivi che non dipendevano assolutamente da te. Tra un allenamento e l’altro eri impegnato come intonacatore in cantiere e stavi considerando seriamente la possibilità di chiudere la tua carriera agonistica. Quanto sei stato vicino ad appendere il casco al chiodo? 

Ci sono andato molto vicino, in realtà ne avevo già parlato con la mia compagna ed eravamo d’accordo sul fatto che forse sarebbe stato meglio gettare la spugna e chiuderla qui… Ci abbiamo provato, avevamo fatto di tutto ma arrivati a questo punto, ho iniziato a chiedermi: “Ma perché continuo a farlo? A quale scopo?” Quindi sì, la realtà è che stavo seriamente considerando di appendere il casco al chiodo – ma poi mi ha chiamato Louis [Vosters, Fantic Factory Racing MXGP Team Owner] e mi ha reso molto felice. Mi ricordo ancora quando sono tornata a casa dopo il primo meeting, la mia compagna mi ha visto sorridere e mi ha detto: “Wow, era da troppo tempo che non ti vedevo così felice!” Ed aveva ragione.

Poi comunque si dice sempre che tutto accade per una ragione... Almeno hai avuto più tempo per goderti la tua famiglia con il piccolo Brian. Vedi le cose in maniera diversa dopo aver superato un periodo che ti aveva tolto un po’ quel sorriso?

Sì, sicuramente mi ha fatto capire delle cose. Il mio cuore appartiene al Motocross, però c’è anche Brian junior adesso ed è stato bello passare più tempo con lui durante l’inverno. Quando faccio qualcosa, voglio sempre dare il 100% ma sono un ragazzo fortunato perché mio figlio è forse anche più appassionato di moto di quanto non lo fossi io [sorride]. Quindi adesso che la mia famiglia può di nuovo venire alle gare con me, in realtà ce la godiamo tutti perché lui adora le moto.

Tornando alle gare, avevi seguito i primi appuntamenti del mondiale MXGP da casa? Che impressione ti ha fatto? Il livello è altissimo quest’anno. 

Sì, ho guardato le gare da casa. In realtà si dice già da qualche anno che il livello sia impressionate. Sono d’accordo, il livello è molto, molto alto – e sembra pure incrementare anno dopo anno. Ovviamente, questo rende un ritorno come il mio difficile. D’altra parte, so anche che posso starci lì in mezzo. Ce la posso fare.

L’hai dimostrato a Riola, centrando subito la top 10 al tuo primo GP con Fantic, nell’infero di sabbia. Ad Arco, su un terreno completamente diverso, hai fatto un po’ più fatica ma, tutto sommato, è stato un rientro positivo, forse anche oltre le aspettative considerando il poco tempo che hai avuto per la preparazione?

Sì, sicuramente. Penso che abbia fatto vedere quanto io sia motivato. Non ero al massimo della mia forma fisica a Riola, ma nella mia testa mi ero convinto di poterlo fare. Sono molto motivato, è così che mi sento tutti i giorni. Anche quando mi sto allenando in bici o in palestra ci penso sempre, lo voglio a tutti i costi. Non mi capita mai di pensare che forse dovrei fare meno in allenamento, voglio fare sempre di più.

Hai anche iniziato a lavorare con Kevin Strijbos, il coach del team. Come procede con lui, il tuo compagno di squadra Glenn Coldenhoff e tutto il team Fantic Factory Racing MXGP?

Sta andando molto bene. Non potrei immaginare una situazione migliore di quella in cui mi trovo adesso. Con Kevin e Glenn ma anche tutto il resto team, a partire dai meccanici e Louis, c’è un ottimo feeling e stiamo lavorando in un’atmosfera tranquilla, anche quello è importante. 

Già a Riola avevi sottolineato di aver trovato fin da subito un ottimo feeling anche con la Fantic XXF 450. Cosa ti piace di più della tua nuova moto?

Penso che sia un po’ una combinazione tra telaio, sospensioni e potenza. È un mix che sta funzionando molto bene. Qualche giorno fa mi sono allenato su una pista francese, dal terreno tipicamente duro e anche abbastanza scivoloso, una pista difficile soprattutto per me che sono nato e cresciuto in Olanda. Ma anche su quel tipo di tracciato il feeling era molto buono. È un’ulteriore conferma di quanto sia buona la moto – e si nota molto bene girando. 

La prossima tappa sarà Águeda, un’altra pista abbastanza dura dove però hai ottenuto il tuo primo podio nella classe regina MXGP nel 2022. Cosa possiamo aspettarci dal prossimo weekend?

Dopo l’ultima tappa ad Arco avevo un po’ la sensazione che avrei voluto fare un po’ di più, un quattordicesimo posto non è quello per cui sto lavorando. D’altra parte, non avevo avuto molto tempo per prepararmi. Sono comunque convinto che, se avessi ottenuto una buona partenza, avrei potuto lottare per la top 10. Sarà l’obiettivo per il Portogallo – partire bene e, se dovessi riuscire a partire davanti, credo che io possa starci in mezzo ai top rider. Mi sento bene al momento, quindi perché no.

Guardando anche più avanti, ti sei posto un obiettivo per questa stagione?

Penso che sia ancora possibile entrare nella top 10 di campionato, è quello l’obiettivo della stagione. Ovviamente mi piacerebbe anche far vedere in alcune gare che posso stare davanti.   

Avendo già vinto un GP a Lommel, quella gara deve essere in cima alla tua lista?

Non saprei, come abbiamo appena detto sono già salito sul podio in Portogallo, dove il terreno non è troppo duro ma un po’ a metà; ho fatto podio in Spagna, su quello che si può definire una vera pista “hard pack”; poi ho vinto a Lommel, quindi stiamo parlando di tre piste completamente diverse. Questo per dire che in realtà non me ne importa tanto di un tracciato o di un certo tipo di terreno, vorrei semplicemente dare il meglio sempre. Non voglio concentrarmi su una tappa in particolare, voglio esserci e lottare lì davanti in ogni singola gara. 

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