L'area di Kumamoto, epicentro del sisma che ha sconvolto nello scorso fine settimana il Giappone, sull'isola del Kyushu era considerata fin'ora una zona non a rischio per terremoti di forte intensità. Per questo motivo nell'ultimo decennio aveva attirato nuovi investimenti nel settore industriale, diventando una sorta di "silicon valley" giapponese. Ma da venerdì nella zona si sono succedute due fortissime scosse sismiche, la prima di magnitudo 6.4 e la seconda di 7.3 che hanno provocato 42 morti e migliaia di feriti e di sfollati.
I danni alle infrastrutture industriali sono stati pesanti e hanno colpito, tra gli altri anche la Honda, che a Kumamoto ha il suo più importante sito produttivo e dove vengono assemblate le CRF 250 e 450 e hanno sede il reparto ricerca e sviluppo e si preparano le moto del Team Honda HRC che partecipano al Mondiale Motocross. Honda sarà costretta a tenere chiusa almeno fino a venerdì ogni attività produttiva.