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FMX Freestyle. Ci siamo spinti troppo oltre?
il 01/07/2015 in News
A inizio anno un incidente ha portato via il giovane talento italiano Kevin Ferrari, mentre l'australiano Josh Sheehan ha appena mostrato un incredibile triplo backflip. Lo specialista americano Doug Parsons si interroga sul futuro di una disciplina che ormai richiede non solo talento e preparazione assoluti, ma anche molta voglia di rischiare
Backflip, body varial, bike flip, 360, underflip, rock solid e via dicendo costituiscono il tipico arsenale di "trick" di chi si presenta a una
competizione di Freestyle Motocross oggi. Il livello di follia a cui un appassionato può assistere semplicemente comprando un biglietto per una
tappa dei Red Bull X Fighters o degli X-Games non ha ormai più nessuna parentela a quello che accadeva nei primi tempi dell’FMX e che è via via
stato considerato soft, poi basico e infine nemmeno degno di essere usato come riscaldamento. Ma ci siamo spinti troppo in là? Per capire fino
in fondo cosa è successo, diamo un’occhiata indietro all’origine di tutto. Da dove arriva l’FMX? Si è sviluppato troppo velocemente? Quanti atleti
hanno terminato anzitempo la loro carriera a causa di cadute? E quanti sconfiggono le loro paure convincendosi di avere tutto sotto controllo,
a cominciare dal loro destino?
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