Cerca

Seguici con

News

MXoN 30th Anniversary Ambassador Program. Le interviste a Stefan Everts e Alberto Porta

il 20/07/2016 in News

I contenuti di oggi sono gli interventi del 10 volte Campione del Mondo di Motocross, Stefan Everts e del giornalista televisivo Alberto Porta

MXoN 30th Anniversary Ambassador Program. Le interviste a Stefan Everts e Alberto Porta
“Nazioni”, basta la parola
Se ami il motocross, la madre di tutte le gare non puoi che adorarla. C’è profumo di Olimpiade, con tutte quelle bandiere, quei colori nazionali, quello spirito diverso da un normale appuntamento del mondiale. La prima volta, per il sottoscritto, 30 anni fa, a Maggiora, un ricordo vivissimo ancora oggi. Il grande evento era nell’aria, per una grande opera di promozione da parte degli organizzatori. Le formazioni annunciate facevano subito capire che in quel week-end avremmo visto all’opera tutti i migliori piloti al mondo.
Fu un’emozione incredibile, varcare il cancello di una pista magica da inviato di “Grand Prix”, la storica trasmissione di motori di Italia Uno che quell’anno aveva cominciato a dedicare parecchio spazio al motocross. Ancora più emozionante avvicinare i mostri sacri, i piloti USA, David Bailey, Ricky Johnson e Johhny O’Mara, per scoprire ragazzi semplici e alla mano, felici e un po’ stupiti di ritrovarsi al centro dell’attenzione in un ambiente così “caldo”. Non c’era tifo per quella squadra o per l’altra. Certo, non mancava il sostegno ai nostri, Michele Rinaldi, Corrado Maddii e Massimo Contini, ma l’entusiasmo del pubblico stringeva in un ideale abbraccio tutti i protagonisti di quella gara. Non ce ne rendemmo conto, quel giorno, così presi da un’atmosfera magica. Il “Nazioni” di Maggiora sarebbe diventato uno degli eventi più importanti nella storia di questo meraviglioso sport.
Negli anni seguenti, a Unadilla Valley, negli USA, poi in Francia, Germania, Svezia e Olanda, non avremmo più rivissuto quegli istanti di quello che si può tranquillamente definire “rito collettivo”, con momenti di rara intensità agonistica ed emotiva. La collina del Mottaccio del Balmone non presentava un buco libero, quei 40.000 malati di cross erano lì, forse non si rendevano nemmeno conto di quello che stava succedendo al discesone, al ferro di cavallo, alla scollinata dove “The Little Professor” Bailey piazzava dei salti da urlo che prefiguravano il freestyle.
Che storia, ragazzi, che giornata! Gli americani a fare il loro mestiere, ovvero vincere, ma che bello vedere gli Azzurri a lottare per il podio, a contendere agli inglesi il secondo posto, perché ovviamente il primo non era in discussione. C’era da correre come dei matti lungo la pista per fissare con il cameraman i momenti più intensi, le fasi più interessanti di tre manche una più bella dell’altra. E poi, quell’arrivo in parata di Johnson e Bailey, l’impennata liberatrice di Michele Rinaldi a suggellare il podio azzurro, una pacifica invasione di pista per partecipare alla cerimonia del podio.
Quanti ne abbiamo visti in seguito, quante bandiere a scacchi. Ma il gusto di quel “Nazioni” a Maggiora è rimasto speciale, per tutto quello che una giornata memorabile ha rappresentato per il pubblico che era presente in pista e per lo sport più bello e più duro. E naturalmente per chi scrive queste note, che non mancherà all’appuntamento del trentennale, con un po’ di capelli in meno ma con tutto l’entusiasmo di allora.

Alberto Porta, giornalista



Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.