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Steve Holcombe: ME LI BEVO TUTTI!

il 20/01/2020 in Enduro
Steve Holcombe: ME LI BEVO TUTTI!
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Nel 2019 il terzo titolo EnduroGP gli è sfuggito, ma Steve Holcombe non ha perso la fiducia nei propri mezzi. Anzi: è così convinto di poter vincere che per mettere un po’ di pepe nella sfida ha scelto di correre con una moto tutta nuova: la Beta RR 350 Enduro, ovviamente quattro tempi

Quest’anno metterà la quinta stella sulla casacca, ma per Steve Holcombe il 2019 resterà un anno da dimenticare. Una situazione paradossale per il campione inglese, che dopo un debutto da schiacciasassi con la doppietta al GP di Germania ha subito l’attacco che non si aspettava: quello del virus Epstain-Barr, vero flagello dei piloti di off-road visto che ha compromesso anche la stagione 2019 di Ken Roczen, a un oceano di distanza.

A quel punto l’ultimo campionato di Holcombe è diventato un inferno, con una debolezza costante che lo ha penalizzato fino a luglio; e intanto il connazionale Brad Freeman prendeva il largo. Solo l’infortunio alla clavicola di Freeman ha spinto Steve a stringere i denti e lottare fino alla fine per un titolo che, dentro di sé, aveva dato per perso già a metà aprile. Ma la sfortuna ha continuato ad accanirsi contro Holcombe, con una serie di infortuni che gli hanno fatto perdere più volte l’opportunità di esordire in gara con una Beta 4T, cosa a cui puntava da tempo, e infine quella di correre (sempre su una 4T) la Sei Giorni.

Steve Holcombe: ME LI BEVO TUTTI!

Il 2020 sembra però essere l’anno giusto, quello in cui Steve troverà il suo rivale numero uno sotto la stessa tenda. Ora Freeman è a Caraglio (CN) per migliorare l’affiatamento con la Beta 300 2T e per girare su percorsi già conosciuti. Ma anche Holcombe sta lavorando sulla sua nuova Beta 350 4T, però lo sta facendo al caldo australiano. Per entrambi le sensazioni sono buone, ma sarà solo la prima la gara a darci un primo responso: appuntamento quindi a Passirano (BS) per il primo round di Assoluti d’Italia Enduro.

Steve è un pilota amato da tutti per come sa bilanciare il talento di guida, la meticolosità nella preparazione e l’attitudine solare, aperta e scherzosa. Lo conferma con un sorriso smagliante e l’apertura a parlare di qualunque argomento, senza peli sulla lingua.

Ciao Steve, come riassumeresti la tua stagione 2019?
“Molto bene all’inizio, molto male in mezzo e un po’ meglio alla fine (ride). Ero partito fortissimo con una doppietta, come non avevo mai fatto; ma dopo il primo GP mi sono ammalato, e la mia stagione è più o meno finita lì. Solo a luglio ho superato del tutto il virus e ho potuto iniziare la vera preparazione; ma a quel punto la mia condizione era lontana dall’essere ottimale. Per cui anche se sono riuscito a restare piuttosto costante e vincere la E3, in termini assoluti è andata male”.

Si sono chiesti tutti quanto questo virus, il famigerato Epstein-Barr, abbia influito sulle tue prestazioni. In percentuale come ti sentivi, all’80%?
“No, molto peggio dell’80%! Onestamente, non so come facessi a guidare come guidavo per come mi sentivo. Era terribile: facevo bene il primo giro, il secondo così così, al terzo ero sfinito… e avevo un’altra giornata davanti. Per fortuna l’Enduro non ha l’intensità estrema del Motocross: non dico che puoi guidare in sicurezza, però in parte riesci a controllare le energie che spendi. Ma nelle Speciali molto lunghe – dove ho sempre fatto la differenza negli ultimi minuti – perdevo un sacco di tempo. Ed è stato difficile anche psicologicamente: ho vinto il primo GP, al secondo ho cercato di capire gli effetti del virus su di me e al terzo mi sono trovato a lottare per stare nella top 10. Una bella differenza”.

A inizio stagione 2019 avevamo intervistato Brad e gli avevamo chiesto se pensava che tu fossi battibile. Lui ci aveva detto di sì, e in effetti è quello che è successo… ma non del tutto sul campo, in un certo senso.
“Sì, certo. Posso dirti che c’è stata solo una gara quest’anno in cui tutti eravamo in condizioni ottimali: il primo GP. E nel primo GP ho fatto 1-1. Per cui complimenti a Brad per la sua stagione straordinaria, ma credo che se non fossi stato malato la storia sarebbe stata diversa”.

Noi inglesi siamo abituati a molta pioggia, e questo generalmente produce piloti dal buon livello tecnico. Se riesci a cavartela bene nel fango e nella sabbia, più o meno vai bene dappertutto.

Steve Holcombe
Steve Holcombe: ME LI BEVO TUTTI!

Non sarà che il lavoro pre-stagionale ti aveva indebolito?
“Pensiamo di sì. Negli ultimi anni il mio programma è sempre stato fatto in funzione del primo GP. Magari fai qualche uscita agli Assoluti di Enduro, ma di base ti prepari per il primo GP mondiale, e quando arrivi da due o tre mesi di fila di preparazione così intensa, hai bisogno di lasciare al tuo corpo un po’ di tempo per recuperare. Quest’anno per via del calendario non ci sono riuscito, dal primo GP sono andato direttamente agli Assoluti e il mio corpo era indebolito e mi sono ammalato”.

Te ne eri accorto già durante il GP di Germania?
“No, lì stavo bene. Ma al terzo round degli Internazionali mi sentivo molto male, tornato a casa ho passato una settimana tra il letto e il divano, distrutto. Quando mi è arrivata la diagnosi ero già al GP di Portogallo e ho sottovalutato la cosa: quando ti dicono che hai la mononucleosi pensi che non sia nulla. Invece in Spagna ho capito che la cosa era seria, ed è stato un brutto momento perché ho realizzato che sarei stato fuori dalla corsa per il titolo. I GP di Grecia e Italia li ho corsi per arrivare in fondo”.

Eppure non hai avuto risultati così disastrosi.
“Già, e sono il primo a sorprendermi. Faccio fatica a spiegare quanto male mi sentissi e quanto bene riuscissi a guidare nonostante tutto. Ovviamente l’obiettivo era il titolo EnduroGP, ma tutto sommato poteva andare peggio”.

Sul podio della EnduroGP siete tre inglesi: dopo Brad e te è arrivato Danny McCanney. Come ti spieghi quest’abbondanza di piloti britannici dopo tanti anni di scarsi risultati?
“Sai, se guardi alla storia del Mondiale vedi che più o meno ogni Paese ha il suo momento. Fino a qualche anno fa la Francia dominava con Meo, Nambotin Aubert, Renet; prima ancora c’era stata la Finlandia di Ahola, Salminen, Aro; prima ancora l’Italia. Penso che in questi ultimi anni la Gran Bretagna stia esprimendo dei ragazzi veloci, correvamo insieme già dalle gare giovanili e ci siamo sempre stimolati a vicenda. Io e Brad ci siamo trovati anche all’Europeo, dove ci siamo fatti notare e tutti e due abbiamo avuto la fortuna di incontrare Jarno Boano. Il resto è storia, come si dice”.

Quindi non dipende dal fatto che prima i piloti inglesi correvano altre gare e non venivano al Mondiale.
“No, non direi. Piuttosto, noi inglesi siamo abituati a molta pioggia, e questo generalmente produce piloti dal buon livello tecnico. Se riesci a cavartela bene nel fango e nella sabbia, più o meno vai bene dappertutto. Quello e la mentalità fanno la differenza, perché sappiamo che in Inghilterra non esistono team professionistici di Enduro, per cui sappiamo che per correre ad alto livello dobbiamo trasferirci lontano da casa”.

Chi pensi sarà il tuo avversario principale quest’anno?
“Penso Brad, del resto è il campione in carica. Punto a fare la mia stagione come sempre, poi se riesco a concluderla senza infortuni e senza ammalarmi sarò contento anche se finisco terzo. Soprattutto non voglio mai più vivere una stagione come quella appena finita”.

Ma pensi che Brad abbia alzato l’asticella quest’anno? O hai fatto solo un passo indietro tu?
“La seconda che hai detto (ride). È sempre difficile parlare dei propri avversari e non voglio sembrare sbruffone, ma al massimo Brad mi ha dato 30 secondi, e se non vinci con un minuto o un minuto e 30 di distacco per me non puoi dire di aver dominato. Quello che è successo è che quando io ho fatto un grande passo indietro, lui era il più vicino degli avversari e ne ha approfittato. Ma aspettiamo l’anno prossimo”.

Steve Holcombe: ME LI BEVO TUTTI!

Compagni rivali

È sempre difficile parlare dei propri avversari e non voglio sembrare sbruffone, ma al massimo Brad mi ha dato 30 secondi, e se non vinci con un minuto o un minuto e 30 di distacco per me non puoi dire di aver dominato.

Steve Holcombe

Correrai il 2020 con una 4T. Perché?
“Per molte ragioni, ma principalmente perché è una sfida. Non è Beta che me lo chiede, ma sono 4 anni che corro col 2T e ho vinto 5 titoli. Conosco così bene la moto e me stesso che posso già garantirti che se riesco a prepararmi bene durante l’inverno e non mi infortuno durante la stagione, vinco al 100%. La nostra moto in questo momento è così a posto che non c’è quasi gusto a lavorarci; invece una piattaforma tutta nuova sarebbe più stimolante. Penso che la 350 o la 390 siano ottime, mentre la 430 è fin troppo potente per me che non sono massiccio come Salvini. È un bel fattore di crescita personale. Capisco che un team e un’azienda vogliono sempre vincere, ma continuare a riproporre la stessa ricetta non mi sembra, come dire, un bel modo di apprezzare la vita”.

Pensi che il model year 20 abbia fatto un salto avanti?
“Sì, un gran bel salto: non tanto le 2T quanto le 4T, che sono diventate molto più competitive. Ma me ne ero già reso conto durante la stagione, perché noi del team ufficiale abbiamo sempre qualche novità in anteprima. Questa è una delle ragioni per cui mi piace essere in un team Factory, portare alla vittoria le stesse moto che dopo qualche mese i clienti possono comprare”.

Hai dovuto cambiare stile di guida per adattarti alla 4T?
“Sì e no. Più che altro nell’allenamento, perché il 2T ti porta fuori da ogni situazione. Lo vedi anche nel modo in cui guida ad esempio Brad, sempre al limite e a volte un po’ oltre. Col 4T devi essere più preciso, e ha anche molta più trazione. Il bello sarà  portare anche questa moto al vertice del Mondiale”.

La decisione di montare una forcella KYB arriva da voi piloti o dall’R&D?
“Mah… forse dal marketing. Avranno ascoltato le richieste dei clienti, che volevano un adesivo KYB sulla forcella. Perché per quanto mi riguarda, ho vinto 5 titoli con la ZF che va benissimo. Ma la gente ha le sue idee, si fa influenzare da facebook o instagram. Comunque è giusto che un brand forte si associ ad altri brand forti, e oggi Beta è un brand molto forte”.

Steve Holcombe: ME LI BEVO TUTTI!
Il team Beta festeggia dopo la vittoria del titolo E3 nel 2019
Steve Holcombe: ME LI BEVO TUTTI!

Si sa che sei molto “scientifico” nell’allenamento. Puoi dirci qualcosa di come ti alleni?
“Sì, cerco di non strafare. Quando sei un pilota professionista ti pagano per vincere, non per andare sempre a pieno gas e dare un minuto e mezzo a tutti. Non è necessario. Per cui cerco sempre di mettermi in una posizione fisica sufficientemente buona da sentirmi a posto per stare davanti, senza esagerare”.

Hai un allenatore?
“In passato mi seguiva un amico; ora mi conosco abbastanza bene da capire cosa devo migliorare e come farlo. Ho però un nutrizionista, che aiuta molto”.

E quante uscite a settimana fai?
“È molto variabile. In inverno tre o quattro, in stagione una o due. La media è probabilmente tre a settimana. Ci sono sempre meno posti dove andare a girare, per cui faccio anche molta bici, che è più facile e anche meno costoso”.

Tu sei cresciuto con l’Enduro, ma qualche anno fa il Mondiale era dominato da ex crossisti. Come mai?
“Il Motocross ha sempre fatto prima tutti i passi nel senso della professionalità in termini di organizzazione, allenamento, alimentazione; per cui c’è stato un momento in cui arrivavano questi ragazzi super-preparati, capaci di guidare al limite per più tempo, che vincevano. Ma poi gli altri si sono adeguati. Io non vengo dal Motocross né dai Trials, sono cresciuto soprattutto con gare di Cross Country, ho una tecnica al 100% da endurista e anche se qualcun altro fa meglio di me nei Cross Test o negli Extreme Test, negli Enduro Test riesco a fare la differenza”.

Parlando di Extreme Test: cosa pensi del mondo delle estreme e del WESS?
“Sinceramente non lo capisco. Al WESS hanno il vantaggio di avere Red Bull Media, che significa 50 cameraman a ogni gara anziché 3 come noi. Per cui quando la guardi in video è tutto molto figo, con un sacco di azione e cadute spettacolari. Ma quando vai a seguire dal vero, è tutta un’altra storia. Poi è chiaro che il pubblico generalista vuole vedere il pilota che prova un passaggio impossibile e si capotta… ma quella non è una gara, quella è sopravvivenza. Noi invece andiamo veloci, che magari è più difficile da filmare ma è l’essenza di una gara, da che mondo è mondo. Per cui se si vogliono fare due campionati benissimo, ci sono piloti straordinari in entrambe le discipline; ma non puoi tenere insieme le due cose”.

Pensi che lo scorso anno il Mondiale abbia mostrato qualche segnale incoraggiante?
“Credo che nel 2019 l’EnduroGP abbia fatto un passo nella direzione giusta. Deve solo crescere in termini di numero di team e seguito di pubblico, ma questo è un processo che richiederà tempo, non può succedere da un anno all’altro. E deve anche essere chiaro che l’Enduro non è il Motocross, non è mai stato e non sarà mai così grande. Deve crescere e diventare più professionale, ma senza perdere la sua anima”.

Ecco la risposta del Campione in carica EnduroGP: Bradley Freeman

Abbiamo fatto circolare l’intervista rilasciata qualche mese su XOFFROAD da parte di Steve Holcombe a proposito del Mondiale Enduro 2019: le sue considerazione di una stagione sfortunata passata a combattere più con la propria forma fisica che contro gli avversari. Nonostante tutto ha trionfato nella E3, categoria riservate alle cilindrate più grandi dell’Enduro. Ma ha dovuto gettare bandiera bianca contro il virus Epstain-Barr, meglio conosciuto come mononucleosi, e arrendersi a Bradley Freeman; il Re assoluto dell’Enduro firmato 2019.

Abbiamo avuto modo di raggiungere Brad durante una sessione di test e allenamento pre-stagionali, dove ha potuto dire la sua a proposito del Mondiale Enduro 2019 e rispondere al nuovo compagno di squadra Steve Holcombe, che al momento si trova in Australia per preparare al meglio la nuova stagione agonistica. gliente come quello dell’Australia.

Bradley Freeman in allenamento con la sua nuova Beta 300RR Factory

<div class='descrGalleryText'><p>Abbiamo avuto modo di raggiungere Brad durante una sessione di test e allenamento pre-stagionali, dove ha potuto dire la sua a proposito del Mondiale Enduro 2019 e rispondere al nuovo compagno di squadra Steve Holcombe</p>
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Abbiamo avuto modo di raggiungere Brad durante una sessione di test e allenamento pre-stagionali, dove ha potuto dire la sua a proposito del Mondiale Enduro 2019 e rispondere al nuovo compagno di squadra Steve Holcombe

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