Motocross
La nuova, vecchia vita di Darian Sanayei
Raggiunto il limite di età per la MX2, il giovane americano è tornato in patria dopo aver raccolto meno del previsto nel Mondiale.
Dopo aver assaggiato il Mondiale Motocross in occasione della doppia tappa americana nel 2016, Darian Sanayei ha ricevuto un’offerta e preso una decisione a cui non aveva mai pensato durante gli anni da “Amateur”: trasferirsi a correre in Europa. "Ho fatto un anno, il 2016, nel campionato EMX250 e poi ho corso in MX2 nel 2017, 2018 e 2019". Sempre sul punto di esplodere, Darian non ha in realtà raccolto i risultati sperati, anzi il 2019 è stato per lui l’anno peggiore, con un infortunio al ginocchio e il virus di Epstain-Barr che lo ha perseguitato indebolendolo per tutta la stagione, un po’ come accaduto a Ken Roczen.
Il pilota di Monroe, Washington, ha ora riattraversato l’oceano stabilendosi a Murrieta, in California, dove sta vivendo in queste settimane di lockdown per il coronavirus. “Dopo quattro anni in Europa, ero stanco di stare lontano da casa. Avevo un accordo col team Dixon Racing per correre con la 450 visto che ho compiuto 23 anni, ma dopo un 2019 così brutto non me la sentivo. Dopo la fine della stagione sono tornato in America per correre nell’Arenacross e nel Supercross, e sono qui da allora."
Nelle arene di hockey e basket degli USA teatro dell’Arenacross Sanayei è andato abbastanza bene recuperando fiducia in se stesso. Nel round finale della AMA Kicker Arenacross Series ad Amarillo, a marzo in Texas, Darian ha perso la 250 Pro Main per un battito di ciglia – appena 97 millesimi di secondo - ma si è poi rifatto vincendo la 450 Pro Main. Aveva nel mirino anche la 250SX East, ma un piccolo infortunio e poi la pandemia di coronavirus hanno messo tutto e tutti in attesa.
Dopo aver rinunciato al Mondiale, Sanayei è entusiasta di tornare a correre negli Stati Uniti, dove ha messo insieme un team privato contando sul supporto di Monster Energy e altri sponsor personali. Darian è un pilota tosto, che si allena duramente ed è pronto a competere con chiunque, ovunque e in qualsiasi momento. Un pilota coraggioso e determinato, che non si può mai considerare fuori gioco.
Come va Darian?
"Sto abbastanza bene. Sto solo cercando di tenermi occupato, sai? Sta cominciando a fare caldo."
In California si sono già superati i 30 gradi.
“Sì, oggi ci sono quasi 37 gradi, non si scherza. Sto uscendo in bici e faccio altre attività, ma cerco di andare la mattina presto per evitare la parte più calda della giornata."
Cos'altro hai fatto durante questo blocco?
"Sto cercando di guidare il più possibile. È un po' difficile con questa situazione. Poi, per la moto, non ho tutte le attrezzature e le cose di cui ho bisogno, ma sto cercando di cavarmela con quello che mi ritrovo adesso. Ho avuto un po’ di problemini con la moto, quindi mi sono occupato di ripararli. Sì, sto lavorando a testa bassa per tenermi pronto per quando ricominceranno le corse."
Quindi sei riuscito a uscire con la moto da cross?
"Sì, sono uscito in moto da cross. Provo a fare almeno tre giorni alla settimana e poi faccio anche un sacco di ciclismo su strada."
Immagino che tutti vi alleniate ma senza puntare ancora ad essere al massimo.
“Sì, è così. Penso che per me il problema più grande sia stato l'Epstein-Barr che ho avuto l'anno scorso e poi il dover tornare e correre e tutto il resto. Ho solo bisogno di ritornare in forma, devo rimettere in sesto a pieno il mio corpo per poter essere pronto a correre. Ho bisogno di costruire buone fondamenta. Credo che questa pausa, per me, sia stata decisamente buona. Ovviamente, tutti vogliono correre e anche io, ma sto cercando di guardare gli aspetti positivi e di sfruttare il tempo per cercare di migliorare le cose che mi mancavano quando ero in gara."
Com’è stato tornare a correre in USA?
“Ho fatto la Kicker Arenacross Series e l'ultima gara è stata all'inizio di marzo. Ho vinto l'ultimo round e, per lo meno, ho chiuso in bellezza. Da quel momento avrei solo dovuto allenarmi per il resto dell'East Region Supercross, ma poi tutto si è fermato a causa di questa storia del virus. E poi durante l’Arenacross mi sono infortunato, lussandomi la spalla: quindi ho dovuto fermarmi per alcune settimane di riposo. Ho fatto qualche altra gara e mentre stavo tornando sono andato a fare uno dei round dell'East Region in Texas: ero quasi entrato nella classifica ma poi non ce l'ho fatta. Da lì, sono andato alla LCQ ed ero in una buona posizione ed in qualifica, ma poi io ed un altro pilota ci siamo schiantati durante l'ultimo giro, quindi non sono arrivato in finale. Da lì mi sono allenato e sono arrivato a fare giusto gli ultimi due round di Arenacross, ed ho vinto entrambe le volte. Non molto tempo dopo è arrivato il coronavirus, tutto si è fermato e sono tornato in California.”
Mondiale MXGP, Kicker Arenacross e Monster Energy Supercross nel giro di un anno. Come sono a confronto queste tre discipline e il loro ambiente?
"Molto diverse fra loro. Penso che come pilota, non stia a me fare confronti: io mi concentro semplicemente su quel che sto facendo. Ditemi le regole e io ci metto tutto me stesso per essere il migliore. Ovviamente, oggi ho una buona esperienza nel Mondiale e ora anche un po’ di esperienza in Arenacross, mentre nel Supercross parto da zero. Cerco solo di andare veloce nella disciplina nella quale gareggio."
Lo stile di vita in Europa è stato un problema?
“In Europa era tutto completamente nuovo per me. Mi ha stupito capire come erano i fan e quanta gente ci fosse. Poi mi ci sono abituato a stare lì, ed è stato molto divertente e mi è piaciuto molto. L’Arenacross è l’opposto, perché è tutto più piccolo e meno affollato. Sei comunque su una moto da cross, ma tutto è completamente diverso. Mi sono divertito ed ho trascorso dei bei momenti, mi ci sono abituato e sono riuscito verso a vincere, il che è stato bello. Ora sto solo cercando di focalizzarmi sul Supercross. Anche se non mi sento ancora pronto a correre sotto quei riflettori.”
Hai incrociato le strade col tuo amico Thomas Covington, che dopo un anno in SX è tornato di nuovo al Mondiale. Lo hai lasciato solo!
“Sì… ma non così solo, visto che si è sposato! (ride). Adattarsi al Supercross non è facile. Io sapevo di essere messo male, ma in realtà ero molto più lento di quanto pensassi! Quindi penso che sia questione di esperienza e di tempo prima di trovare quella forma fisica, quel ritmo e quella velocità che messi insieme ti rendono veloce nel Supercross. Sento che una volta raggiunto quell’equilibrio, dovrei avere buone probabilità di far bene.”
Se e quando torneremo a correre, in uno stadio o su una pista AMA o FIM, dove ti concentrerai?
“Al momento è tutto un po’ vago per me. Non ho un molto supporto e sto cercando di entrare a far parte di una buona squadra. Penso che al momento il mio obiettivo principale debba essere il National, perché oramai non c’è tempo per capire il Supercross. Potrei concentrarmi sul Motocross perché so di essere bravo e so che posso fare bene. Voglio ottenere buoni risultati in modo da avere qualcosa per il prossimo anno. Ho diverse idee in testa, ma so per certo che voglio già essere là fuori e correre ogni volta che posso, e dare il meglio di me. Sto cercando di allenarmi e di tenere la testa bassa e lavorare sulle cose su cui ho bisogno di migliorare e se qualche occasione si presenta da qualche parte, spero di riuscire a farlo."
Sicuramente tu non hai paura di dedicare tempo e fare sacrifici.
“No, certo. Voglio dire, ho dovuto spazzare via tutte le mie paure di fallire più di una volta, cambiare la mia mentalità più di una volta. Ma al fondo credo ancora in me stesso ed è per questo che sto andando avanti. Non ho molta esperienza nel supercross, ma credo comunque di essere bravo. Voglio solo far vedere cosa so fare”.
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