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XXXIII Superbowl of Supercross. Intervista ad Aldo Gandolfo
il 11/10/2012 in News
E' stato l'inventore dell'evento genovese. Oggi dice: "Il Superbowl è e sarà sempre Rock"

Altre manifestazioni, altrettanto blasonate, hanno mollato da tempo per i motivi più disparati, ma né la crisi, né le alluvioni più disastrose riescono a cancellare questo evento, che da sempre riscuote l'apprezzamento e il consenso di un grande pubblico.
Ma chi ebbe questa intuizione geniale? Signori, è con grande piacere e onore che Vi facciamo conoscere "Mister Superbowl": Aldo Gandolfo.
1) Chi è oggi Aldo Gandolfo ma, soprattutto, chi era Aldo Gandolfo quando inventò il Superbowl
Oggi ho una società che si occupa di produzioni video e dirigo la comunicazione del Team Gresini. Ieri avevo trent'anni di meno e dopo aver fatto alcune esperienze come giornalista mi sono improvvisato organizzatore e per diversi anni oltre al Superbowl ho organizzato l'Enduro di Messina, diversi Trial Indoor, Il Rally dei Fiori, il Campionato italiano BMX ed anche un'edizione dello Speedway Indoor sempre a Genova.
2) Come nasce il Superbowl di Genova
Dopo un viaggio in vespa Coast to Coast negli Stati Uniti (da Filadelfia a San Francisco) con mia moglie (allora la mia fidanzata) e dopo aver assistito a due Supercross, al rientro in Italia in un incontro con Enzo Cecchi, Responsabile Stampa della Piaggio, è maturata l'idea del Superbowl. Gli uffici Piaggio a quel tempo si trovavano a poche centinaia di metri dal Palasport genovese, la Gilera stava vivendo un momento d'oro nel motocross ed è partito il progetto……..
3) Ricordaci quella prima volta
Ripensandoci è stato un vero azzardo e molta incoscienza perché un progetto del genere avrebbe avuto bisogno di più tempo per essere organizzato e maggior riflessione nel gestirlo ma con l'aiuto degli amici della Piaggio, a fatica, tutto è stato possibile.
4) Quando hai preso coscienza dell'importanza di ciò che avevi creato, in che momento hai percepito "la svolta"
L'edizione in cui abbiamo portato per la prima volta gli americani ed abbiamo ricevuto richieste di biglietti da mezza Europa. E' stato un trionfo sicuramente ed in quel momento c'è stata la svolta.
5) Il ricordo più bello
Il giorno delle prove a porte chiuse quando per la prima volta insieme a pochi amici giornalisti abbiamo assistito al doppio salto di Danny "Magoo" Chandler è stata un'anteprima pazzesca che adesso farebbe solo sorridere.
6) Il ricordo più brutto
Senza dubbio il 1985 quando per colpa di uno sciopero degli autotrasportatori ed il boicottaggio di un'impresa di movimento terra genovese il materiale che arrivò al Palasport era scadentissimo. Non mi perdonerò mai il fatto di non aver preso la decisione di annullare l'evento una settimana prima. L'orgoglio di continuare è stato più forte ma è stato un errore clamoroso che mi è costato in termini economici l'anno successivo.
7) Sono passati ormai oltre trent'anni: riesci a ricordare le tue sensazioni di allora, cosa provavi mentre organizzavi la gara
Erano momenti magici avevo con me un gruppo di lavoro straordinario e le emozioni che provavi all'apertura dei cancelli era incredibile. Genova era presa d'assalto da ragazzi che arrivavano dalla lontana Sicilia e da tutta Europa facendo viaggi impossibili.
8) Con chi hai maggiormente condiviso quei momenti
Una persona su tutte mia moglie. Daniela era straordinaria perché aveva sempre la situazione sotto controllo e con grande piglio affrontava le situazioni più delicate che io caratterialmente non ero in grado di gestire. Poi alcuni amici fantastici come Franco Peirano impassibile e determinato nel gestire i rapporti con la Commissione di Vigilanza rigida ed inflessibile, l'allora giovanissimo (anche lui) Carlo Pernat a quel tempo nell'ufficio stampa Piaggio, Francesco Rapisarda ufficio stampa del Superbowl ed oggi responsabile comunicazione Ducati, The voice (Giovanni Di Pillo) per il quale il Superbowl è stato il trampolino di lancio. Ma uno su tutti rimarrà nel mio cuore, Alfredo Provenzali scomparso recentemente, per decenni la voce radiofonica del calcio italiano, che si era affezionato al Superbowl ed è stato immancabilmente presente a tutte le edizioni.
9) Perché hai lasciato
La controversa edizione del 1985 aveva lasciato il segno e come spesso capita nella vita ci sono sempre persone pronte a cavalcare il momento di difficoltà che incontrano altri e con cinismo approfittano della situazione. Per alcuni anni ho sofferto quel momento ma oggi sono orgoglioso del fatto che quando incontro persone, giornalisti affermati, imprenditori che scoprono che il Superbowl è nato da una mia idea, indistintamente ripetono la solita frase "ero un ragazzino quando con il treno venivo a Genova a vedere il Superbowl. Fantastico! Un evento grandioso, è stato un passaggio importante della mia vita."
10) Come vedi oggi il Superbowl rispetto ai tuoi tempi
Sono felice che ci sia stata una continuità dopo una breve interruzione e non nascondo che spesso nel sogno rivivo la più straordinaria esperienza della mia vita. E' sempre un evento di grande richiamo e può trasmettere ai giovani l'entusiasmo di un tempo. Io amo il Rock ed il Rock ti fa sentire sempre giovane. Il Superbowl è e sarà sempre Rock.
Ma chi ebbe questa intuizione geniale? Signori, è con grande piacere e onore che Vi facciamo conoscere "Mister Superbowl": Aldo Gandolfo.
1) Chi è oggi Aldo Gandolfo ma, soprattutto, chi era Aldo Gandolfo quando inventò il Superbowl
Oggi ho una società che si occupa di produzioni video e dirigo la comunicazione del Team Gresini. Ieri avevo trent'anni di meno e dopo aver fatto alcune esperienze come giornalista mi sono improvvisato organizzatore e per diversi anni oltre al Superbowl ho organizzato l'Enduro di Messina, diversi Trial Indoor, Il Rally dei Fiori, il Campionato italiano BMX ed anche un'edizione dello Speedway Indoor sempre a Genova.
2) Come nasce il Superbowl di Genova
Dopo un viaggio in vespa Coast to Coast negli Stati Uniti (da Filadelfia a San Francisco) con mia moglie (allora la mia fidanzata) e dopo aver assistito a due Supercross, al rientro in Italia in un incontro con Enzo Cecchi, Responsabile Stampa della Piaggio, è maturata l'idea del Superbowl. Gli uffici Piaggio a quel tempo si trovavano a poche centinaia di metri dal Palasport genovese, la Gilera stava vivendo un momento d'oro nel motocross ed è partito il progetto……..
3) Ricordaci quella prima volta
Ripensandoci è stato un vero azzardo e molta incoscienza perché un progetto del genere avrebbe avuto bisogno di più tempo per essere organizzato e maggior riflessione nel gestirlo ma con l'aiuto degli amici della Piaggio, a fatica, tutto è stato possibile.
4) Quando hai preso coscienza dell'importanza di ciò che avevi creato, in che momento hai percepito "la svolta"
L'edizione in cui abbiamo portato per la prima volta gli americani ed abbiamo ricevuto richieste di biglietti da mezza Europa. E' stato un trionfo sicuramente ed in quel momento c'è stata la svolta.
5) Il ricordo più bello
Il giorno delle prove a porte chiuse quando per la prima volta insieme a pochi amici giornalisti abbiamo assistito al doppio salto di Danny "Magoo" Chandler è stata un'anteprima pazzesca che adesso farebbe solo sorridere.
6) Il ricordo più brutto
Senza dubbio il 1985 quando per colpa di uno sciopero degli autotrasportatori ed il boicottaggio di un'impresa di movimento terra genovese il materiale che arrivò al Palasport era scadentissimo. Non mi perdonerò mai il fatto di non aver preso la decisione di annullare l'evento una settimana prima. L'orgoglio di continuare è stato più forte ma è stato un errore clamoroso che mi è costato in termini economici l'anno successivo.
7) Sono passati ormai oltre trent'anni: riesci a ricordare le tue sensazioni di allora, cosa provavi mentre organizzavi la gara
Erano momenti magici avevo con me un gruppo di lavoro straordinario e le emozioni che provavi all'apertura dei cancelli era incredibile. Genova era presa d'assalto da ragazzi che arrivavano dalla lontana Sicilia e da tutta Europa facendo viaggi impossibili.
8) Con chi hai maggiormente condiviso quei momenti
Una persona su tutte mia moglie. Daniela era straordinaria perché aveva sempre la situazione sotto controllo e con grande piglio affrontava le situazioni più delicate che io caratterialmente non ero in grado di gestire. Poi alcuni amici fantastici come Franco Peirano impassibile e determinato nel gestire i rapporti con la Commissione di Vigilanza rigida ed inflessibile, l'allora giovanissimo (anche lui) Carlo Pernat a quel tempo nell'ufficio stampa Piaggio, Francesco Rapisarda ufficio stampa del Superbowl ed oggi responsabile comunicazione Ducati, The voice (Giovanni Di Pillo) per il quale il Superbowl è stato il trampolino di lancio. Ma uno su tutti rimarrà nel mio cuore, Alfredo Provenzali scomparso recentemente, per decenni la voce radiofonica del calcio italiano, che si era affezionato al Superbowl ed è stato immancabilmente presente a tutte le edizioni.
9) Perché hai lasciato
La controversa edizione del 1985 aveva lasciato il segno e come spesso capita nella vita ci sono sempre persone pronte a cavalcare il momento di difficoltà che incontrano altri e con cinismo approfittano della situazione. Per alcuni anni ho sofferto quel momento ma oggi sono orgoglioso del fatto che quando incontro persone, giornalisti affermati, imprenditori che scoprono che il Superbowl è nato da una mia idea, indistintamente ripetono la solita frase "ero un ragazzino quando con il treno venivo a Genova a vedere il Superbowl. Fantastico! Un evento grandioso, è stato un passaggio importante della mia vita."
10) Come vedi oggi il Superbowl rispetto ai tuoi tempi
Sono felice che ci sia stata una continuità dopo una breve interruzione e non nascondo che spesso nel sogno rivivo la più straordinaria esperienza della mia vita. E' sempre un evento di grande richiamo e può trasmettere ai giovani l'entusiasmo di un tempo. Io amo il Rock ed il Rock ti fa sentire sempre giovane. Il Superbowl è e sarà sempre Rock.
XXXIII Superbowl of Supercross. Intervista ad Aldo Gandolfo
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