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Travis Pastrana interview. Alias Mr. Freestyle

il 05/07/2013 in News

E' lui che ha trasformato la disciplina ed è lui che ha introdotto il 90% delle idee per nuovi trick. Ora lavora alla prossima rivoluzione. E nel tempo libero si diverte così...

Travis Pastrana interview. Alias Mr. Freestyle
Dieci anni fa, il Freestyle non esisteva. Non c'erano scuole, non c'erano piste, non c'erano suggerimenti. C'era solo la passione e la voglia di tricks di qualche crossista temerario, come Edgar Torronteras o Travis Pastrana. Ecco, c'era Travis Pastrana. Un ragazzino appena maggiorenne che aveva già vinto il National classe 125 (nel 2000) e il campionato SX 125 East coast (nel 2001), vestendo per di più la maglia a stelle e strisce nel Nazioni. Quando passò in 250 nel 2002, sempre fedele alla sua Suzuki, tutti lo aspettavano. Era un fulmine sulle whoops, incredibile nelle combinazioni aeree e dotato di un'eleganza naturale che lasciava a bocca aperta. Ma Travis quell'anno non combinò molto, perché ormai era più concentrato sulla sua ossessione: essere il primo a realizzare un backflip in moto (riuscirà a farlo, ma per secondo). Aveva già vinto tre medaglie d'oro consecutive alle prime tre edizioni degli X-Games e cominciato a correre e vincere anche in altre categorie: con le auto da rally. Così nel 2003, a soli 19 anni, Travis decide di lasciare il Motocross e di concentrarsi sul resto: il Freestyle (vincerà altre 5 medaglie d'oro agli X-Games) e sui Rally, cove con la Subaru vincerà quattro titoli nordamericani. Nel 2011 si dedica al NASCAR, a quanto pare la passione di tutti gli ex crossisti americani a partire da Ricky Carmichael. Ma vi pare che uno come Travis possa accontentarsi di correre? Macché: lui ha bisogno di saltare e far numeri, con qualunque cosa gli capiti a tiro. Così mette su uno spettacolo itinerante, con il nome abbastanza esplicito di Nitro Circus, che viene trasmesso da MTV e ora è diventato un film con tanto di 3D, che ci dà l'occasione per fare quattro chiacchiere con lui.

Grande Travis. Sai, qui Nitro Circus si è visto poco e ci aspettavamo una cosa diversa, molto tecnica. Invece è soprattutto divertente. Voglio dire: divertente da guardare…
Sì, sai, per noi Nitro Circus è cominciato un po' con l'idea di far vedere quello che succedeva a casa mia, dove ho sempre invitato gente del Motocross, BMX, Wakeboard, le idee e le azioni più belle. Poi per fare il programma TV e il film abbiamo dovuto scegliere solo le persone più adatte. Dato che noi ci sentiamo ancora prima di tutto dei piloti, degli atleti, cerchiamo di divertirci senza dimenticare le nostre radici, e di fare numeri con le moto e con le bici. Però ci siamo anche resi conto che la gente, soprattutto qui in America, vuole vedere i "Big Wheels" e gli scivoli, perché capisce meglio la difficoltà. Se insisti troppo con le moto, si perdono. Ma comunque vedi che la scena iniziale raccoglie alcuni dei nostri migliori numeri con le moto (e con i trucks). Solo, la abbiamo fatta in modo che sembrasse un po' la pattuglia acrobatica, o il gioco Angry Birds, e alla fine è divertente per tutti.

A proposito della scena iniziale, ogni pilota serio in America ha il suo backyard, il suo parchetto dove esercitarsi… quello che si vede è il tuo?
Oh, no. Il mio ha troppi alberi! Quella è una pista del Nevada che ha aperto per noi, era perfetta per girarci gli effetti 3D. E infatti mi pare abbia funzionato bene, giusto?

Nel film fate molto gli scemi. Dipende dal fatto che i vostri produttori sono quelli della serie Jackass? Come siete finiti a lavorare con loro?
Beh, all'inizio abbiamo cominciato facendo e filmando sport d'azione. Poi siamo stati contattati da alcune TV tematiche e a un certo punto mi ha chiamato Johnny Knoxville, che doveva fare un tributo a Evel Knievel (il famoso stuntman americano degli anni Settanta che ha anche il record delle ossa rotte in carriera: 35, ndr). Quando Johnny ha visto quello che facevamo in moto, ha detto "Ehi, dobbiamo farlo vedere in TV!", e ha prodotto il Nitro Circus Show per MTV, per le prime due stagioni. Poi siamo andati avanti da soli, abbiamo fatto cose diverse.

Qual è la più grande differenza tra gli stuntman dell'epoca di Evel Knievel e voi?
Lui era un autodidatta, noi di solito arriviamo da uno sport. Anzi da un sacco di sport diversi ed esperienze diverse. Io ormai non faccio più Motocross, ma corro con le auto da Rally e da NASCAR. Jolene Van Vugt normalmente corre nel Cross, ma ha fatto anche la controfigura come Catwoman. Cerchiamo di diversificare, di capire meglio come funziona il divertimento per la gente, e girando per il mondo impariamo un sacco di cose nuove.

Nonostante sia una disciplina giovane, il Freestyle ha un grosso successo. Quando hai cominciato alla fine degli anni Novanta ti aspettavi che esplodesse in questo modo?
Sai, quando è arrivato il Freestyle io correvo nel Cross, e mi ricordo che ho pensato "Oh, questi stupidi non andranno mai da nessuna parte." Invece poi sono arrivati gli X-Games, gli X-Fighters, e anche il Nitro Circus Live Tour e hanno fatto il tutto esaurito. Forse in Europa non è ancora così popolare, ma nel resto del mondo gli sport d'azione - il FMX, la BMX, lo skate - tra i ragazzini sono anche più popolari del calcio, del basket, degli sport più popolari che possono venirti in mente. E credo che per la prossima generazione gli sport d'azione saranno gli sport principali.

Ormai sei uno dei pochi in attività ad avere esperienze sia nel Cross che nel Freestyle. Credi che in generale "andare veloce" stia passando di moda rispetto a "fare numeri"?
Beh, vedi che anche alle Olimpiadi è arrivata la BMX Freestyle e ha spopolato. In Europa per ora tra il Cross e il Freestyle non c'è gara, la velocità la fa ancora da padrona: ma da noi in America sono quasi sullo stesso livello. Se guardiamo alle auto, la cosa più popolare che trovi adesso da noi sono i video delle gimkane di Ken Block, che di fondo è freestyle su quattro ruote. Credo che ci sia più mercato per questo tipo di spettacolo perché la gente vuole vedere come si può oltrepassare il limite, ma le corse non moriranno mai. Io adoro correre. Sono un fan sia delle corse che del freestyle, ma onestamente è vero che il freestyle sta sottraendo un po' di popolarità alle corse.

Ci sarà ancora spazio per passare dall'uno all'altro come hai fatto tu? Non è che i ragazzini che vediamo partire dal FMX siano molto a loro agio in pista…
Lo so, sembra uno scherzo ma anche noi vediamo questi ragazzini che fanno numeri incredibili e allo stesso tempo non sanno curvare, quasi non sanno nemmeno stare in sella! Ma il Freestyle cambierà: per ora è tutta una faccenda di rampe e salti, ma presto arriveranno le half pipe e altre prove tecniche che renderanno più completi i piloti di FMX. Sai, quando è arrivato il backflip, ha scavato il solco tra chi era un pilota e chi era un freestyler. Io ho cominciato con il freestyle prima del backflip e sono stato fra i primi a farlo, ma allo stesso tempo ho conservato sia la mentalità del pilota, a cui interessa solo vincere, che quella del freestyler, orientata a trovare sempre qualcosa di nuovo. So però che sono molto diverse, e non è facile farle convivere.

Quindi non vedremo più ex crossisti a fare le figure?
Beh, non conosco molta gente con una mentalità tale da poter passare da una disciplina all'altra, in effetti. Qualcuno c'è, ma il freestyler è uno che vuole stare con gli amici, divertirsi tutto il tempo, non importa come: moto, skateboard, bici… Il pilota, invece, prende il suo migliore amico e va a girare e se ne frega di tutto il resto, concentrandosi su come arrivare a quella maledetta prima posizione. È difficile pensare di vederli correre insieme. Il pilota vuole stare più basso possibile, più attaccato a terra possibile e andare veloce. Al freestyler la velocità non importa, conta stare lassù più tempo possibile.

Come vedi il future del Freestyle? L'evoluzione dei tricks è stata così rapida che ci si chiede se non arriveremo a una difficoltà limite.
Adesso stiamo vedendo quelli che probabilmente resteranno i più grandi salti mortali nel Freestyle. I tricks si stanno evolvendo, ma sembrano sempre gli stessi. Ma con gli organizzatori dell'X-Fighters sto lavorando su alcune innovazioni che cambieranno completamente la faccia di questo sport. Quando arriveranno - e non sarà fra molto - il Freestyle sarà un'altra cosa. Adesso in sostanza ci sono questi tricks che devi fare alla perfezione non solo se vuoi vincere, ma anche se vuoi restare vivo… Io vorrei che questo sport andasse nella direzione della BMX, dove puoi fare cose molto tecniche, molto difficili e far vedere quanto sei bravo senza rischiare la vita.

Quanto può durare la carriera di un freestyler?
Beh, io ho fatto la prima gara nel 1998 e adesso comincio forse a essere in fase declinante. Ma direi che puoi essere già a un buon livello a 15 anni e restare in forma fino a 35, 40. Direi che la carriera può durare in media una quindicina d'anni.

Hai 29 anni e hai cominciato a 19. Come ti vedi fra dieci anni?
Domanda difficile! Spero che il Nitro Circus continui a crescere, che attiri sempre più persone. Apriremo una struttura dove la gente, non importa se principianti o esperti o magri o grassi, possa venire a imparare, a migliorarsi, a fare cose sempre più difficili divertendosi e senza rischiare. Quanto a me, spero di continuare a correre in auto per i prossimi dieci anni e diventare campione Nascar, poi magari avere una famiglia, dei figli… e comunque dedicarmi al Nitro Circus.

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