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Supercross e Motocross: perché tanti infortuni? Il parere di Stefano Dami

Redazione
dalla Redazione il 26/05/2023 in News
Supercross e Motocross: perché tanti infortuni? Il parere di Stefano Dami
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La stagione 2023 rischia di essere ricordata più per la lista dei piloti infortunati che per i risultati in pista. Analizziamo quali possono essere le cause e i possibili rimedi

La stagione 2023 verrà per ora ricordata, oltre alle grandi battaglie in pista, anche per la lista dei piloti infortunati che hanno decimato in primis le entry list del Supercross USA, e che ora stanno cominciando a colpire anche il mondiale Motocross.

Tanti infortuni ma non un unico denominatore comune, nel senso che le dinamiche che hanno portato a questi infortuni sono le più disparate. Dalla classica caduta dovuta ad un errore del pilota, come quella di Craig in USA che ha perso il controllo della moto sulle whoops o quella di Gajser ad Arco che ha perso il controllo della sua CRF450 sulla rampa del lungo triplo, all'errore che ha portato all'infortunio senza neppure cadere di Tomac (che si rompe il tendine d'achille a causa di un'iperestensione della caviglia) e di Renaux (che si frattura un piede girandoselo dentro un canale profondo). Per arrivare al classico episodio sfortunato, come Webb che scivola in maniera innocua in curva ma viene centrato da chi lo segue, o Forkner che si aggancia sul rettilineo di partenza a pochi metri dal cancello e butta via un'intera stagione SX dopo pochi secondi.

Difficile trovare cause quando le modalità sono così molteplici, ma sicuramente ci sono stati aspetti che hanno in parte favorito le possibilità di farsi male. In primis il livello altissimo raggiunto dai protagonisti dei vari campionati. Per stare la davanti bisogna sempre spingere al massimo, basta guardare le immagini GoPro registrate durante le prime fasi di gara dove il guadagnarsi una buona posizione fin dai primi metri è un requisito fondamentale per tutti. Ed in queste fasi le probabilità di un contatto o il rischio di spingersi oltre il limite, anche più del dovuto, chiaramente aumentano. Inoltre per correre su certi ritmi è necessario farlo anche in allenamento, perchè diventa difficile farlo solo in gara se non è normalmente il tuo passo, ed ecco che anche la fase di training diventa pericolosa, e molti si sono infortunati proprio durante la settimana, come Malcolm Stewart o Musquin.

Supercross e Motocross: perché tanti infortuni? Il parere di Stefano Dami

Poi ci sono le moto, sempre più sfruttabili e performanti, se le paragoniamo ai vecchi 500 2T. Moto più facili da portare al limite, che permettono a questi super atleti (non a tutti chiaramente ma solo a loro...) di guidarle per 35 minuti di gara quasi sempre a gas spalancato. Ma che vanno ancora più forte delle vecchie 250 a 2 tempi, quella che fino agli inizi del nuovo millennio era diventata la classe regina del motocross. Motori a 4 tempi che per caratteristiche intrinseche di trazione e di erogazione scavano molto di più, rovinano le piste in maniera differente.

E poi ci sono le piste, probabilmente il fattore che più è stato messo alla gogna in questi anni se parliamo di nesso di causalità con gli infortuni. In USA, nel supercross, non viene di certo usata la fresa. Li le piste si scavano o causa delle condizioni meteo dei giorni precedenti se gli stadi sono all'aperto, o a causa dei terreni utilizzati, a volte molto pongosi che con il passaggio dei piloti chiaramente si solcano. Spesso le immagini a fine gara fanno vedere tracciati completamente devastati, con whoops che sembrano dei campi di mine e con rampe di doppi e tripli dove serve un mirino per centrare il canale scelto, nonostante siano totalmente ripristinate prima dell'inizio delle gare. Condizioni chiaramente difficili, al limite rispetto ad altre situazioni in cui invece abbiamo visto tracciati meno impegnativi, che possono favorire l'errore e la caduta. Qui subentra l'abilita' del pilota, sia di guida che nella capacità di capire quanto è il caso di rischiare oppure se è meglio togliere il gas. Ed i più bravi sono quelli che sanno anche prendere le decisioni migliori oltre ad andare forte quando si può.

Nel mondiale motocross è ancora diverso: le piste da oramai qualche anno vengono fresate e bagnate abbondantemente, sia per scongiurare il rischio polvere sia per avere più traiettorie utili al sorpasso e garantire un buon grip. Chiaramente in questo modo vediamo la presenza di sempre più canali,che di per sè non sono un fattore pericoloso in determinati punti del tracciato. Basterebbe forse limitare la fresatura alle curve ed ai punti della pista più lenti, e magari lasciare invece rampe dei salti sempre abbastanza a posto ( visto che per lo spettacolo i salti sono sempre più enormi ma non rappresenterebbero un pericolo per quei piloti se rampe e atterraggi fossero tenuti bene, anzi ne gioverebbe solo lo spettacolo ) e salite e discese che si buchino in maniera più naturale.

Supercross e Motocross: perché tanti infortuni? Il parere di Stefano Dami

Questo mi porta ad esprimere il mio parere sull'ultima gara in Francia, a Villars Sous Ecot. Pista di per sè molto bella, dal disegno ben riuscito che univa punti "old Style" ad ostacoli più moderni e dai contenuti tecnici molto alti. Ma, soprattutto il Sabato, la pista ha fatto più di una vittima, e questo ha scatenato i media. E non senza ragioni, perchè anche a mio avviso il Sabato il tracciato è diventato pericoloso, per tutta una serie di ragioni che andiamo ad analizzare. In primis la pista è stata completamente rifatta durante l'Inverno, con molto terreno riportato che non aveva ancora avuto modo di compattarsi a dovere. La settimana precedente la gara ha piovuto molto, tant'è che il venerdì in molte zone della pista, come la pit lane, e' stato necessario accumulare il fango sui bordi. Sabato poi ha fatto particolarmente caldo, e dopo le prime entrate dei piloti, che hanno chiaramente segnato il tracciato, il terreno ha cominciato ad asciugarsi e ad indurirsi. A questo punto sarebbe stato necessario entrare con la ruspa e sistemare buona parte del tracciato, in modo da ripartire da "zero" con un terreno già più asciutto che avrebbe retto meglio al passaggio dei piloti. Ma con quali tempi? 4 categorie al via: EMX125, mondiale femminile, MX2 ed MXGP. 14 ingressi in pista totali tra prove libere, qualifiche, prime manche delle due categorie di contorno e manche di qualificazione per il mondiale. Praticamente nemmeno il tempo per sistemare il piazzale di partenza e le prime due curve. Così nel pomeriggio i canali fangosi e le creste si sono induriti, diventando pericolosi, e le discese si sono disseminate di buche e canali formatisi su tutta l'ampiezza della pista, in modo anche abbastanza illogico. Soltanto dopo la caduta di Geerts e di Sasha Coenen si è deciso di entrare con le ruspe e sistemare almeno quella parte del tracciato prima della qualifica MXGP.

Per la Domenica invece, con la pista completamente risistemata, abbiamo assistito a mio avviso a belle gare con un vero tracciato da motocross, tecnico, difficile ma come deve essere per una gara di quel livello.

Quindi qual'é la mia conclusione? Che forse, se proprio non è possibile diminuire le categorie in gara, in certe situazioni particolari sarebbe opportuno poter intervenire sul programma di gara per salvaguardare la sicurezza dei piloti, con un occhio ed un orecchio più attento alle loro richieste. Ed una fresatura più differenziata, insieme all'eliminazione di qualche gobba e al lasciare qualche asperità naturale in più piuttosto che ricercare sempre qualcosa di artificiale, potrebbe portare a gare più sicure ma non meno spettacolari. Partendo sempre dal presupposto principale che in questo sport il rischio di sbagliare e di cadere c'è, se si cerca il proprio limite. Quindi deve essere sempre il pilota a sapersi adattare alle condizioni della pista ed alle proprie condizioni fisiche, questo è sicuramente il primo fattore da tenere in considerazione per limitare gli infortuni.

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