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Giulio Maceroni: l'Inno di Mameli, il rock e il motocross

Stefano Dami il 23/04/2025 in News
Giulio Maceroni: l'Inno di Mameli, il rock e il motocross
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In occasione del Mondiale MXGP ad Arco di Trento, il musicista italiano ha conquistato il pubblico eseguendo l’inno di Mameli con la sua chitarra elettrica. Abbiamo deciso di intervistarlo per conoscerlo meglio

Giulio Maceroni è un chitarrista italiano noto per le sue reinterpretazioni rock dell'Inno di Mameli, che ha eseguito in diversi eventi sportivi di rilievo. Noi lo abbiamo conosciuto ad Arco di Trento, dove, con la sua chitarra elettrica, ha intonato le note dell’inno di Mameli in una versione rock, che si addice perfettamente alle caratteristiche di uno sport adrenalinico come il motocross. Così ci è venuta la curiosità di conoscerlo meglio e di sapere qualcosa di più sul suo conto.

Giulio, classe 1994, è un chitarrista professionista, compositore, arrangiatore con una forte propensione sportiva. Infatti, se andiamo a vedere i suoi social, scopriamo che la MXGP ad Arco è stato solo l’ultimo tassello di un percorso che lo ha già visto aprire la tappa della MotoGP a Misano Adriatico, il World Superbike della riviera romagnola, la finale della supercoppa della lega Basket, il Giro d’Italia di ciclismo e tanti altri eventi di grandissima importanza. Collabora con Sky Italia per la realizzazione di composizioni e colonne musicali che accompagnano diversi programmi sportivi, oltre ad una Rubrica #thevoiceofguitar su Radio Freccia in cui si parla chiaramente di vibrazioni e di emozioni legate ad una chitarra.

Ci siamo fatti una bella chiacchierata con lui, per capire da dove tutto è partito, qual è il filo che lo lega agli sport motoristici ed al motocross in particolare e soprattutto dove vuole arrivare, qual è il sogno da raggiungere se ancora non lo avesse già fatto.

Giulio Maceroni: l'Inno di Mameli, il rock e il motocross

Come è nata la tua passione per le due ruote e per il fuoristrada?

"Innanzitutto, ciao Super Stefano e ciao a tutti gli amici di XOffRoad e Dueruote e grazie per tutto questo. Io ho due passioni nella mia vita: musica e sport o, meglio, chitarra e moto. Amo il tassello sin da quando sono piccolo, seguo sempre la MXGP, ma soprattutto mi affascina tantissimo la poesia e l’impresa delle gare nel deserto come la Dakar. Devo il tutto alla mia famiglia, con particolare attenzione a mio fratello più grande che mi ha sensibilizzato sempre alla bellezza delle moto, al suono e alla poesia che trasmettono".

È nata prima la passione per la musica o quella per i motori?

"Bellissima domanda, credo con quasi tutta la certezza le moto, poiché tantissime mie foto da piccolino (sin dai 2 anni) mi ritraggono con dei modellini delle moto e dei poster delle moto. Successivamente intorno ai 12 anni è arrivata la passione, completamente inaspettata, della musica, della chitarra e della magia che essa trasmette, questo lo devo a mio papà".

Come sei riuscito ad avvicinarti a questo mondo, professionalmente parlando? Qual è stato il tuo apripista se c’è stato?

"Penso siano state la visione, la strategia e tanta, tanta determinazione. All’inizio, come in ogni campo, è veramente difficile, per me però è stata come un’ossessione, ma nel senso positivo; la mia vita gira intorno alla musica e mi trasmette la carica per essere sempre connesso e concentrato su quelli che sono i miei obbiettivi. Una delle grandi esperienze, ancor prima dell’arrivo in MotoGP è stato il tour U.S.A. che feci nel 2019, in California con le moto freestyle FMX".

Giulio Maceroni: l'Inno di Mameli, il rock e il motocross

I primi lavori in questo settore quali sono stati??

"I miei primi lavori furono la composizione della soundtrack del KTM 350, poi la creazione di eventi con il progetto Rock to Flip (progetto in cui le moto mi saltavano sopra la mia testa intreccia musica ed evoluzioni). Sicuramente ora, a distanza di anni, poter lavorare con eventi mondiali e guidare proprio la Yamaha Tenere (moto perfetta per queste condizioni) è altrettanto segno di soddisfazione per me e per questo, ringrazio Yamaha Motor oltre che la direzione della MXGP".

È stata una tua idea quella di portare una rivisitazione dell’inno in chiave rock o ti è stata richiesta/suggerita da qualche promoter?

"No, è stata una mia idea, poi sviluppata insieme ad una struttura, ma ho voluto chiedermi: come posso arrivare così in alto con un qualcosa che però mi possa rispecchiare realmente? Ecco fatto, c’è stato tanto studio dietro a questo “Inno” poiché è veramente una delle melodie più istituzionali e rispettabili che abbiamo e quindi bisogna sempre essere molto “delicati”.

Progetti per il futuro?? Dove ti vedremo nei prossimi mesi??

"Oltre alle moto ho un’altra immensa passione: la bici. Maggio sarà ricco di impegni con il mio binomio costruito con oltre 10 anni lavoro: musica e sport. Seguitemi e vedrete, per scaramanzia tendo sempre ad essere piuttosto “ermetico e scaramantico”.

Hai ancora un sogno da raggiungere o idee in mente da provare a sviluppare per il futuro?

"Sono un eterno insoddisfatto, purtroppo o per fortuna. Diciamo che gli obiettivi che mi ero posto diversi anni fa li ho raggiunti, però, se ci pensi, abbiamo così tanto da poter dire, fare ed essere e quindi, che il viaggio continui nel migliore dei modi".

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