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La gloriosa storia dell’Italia alla 6DAYS

In occasione della novantanovesima edizione della Sei Giorni di Enduro, in programma a Bergamo dal 24 al 29 agosto, la squadra azzurra punta decisa al sedicesimo trionfo nel World Trophy
Attesissima come ogni anno, la 6DAYS® FIM Enduro of Nations si prepara alla sua novantanovesima edizione, con la città di Bergamo che sarà il cuore pulsante della manifestazione.
Quello che è l’evento di riferimento nel calendario delle competizioni motociclistiche fuoristrada, nonché la gara più longeva organizzata dalla FIM, per la dodicesima volta si terrà in Italia.
Nata nel 1913 e interrotta solo da due guerre mondiali e da una pandemia globale, la 6DAYS® Italia festeggerà la novantanovesima edizione a Bergamo. Bisogna però tornare al 1931 quando per la prima volta il Paese ospitò quella che allora era conosciuta come International Six Days Trial (ISDT).
Dopo una performance straordinaria l’anno precedente in Francia, dove il quartetto italiano composto da Rosolino Grana, Luigi Gilera, Gino Zanchetta e Miro Maffeis conquistò la prima vittoria, l’edizione del 1931 fu ospitata a Merano, in Alto Adige.
Accolti da eroi sul suolo di casa, i quattro piloti replicarono il successo, conquistando nuovamente la medaglia d’oro. Anche l’anno successivo l’ISDT si svolse a Merano, ma fu il Regno Unito a impedire all’Italia il tris di vittorie.
Quella sconfitta segnò l’inizio di un digiuno lungo quarantotto anni nel World Trophy, una striscia negativa che l’Italia non riuscì a interrompere nemmeno ospitando la gara altre quattro volte: nel 1948, 1951, 1968 e 1974.
Il ritorno al gradino più alto del podio arrivò con la cinquantacinquesima edizione, svoltasi nel 1979 nella Germania dell’Ovest: questa diede il via a una vera e propria epoca d’oro per l’Italia nell’International Six Days Enduro (ISDE).

Con ben nove vittorie nel World Trophy e altre quattro nel Junior World Trophy, gli anni Ottanta e Novanta consacrarono l’Italia come una delle grandi protagoniste dell’ISDE. Tra i momenti più significativi spicca il tris di successi nel World Trophy completato in casa all’Isola d’Elba nel 1981, insieme alla vittoria nella categoria Junior (al tempo Vaso d’Argento).
Due vittorie nette in casa arrivarono poi nel 1986 a San Pellegrino e nel 1997 a Brescia. L’Italia tornò a vincere il World Trophy anche in Spagna nel 2000, ma da quel momento i trionfi sono diventati più difficili da conquistare.
Le edizioni in Slovacchia nel 2005 e in Cile nel 2007 furono entrambe fruttuose per la nazionale italiana, ma il ritorno in patria nel 2013, con la gara disputata in Sardegna, non portò i risultati sperati. Un terzo posto nel World Trophy con un podio comunque onorevole chiusero l’ottantottesima edizione: ci vollero altri otto anni prima di vedere l’Italia tornare sul gradino più alto.
Per la novantacinquesima edizione, programmata in Lombardia ma rinviata di un anno a causa della pandemia di COVID, l’Italia era determinata a porre fine a un digiuno durato quattordici anni.
Spinti dal tifo del pubblico di casa, Andrea Verona, Davide Guarneri, Thomas Oldrati e Matteo Cavallo conquistarono la vittoria, regalando all’Italia il quindicesimo titolo nel World Trophy. Anche il team Junior trionfò, ottenendo la quattordicesima vittoria nella categoria, risultato che sarebbe migliorato l’anno successivo, portando il palmares a quindici.
Ora, con l’avvicinarsi della novantanovesima edizione della 6DAYS® FIM Enduro of Nations, in programma a Bergamo dal 24 al 29 agosto, la Maglia Azzurra, guidata ancora da Verona, punta decisa al sedicesimo trionfo nel World Trophy.
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