Quanto ci mancavano le emozioni, i colpi di scena, i duelli incredibili tra i protagonisti del supercross americano?? 

A me tantissimo e Anaheim 1 non ha deluso le mie aspettative. Pista tosta, sia tecnicamente con lunghe sequenze ritmiche da interpretare al meglio, sia come terreno reso molto “pongoso” dalla pioggia e quindi che si è scavato parecchio, rendendo molto facile sbagliare. E lo spettacolo non è mancato, siamo partiti con il botto! 

Tomac ha ripreso da dove aveva lasciato, cioè vincendo sia heat che main event. Ma ancor più della vittoria in se, a dover far preoccupare i suoi avversari è il modo in cui è arrivata. La fame dell’ufficiale Yamaha, che ha già dimostrato un feeling ottimo con la nuova YZF450, non è affatto doma: nonostante una caduta nel main event mentre si trovava al comando e che lo ha fatto retrocedere al 4 posto, Eli ha ricominciato a macinare secondi agli avversari e dopo pochi giri è ritornato al comando andando a vincere in solitaria con una precisione di guida millimetrica ed una condizione fisica ottima. Se togliamo l’errore che lo ha portato alla caduta, per il resto è stato perfetto in tutta la serata, sbagliando sicuramente molto meno dei suoi avversari e guidando decisamente meglio.

Chi sembrava potesse approfittare dell’errore del numero 1 era Chase Sexton, miglior tempo nelle prove ufficiali e vincitore della seconda heat di qualifica. L’ufficiale Honda ha guidato accorto nel main event, senza strafare e sfruttando gli errori altrui si è anche trovato al comando quando mancavano pochi giri alla fine. Poi ha cominciato a fare errori, sbagliando alcune serie ritmiche che hanno consentito a Tomac il sorpasso. Probabilmente una forma fisica ancora non ottimale, con un calo nel finale abbastanza evidente, che lo ha costretto a subire anche l’attacco deciso di Webb che lo ha relegato sull’ultimo gradino del podio. 

L’ufficiale Ktm è stato in pista il pilota che ha sbagliato meno dopo Tomac, ha portato a termine una rimonta davvero convincente dopo una partenza a centro gruppo ed ha guidato bene, tenendo un ritmo alto per tutti i 20 minuti del main. A tratti mi è sembrato di rivedere il pilota capace di vincere il titolo qualche stagione fa, convinto e motivato. Vedremo se saprà confermare queste sensazioni anche nelle prossime gare. 

C’era anche molta attesa per il debutto in giallo di Roczen, ed il tedesco fino a metà gara sembrava potesse riportare la Suzuki sul podio di una gara di supercross. Ha lottato a lungo per le posizioni di vertice, prima di cedere alla fatica e tirare i remi in barca negli ultimi minuti. Ma non è incappato in errori ed ha chiuso nella top five. Probabilmente il feeling con la nuova moto deve ancora migliorare, lo si è visto molto spesso poco preciso nelle serie ritmiche e questo non è da Ken, però non ha mai rischiato più del dovuto. Mi sento di dire che il suo debutto sia stato comunque positivo! 

Appena davanti a Roczen ha chiuso un ottimo Ferrandis. Anche il francese non ha voluto correre rischi inutili, è stato lontano dagli errori che una pista non facile favoriva, ed ha dimostrato di poter lottare per il podio e di avere il passo dei migliori. Guida fluida, precisa, veloce e redditizia anche se non appariscente, ora serve la costanza nelle prestazioni e nei risultati per poter davvero lottare per il podio finale di campionato.

Tutti gli altri protagonisti hanno invece pagato più cari gli errori commessi, ma per fortuna senza infortuni così potranno provare a rifarsi già dal prossimo sabato notte. Chi ha rischiato di più è stato Stewart, caduto rovinosamente a terra su una “tavola” mentre stava lottando per la vittoria (e probabilmente nemmeno per causa sua, sembrerebbe più un mancamento del motore). Per fortuna l’ufficiale Husqvarna è riuscito a rialzarsi da solo seppur acciaccato ed ha portato la sua moto al box, anche se ad andatura lenta. Fino a questo momento della serata aveva però dimostrato di esserci anche lui. 

Barcia si è messo in luce nelle prime fasi di gara, holeshot e qualche giro in testa, prima di subire l’attacco di Tomac e di incappare poi in un errore che lo ha relegato ai margini della top ten. Da questo momento la sua gara si è fermata, non è più stato in grado di ritornare sul gruppetto davanti. 

Da rivedere anche Anderson, a terra nei primi giri mentre attaccava Roczen ( ed a terra anche abbastanza duramente nelle prove), Cianciarulo ( dopo una buona heat dove ha lottato per le prime posizioni in finale sembrava spento ), Musquin e Craig entrambi mai veramente in gara. Plessinger ha invece fatto vedere grinta e voglia di fare, con una heat aggressiva ed un main event chiuso al settimo posto. Guida spettacolare per Aaron, che sembra davvero un cowboy che cerca di domare il suo 450 impazzito! Con lui lo spettacolo è assicurato. Positivo anche il debutto di Colt Nichols in 450, salito un po’ a sorpresa su una Honda ufficiale ha chiuso al sesto posto con una gara regolare, ed è stato di gran lunga il miglior esordiente della serata.

Nella Lites Jett Lawrence conferma le aspettative della vigilia, e dopo aver lasciato la heat a RJ Hampshire anche a causa di una brutta partenza, nel main event non sbaglia e va a vincere in solitaria. Spettacolo per gli occhi il pilota australiano, che in press conference ha però dichiarato di non avere fretta di salire sul 450 per cui quest’anno ci dovremo ancora accontentare di vederlo guidare il suo CRF250. La lotta al titolo in questa coast sembra al momento un discorso privato tra lui e l’ufficiale Husqvarna, con l’inserimento in qualche occasione di Mcadoo. Anche perché purtroppo la sfortuna continua ad accanirsi contro l’ufficiale Kawasaki Forkner, caduto pesantemente a metà rettilineo durante la partenza del main event e trasportato fuori in barella. Per lui altra stagione compromessa? Speriamo di no.. Idem Pierce Brown - GASGAS, a terra nella heat e non più rientrato in pista. 

Tra una settimana vedremo già se i valori di questa prima gara verranno confermati o se ci sarà fin da subito un rimescolamento delle carte!

photo by AMA Supercross