Moto
Bordone-Ferrari Mi1: quando il diavolo fa le pentole...
Maria Loffredo
il 26/08/2023 in Moto
... ma non i coperchi! La moto "made in Italy", nata per vincere la Dakar, non è mai arrivata alle gare, travolta dai guai finanziari che hanno decretato anzitempo la fine della squadra
Si chiamava Mi1 ed era il risultato dello sforzo tecnologico che il Team creato da Renato Ferrari e Nicoletta Elisa Altieri Bordone aveva messo in campo per dare l'assalto al mondo dei rally. Renato Ferrari è un architetto milanese di successo, appassionato di moto e innamorato dell'Africa, mentre Nicoletta Elisa Altieri Bordone è la nipote di Nicola, industriale milanese che negli anni '30 progettò e costruì una raffinata 500cc monocilindrica 4 tempi, con motore a valvole in testa, forcella a parallelogramma ed ammortizzatori telescopici
Nel novembre 2011, presso la sede milanese di Viale Forlanini il nuovo Team Ferrari Bordone aveva presentato con grande enfasi i suoi programmi che prevedevano la partecipazione al Mondiale Enduro e soprattutto al Mondiale Rally con la nuova e avveniristica Mi1 guidata da Alessandro Botturi, Paolo Ceci, Gerard Farrés e Jordi Viladoms, con Jordi Arcarons nei panni del Direttore Sportivo.
Ma visto che spesso "il diavolo fa le pentole ma non i coperchi" dopo meno di un anno, nell'ottobre 2012, arrivò la bomba che scosse l'ambiente dell'enduro nazionale: gli ufficiali giudiziari avevano disposto il pignoramento ed il sequestro di tutto il materiale del team Bordone Ferrari. La vendita delle moto e del materiale tecnico avrebbe dovuto ripagare i debiti che il team aveva accumulato nel corso dell'anno con alcuni fornitori. Si salvarono solo le moto da rally, scampate al sequestro perché si trovavano in Spagna, a casa del capo meccanico della squadra, ma non il Team Bordone Ferrari che dopo un anno di agonia chiuse definitivamente i battenti.
La Mi1 è rimasta così la prima e unica realizzazione della Bordone-Ferrari, una moto che nelle intenzioni dei suoi creatori sarebbe dovuta essere la chiave di accesso vincente al mondo dei Rally, costruita per centrare obiettivi senza compromessi.
E in questo senso l'input di Renato Ferrari prevedeva l'utilizzo dei migliori materiali disponibili e delle tecnologie più avanzate per ottimizzarne il rendimento della moto.
Il telaio ad esempio, realizzato su disegno di Fernando Prades, era un traliccio in tubi d'acciaio al cromo molibdeno, disegnato per offrire la maneggevolezza necessaria per le situazioni più critiche ed allo stesso tempo grande stabilità e sicurezza in velocità, mentre il motore era di provenienza TM, con specifiche Bordone-Ferrari, e sfruttava l'esperienza dell'azienda pesarese nei campi dell'enduro, delle supermoto e dei rally, con doti di potenza al vertice e una efficiente curva di erogazione.
A retrotreno era stato progettato e realizzato un forcellone in alluminio che lavorava in sintonia con un cinematismo progressivo e un innovativo monoammortizzatore marchiato Donerre.
Un accurato studio era stato dedicato anche alle forme di serbatoio e carenatura. Gli ingombri imposti dalle caratteristiche della ciclistica e delle sovrastrutture della Mi1 erano ottimizzati in funzione della distribuzione dei pesi e del baricentro, applicando studi di ergonomia e di aerodinamica, con l'obiettivo di realizzare una moto efficiente e confortevole da guidare e poco affaticante. Il tutto racchiuso in una linea sviluppata dal designer Rodolfo Frascoli, noto per aver disegnato il Gilera DNA, l'Aprilia Atlantic e la Moto Guzzi Griso e dall'architetto Luca Mattavelli, responsabile della grafica e delle scelte cromatiche.
Dati tecnici Bordone-Ferrari Mi1 Rally
Motore TM monociclindrico 4 tempi
Cilindrata 449 cc
Alesaggio per corsa 97 mm x 60,8 mm x 1
Rapporto di Compressione nd
Potenza nd
Alimentazione Carburatore Keihin diam. 41 cm
Accensione Elettronica digitale Keihin
Avviamento Elettrico
Frizione Multidisco a bagno d'olio
Cambio a 5 rapporti
Trasmissione secondaria Catena
Tipo telaio Traliccio in tubi di Acciaio al Cromo Molibdeno
Forcellone Doppio braccio in alluminio
Sospensione anteriore Forcella rovesciata Kayaba diam. 48 cm
Sospensione posteriore Donerre, escursione 305 mm
Freno anteriore Brembo a 2 pistoni da 300 mm
Freno posteriore Brembo a 1 pistone da 240 mm
Ruote/pneumatici 90/90-21 21" e 130/80-18 18"
Peso a secco 130 kg
Peso in ordine di marcia 158 kg
Lunghezza totale 221 cm
Interasse 1.535 mm
Altezza sella 996 mm
Capacità serbatoio carburante 32
Nel novembre 2011, presso la sede milanese di Viale Forlanini il nuovo Team Ferrari Bordone aveva presentato con grande enfasi i suoi programmi che prevedevano la partecipazione al Mondiale Enduro e soprattutto al Mondiale Rally con la nuova e avveniristica Mi1 guidata da Alessandro Botturi, Paolo Ceci, Gerard Farrés e Jordi Viladoms, con Jordi Arcarons nei panni del Direttore Sportivo.
Ma visto che spesso "il diavolo fa le pentole ma non i coperchi" dopo meno di un anno, nell'ottobre 2012, arrivò la bomba che scosse l'ambiente dell'enduro nazionale: gli ufficiali giudiziari avevano disposto il pignoramento ed il sequestro di tutto il materiale del team Bordone Ferrari. La vendita delle moto e del materiale tecnico avrebbe dovuto ripagare i debiti che il team aveva accumulato nel corso dell'anno con alcuni fornitori. Si salvarono solo le moto da rally, scampate al sequestro perché si trovavano in Spagna, a casa del capo meccanico della squadra, ma non il Team Bordone Ferrari che dopo un anno di agonia chiuse definitivamente i battenti.
La Mi1 è rimasta così la prima e unica realizzazione della Bordone-Ferrari, una moto che nelle intenzioni dei suoi creatori sarebbe dovuta essere la chiave di accesso vincente al mondo dei Rally, costruita per centrare obiettivi senza compromessi.
E in questo senso l'input di Renato Ferrari prevedeva l'utilizzo dei migliori materiali disponibili e delle tecnologie più avanzate per ottimizzarne il rendimento della moto.
Il telaio ad esempio, realizzato su disegno di Fernando Prades, era un traliccio in tubi d'acciaio al cromo molibdeno, disegnato per offrire la maneggevolezza necessaria per le situazioni più critiche ed allo stesso tempo grande stabilità e sicurezza in velocità, mentre il motore era di provenienza TM, con specifiche Bordone-Ferrari, e sfruttava l'esperienza dell'azienda pesarese nei campi dell'enduro, delle supermoto e dei rally, con doti di potenza al vertice e una efficiente curva di erogazione.
A retrotreno era stato progettato e realizzato un forcellone in alluminio che lavorava in sintonia con un cinematismo progressivo e un innovativo monoammortizzatore marchiato Donerre.
Un accurato studio era stato dedicato anche alle forme di serbatoio e carenatura. Gli ingombri imposti dalle caratteristiche della ciclistica e delle sovrastrutture della Mi1 erano ottimizzati in funzione della distribuzione dei pesi e del baricentro, applicando studi di ergonomia e di aerodinamica, con l'obiettivo di realizzare una moto efficiente e confortevole da guidare e poco affaticante. Il tutto racchiuso in una linea sviluppata dal designer Rodolfo Frascoli, noto per aver disegnato il Gilera DNA, l'Aprilia Atlantic e la Moto Guzzi Griso e dall'architetto Luca Mattavelli, responsabile della grafica e delle scelte cromatiche.
Dati tecnici Bordone-Ferrari Mi1 Rally
Motore TM monociclindrico 4 tempi
Cilindrata 449 cc
Alesaggio per corsa 97 mm x 60,8 mm x 1
Rapporto di Compressione nd
Potenza nd
Alimentazione Carburatore Keihin diam. 41 cm
Accensione Elettronica digitale Keihin
Avviamento Elettrico
Frizione Multidisco a bagno d'olio
Cambio a 5 rapporti
Trasmissione secondaria Catena
Tipo telaio Traliccio in tubi di Acciaio al Cromo Molibdeno
Forcellone Doppio braccio in alluminio
Sospensione anteriore Forcella rovesciata Kayaba diam. 48 cm
Sospensione posteriore Donerre, escursione 305 mm
Freno anteriore Brembo a 2 pistoni da 300 mm
Freno posteriore Brembo a 1 pistone da 240 mm
Ruote/pneumatici 90/90-21 21" e 130/80-18 18"
Peso a secco 130 kg
Peso in ordine di marcia 158 kg
Lunghezza totale 221 cm
Interasse 1.535 mm
Altezza sella 996 mm
Capacità serbatoio carburante 32
Bordone-Ferrari Mi1: quando il diavolo fa le pentole...
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