Moto
TM SMX 450 Fi Factory: pezzo per pezzo
Senza dubbio vincente, questa quattroemmezzo è l’unica vera factory presente nel circus della Supermoto. Preparata partendo da una base già vincente, utilizza una serie di parti speciali realizzate direttamente dalla Casa pesarese, o comunque presenti all’interno del catalogo ufficiale. Nessun segreto per il telaio, top secret le modifiche al motore, così come il suo prezzo definitivo
Quando arriviamo i cancelli sono già aperti: in TM ci entriamo dal magazzino. Abbiamo modo di visitare un bel pezzo di azienda prima di arrivare alla nostra area operativa, e ciò che vediamo è puro artigianato italiano: quell’artigianalità che ha fatto grande il nostro Paese grazie a idee visionarie messe in opera con una spiccata manualità, un po’ di follia e forte competenza.
In TM, del resto, si produce quasi tutto in casa e tra le corse e la produzione non c’è nessun tipo di discontinuità, anzi. Forse in nessuna realtà quanto in TM il racing è al supporto della produzione, e viceversa. Un laboratorio permanente che utilizza davvero le corse come banco di prova di ciò che poi gli appassionati stringeranno tra le mani.
SE NELLA PREPARAZIONE DELLA CICLISTICA, E IN GENERALE DI TUTTE LE SOVRASTRUTTURE, I RAGAZZI PESARESI NON HANNO MANTENUTO SEGRETI, BOCCHE CUCITE INVECE RIGUARDO IL MOTORE, DIVERSO RISPETTO AL PRODOTTO DI SERIE IN PRIMIS NELLA TERMICA, MA NON SOLO IN QUELLO. ANCHE GLI SCARICHI, PER ESEMPIO, PUR NON ESSENDO MARCHIATI SONO UN PROTOTIPO REALIZZATO AD HOC DA HGS PER QUESTO MOTORE: SONO IN TITANIO E HANNO IL DOPPIO COLLETTORE CHE “AVVOLGE” IL CILINDRO SIA A DESTRA SIA A SINISTRA
MOTARD: SIAMO SOLO NOI
Non è un segreto: dire Supermoto, oggi, significa dire TM. L’azienda pesarese, infatti, nonostante lo stato di salute precario della specialità, sta continuando a investire tempo e denaro in questo sport. Anche per celebrare l’abbuffata di successi di Thomas Chareyre in questi ultimi anni, l’ultimo in ordine temporale la conquista dell’Europeo 2019, abbiamo puntato la macchina in direzione Pesaro per fare a pezzi proprio l’imbattibile creatura del pilota francese, cioè la TM SMX 450 Fi Factory.
Ciò che abbiamo scoperto è semplice: questa TM, oltre ad essere un vero cavallo di razza, è la moto da corsa che utilizza meno special parts tra tutte quelle che abbiamo avuto la fortuna di fare a pezzi in questi anni. E i motivi sono molteplici. Il primo: la base da cui parte la preparazione della moto da gara - SMX 450 Fi - è già altissima, nella sostanza una vera moto da corsa. La seconda: gran parte degli optional vengono costruiti direttamente in azienda. La terza: anche ciò che si cambia è comunque all’interno del catalogo delle special parts marchiate TM. Insomma, l’azienda pesarese punta a mettere nelle mani dell’appassionato il massimo, e anche quando il prodotto di serie non gli basta gli offre la possibilità di pescare da un selezionato catalogo di accessori originali, tutti smaccatamente orientati al racing. Ovviamente essendo una vera factory la moto numero 4 ha anche delle cose che non si possono comprare, ma andiamo con ordine.
LEGAME FORTISSIMO
Il telaio perimetrale in alluminio, il forcellone e le piastre ricavate dal pieno montate sulla moto di Chareyre sono uguali alla SMX di serie. Sulla gigantesca forcella Marzocchi da 50 mm è innestata la cartuccia Öhlins TTX 50x16, mentre il mono è un TTX Flow (con registro a vite del precarico) che lavora in sinergia con un link CNC made in TM dalla differente geometria. Della taratura di forcella e mono si prende cura Andreani Group, ma tutto il pacchetto è acquistabile a catalogo TM, proprio come l’impianto freno anteriore. Qui viene montata un’unità completa Brembo Racing, con pompa radiale 16x16 e disco da 305 mm e 6 mm di spessore.
Rifatto ovviamente in TM il piedino ricavato dal pieno che imbriglia la pinza Brembo Racing M4.34 con interasse da 108 mm. Proprio la frenata all’anteriore è un vero pallino del pilota francese, che vuole sempre puntuale: per eliminare ogni eventuale aumento della corsa durante la gara si monta un registro manuale della corsa sul lato sinistro; inoltre, per limitare al massimo il surriscaldamento, viene installato un convogliatore d’aria in carbonio realizzato da CRM! Al posteriore, invece, si riduce il diametro del disco (205 mm), ora Galfer; ovviamente il nuovo supporto pinza, ricavato dal pieno, è realizzato internamente. Oltre alla sella, standard, i punti di contatto del pilota sono il manubrio Reikon 9017 e le pedane CNC, entrambi a catalogo. Completano la parte ciclistica i cerchi Alpina STS bicolor: il posteriore da 17” pollici è un Carbon Matrix, mentre l’anteriore da 16” è in alluminio.
MOTORE D’ASSALTO
Già di serie i motori TM vanno fortissimo, figuriamoci quelli ufficiali. Quando chiediamo ad Alex Serafini, manager della squadra Supermoto, e a Marco Della Chiara, meccanico di Chareyre, la potenza di questo 450 Factory ci rispondono che “i cavalli sono come gli anni delle donne, non si chiedono mai”. Pur se non acquistabile, il bialbero rimane parente di quello montato sulla SMX: che sia un cavallo di razza è certificato dalla mancanza dell’avviamento elettrico, che “dentro” ci sia qualcosa di giusto è testimoniato dalle bocche cucite degli uomini pesaresi. L’albero motore e i carter interni rimangono quelli standard, così come la spaziatura del cambio, che vede però i due alberi di ingranaggi sottoposti a una lavorazione (burattatura) che “smussa” gli spigoli e aumenta la scorrevolezza (il pignone beneficia dello stesso trattamento). Cambia tutto invece nella termica (gran parte delle modifiche potrebbero passare sul prodotto di serie già il prossimo anno), e che “sotto” ci sia qualcosa di speciale è testimoniato dal coperchio valvole, stampato sulla moto di serie, ricavato dal pieno su quella factory. Cambiano poi la frizione antisaltellamento, ora EVR (a catalogo), e i carter frizione e accensione alettati.
Come sappiamo, da anni (2014) la TM ha invertito la posizione di cassa filtro e serbatoio, una scelta all’epoca adottata - e mai più abbandonata - sia per un incremento prestazionale sia per un miglior bilanciamento. Impressionante l’airbox in carbonio CRM: ha una famelica presa d’aria dietro il cannotto di sterzo, così da poter spingere la più grande quantità di aria fresca in cassa filtro. Statuario il serbatoio, sempre in carbonio CRM, che funge anche da telaietto reggisella.
Il risultato finale impressiona. La moto sembra un animale pronto all’attacco: è piccola, compatta e devastante come una razzo in rampa di lancio. E maledizione se ci piacerebbe sapere quanti cavallo si sprigionano ruotando quella manopola del gas…
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