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Into the Wild

il 12/04/2020 in Play Different
Into the Wild
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Se siete in cerca di adrenalina, il kayak estremo è perfetto: veloce, tecnico e, come tutti gli sport in discesa, fondamentalmente senza ritorno. In cambio regala momenti irripetibili, che lo mettono di diritto tra gli sport più intensi al mondo

L’essenza del kayak è una sola: fondamentalmente, è inutile. Un piccolo guscio di plastica che basta a malapena a tenerti a galla mentre remi per cercare di contrastare la corrente.

Per questo il kayak è un po’ uno sport a corpo libero, e per questo i fenomeni della disciplina come il messicano Rafa Ortiz, che vedete in queste pagine, nella loro carriera annoverano imprese come lanciarsi giù da una cascata con un materassino gonfiabile a forma di aragosta.

Basterebbe questo a rendere leggendario Ortiz, più per la simpatia che per la difficoltà tecnica della cosa visto che, appunto, tra un kayak e un gonfiabile con le chele non è che ci sia tutta questa differenza quando ti lanci giù per un corso d’acqua che punta dritto verso una cascata di 35 metri, tipo quelle in cui di solito incappa Vilcoyote.

Ortiz però è un vincente: dalle sue sfide esce a testa alta, compresa quella che vedete qui: un corso d’acqua in piena ai confini tra USA e Canada, alla ricerca dello scatto perfetto, ovvero del momento perfetto. Una cosa da surfista, poi diventata il cuore di tutte le varianti del Freestyle. Una cosa da pazzi.

Into the Wild

Il kayak si pratica un po’ in tutto il mondo, tipicamente in zone montane dove i torrenti accelerano generando delle rapide, cascatelle o vere e proprie cascate. Qui siamo ai leggendari Spirit Falls, nell’Ovest degli Stati Uniti al confine con il Canada. Il salto principale è di 15 metri, resi ancora più terrificanti dalle piogge torrenziali che nel 2017 hanno creato una portata eccezionale, perfetta per l’impresa di Rafa.

Difficile dire se dirigere il kayak in una corrente del genere richieda più forza, tecnica o fegato, ma Rafa ha grandi dosi di tutti e tre. Per ottenere le foto che vedete il fotografo Michael Clark ha usato un flash speciale, circa 1 milione di volte più potente di quello di uno smartphone.

Phoyo by Michael Clarck / Red Bull Content Pool
 

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