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Whippa questo!
Lo definiscono “lo sport estremo più vecchio del mondo”, e hanno probabilmente ragione. Perché la sfida tra un uomo e un toro non può che essere definita folle
Quanti atleti vedete in queste foto? Se ne vedete uno, la risposta è sbagliata: ce ne sono due. Perché nel Professional Bull Riding il toro ha la stessa dignità del cowboy (che oggi si chiama rider) e allo stesso titolo può entrare nella storia: come il leggendario Bushwacker, che riuscì a disarcionare 42 uomini di fila prima che J.B. Mauney, nel 2014, rimanesse in sella più degli 8 secondi minimi richiesti dal regolamento.
Tori così sono atleti professionisti: 8 quintali di muscoli allevati per l’arena, trattati con ogni cura e con una classifica dedicata. Il più forte guadagna 100.000 dollari l’anno, più gli altri bonus riconosciuti agli allevatori degli animali migliori.
Il PBR è insieme antico e recente. Ufficialmente è stato codificato nel 1992, ma le sue radici affondano nella tradizione del rodeo ed è difficile pensare a qualcosa di più americano di questo, anche se pure altri se la cavano bene: in particolare i brasiliani, che hanno vinto la metà dei titoli.
I top rider professionisti sono 35, ma i tesserati PBR sono 1.200 in tutto il mondo, e la popolarità dello sport è tutt’altro che trascurabile: milioni di fan sui social, 2 milioni di spettatori raccolti nelle 13 tappe di campionato e una Federazione abbastanza ricca da poter assegnare al campione del mondo un milione di dollari. Gente come J.B. Mauney è oltre i 7 milioni di incasso solo di premi, senza contare gli sponsor che nel PBR sono di sostanza: Ford, Wrangler, Jack Daniels, Monster e via dicendo.
Il prezzo del successo è quello pagato da qualunque atleta estremo: molte ossa rotte. La routine di gara prevede di montare il toro in uno stretto recinto, poi si entra nell’arena e si cerca di restare in sella contando su una sola mano, sulla forza delle gambe e su speroni dalla punta arrotondata (i tempi cambiano).
Le finali mondiali si tengono a Las Vegas a inizio novembre, poco dopo la Monster Cup. Lo spettacolo è mozzafiato, e potrebbe essere una buona scusa per prolungare il soggiorno...
Photo PBR.com
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