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Nel blu dipinto di blu
I tuffatori d’altura sono stati forse i primi atleti di freestyle estremo al mondo. Ma anche per loro l’epoca eroica del coraggio e dell’improvvisazione è finita, lasciando spazio a una meticolosa preparazione fisica e mentale e a gesti tecnici pazzeschi, ambientati in scenari mozzafiato. Uno spettacolo unico, che si può ammirare anche in Italia
C’è un aspetto delle gare estreme che non va sottovalutato: si svolgono quasi sempre in posti esagerati. Comprese quelle di tuffi d’altura, che alle scogliere a picco ora alternano luoghi storici dalla bellezza mozzafiato come il ponte di Mostar, in Bosnia, o la nostra Polignano a Mare che sono ormai tappe fisse del campionato itinerante Red Bull Cliff Diving.
Tuffarsi dal ponte vecchio nella Neretva è una tradizione secolare per i ragazzi più impavidi del posto, ma gli atleti top che hanno preso parte all’evento hanno ovviamente tutto un altro stile. In una disciplina che (come spesso accade negli sport estremi) è poco tollerante verso gli errori, a imporsi sono spesso gli stessi nomi, come quello dell’inglese Gary Hunt.
Il calendario del Red Bull Cliff Diving è ogni anno un elenco di posti che nella vita bisognerebbe vedere. C'è anche Polignano a Mare, in Puglia, dove nel 2017 si impose il nostro Alessandro De Rose, unico italiano a entrare nel novero dei “permanent divers”, ovvero nella top 10 mondiale a fine stagione assieme ai più forti talenti americani, russi, messicani, inglesi e australiani.
Come in tutte le discipline freestyle, anche i tuffi d’altura richiedono intensa preparazione, concentrazione e un perfetto equilibrio tra mente e corpo. Siete pronti alla sfida?
Photo by Dean Treml, Predrag Vuckovic, Romina Amato / Red Bull Content Pool
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