Immaginatevi un incrocio fra l’hockey, il Supercross e un rally automobilistico. Non ci riuscite? Qualcuno ce l’ha fatta, e il risultato è il Red Bull Crashed Ice, un vero e proprio campionato con tanto di tappe in giro per il mondo: Canada e Stati Uniti, ovviamente, ma anche Germania e Finlandia.

Tutto in una notte

Funziona così: si allestisce una pista su ghiaccio, illuminata (come in SX le finali si corrono in notturna, un po’ perché è una disciplina nordica e un po’ per rendere il tutto più spettacolare), che si snoda per circa 500 metri in mezzo alla città con tanto di whoops, salti fino a 3 metri di altezza, curve paraboliche e il pubblico ai lati.

In mezzo ci sono gli skater, atleti provenienti da tutto il mondo e dalle esperienze più varie (hockey, velocità su ghiaccio, freestyle…) che partono dal cancelletto e si sfidano in batterie da 3 o 4 con tanto di derapate e block pass.

Allenatevi a Natale

Forse il Supercross con i suoi atti sempre più pazzeschi resta più emozionante, ma l’adrenalina del minuto scarso di discesa a vita persa del Crashed Ice, a partire dalla rampa iniziale col “muro” di 60 metri quasi verticale, è esagerata sia per chi corre che per gli spettatori. Gli atleti sfrecciano a 50 km/h - una velocità a cui nessun errore viene perdonato - senza risparmiarsi strattoni e gentili gomitate come nell’off-road più maschio.

A dominare sono stati finora gli atleti di oltreoceano, molti con nomi di chiara origine italiana, ma nessuno che porti in gara la bandiera tricolore… c’è qualcuno che vuole farsi avanti?

Photo by Jörg Mitter, Andreas Langreiter, Ryan Taylor, Andreas Schaad, Mark Roe, Mihai Stetcu / Red Bull Content Pool