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Fantic XXF 250
Rispetto all’ottima base della Yamaha YZ-F, Fantic aggiunge, oltre alle plastiche, uno scarico sviluppato da Arrow e diversi componenti motoristici ed elettronici per differenziare il suo pacchetto da quello giapponese
Come in casa Yamaha, la XXF 250 è sensibilmente diversa dalla XX 250, perché se la 2T è stata sostanzialmente conservata negli anni, la 4T ha vissuto un periodo di intensissimo sviluppo che ha portato a cambiare più volte motore e telaio fino ad arrivare alla configurazione attuale, con la caratteristica testa rovesciata, il motore inclinato all’indietro e incastonato in un telaio perimetrale in alluminio. Fantic aggiunge, oltre alle plastiche, diversi componenti motoristici ed elettronici per differenziare il suo pacchetto da quello giapponese.
All’ottima base YZ-F Fantic aggiunge uno scarico sviluppato da Arrow e completo di silenziatore in titanio (e lo scarico è uno degli elementi che negli anni hanno mostrato di fare più differenza sui motori YZ-F); anche in questo caso una centralina Athena GET consente di personalizzare l’erogazione via smartphone, oltre a offrire di serie traction control e launch control, con lo strumento LC-GPA posizionato sotto la tabella, sul parafango anteriore; per il MY23 sono state affinate le mappe preimpostate.
La parte ciclistica conta su un pacchetto sospensioni KYB e un pacchetto freni Nissin, come per la XX 250 a miscela, ma con rigidezze del telaio e anche quote geometriche sensibilmente diverse (inclinazione cannotto 26,5° contro 27,7°, interasse 1.475 mm contro 1.485 mm). Anche qui le plastiche sono realizzate ex novo da Fantic.
Come va
Stefano Dami: "Nonostante la parentela stretta con Yamaha il feeling è subito diverso, a causa del set-up delle sospensioni molto più sostenuto, che la rende non solo più dura ma anche un po’ più ballerina sulle buche. Lavorando con Andreani (aprendo il ritorno sui due assi) l’ho sistemata un po’ avvicinandola alla facilità Yamaha, ma senza comunque raggiungerla. Di motore l’ho trovata leggermente migliore di Yamaha, grazie forse allo scarico e alla centralina con mappa racing".
Pablo D’Aniello: "Mi è piaciuta un po’ più di Yamaha come spinta, però è stranamente più ostica di sospensioni e questo impatta sulla guidabilità, che non è la stessa".
Riccardo Perrone: "Ovviamente molto simile a Yamaha, rispetto alla quale per me ha un rendimento globale equivalente: le differenze sono nel motore, più sostanzioso agli alti, mentre le sospensioni erano un po’ rigide per questo percorso".
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