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Kawasaki KX250
E' l’unica novità in arrivo quest’anno dal Giappone. Gli interventi più importanti hanno riguardato il motore, lo scarico, la mappatura della centralina e le prime due marce. Rivista la taratura delle sospensioni Showa, e allargato il pneumatico posteriore
La verdona è un’altra delle novità MY23, l’unica quest’anno dal Giappone. Gli interventi più importanti hanno riguardato il motore, sempre con due iniettori ma riposizionati nel condotto di aspirazione, che è più rettilineo. Le valvole di aspirazione sono più piccole (da 32 a 31 mm) e il profilo del pistone è cambiato. Per incrementare la schiena ai medio-bassi è stato appesantito il volano, e soprattutto è stato allungato di ben 10 cm il collettore di scarico, che disegna una curva più ampia e distante dal telaio. Una nuova mappatura della centralina armonizza tutte le modifiche, con due mappe sempre controllate da spinotti.
Grazie al maggior tiro ai bassi sono state allungate le prime due marce, mentre nel basamento arrivano nuove bronzine di biella e nuovi materiali per l’asta frizione, sempre con molla a tazza a comando idraulico. Il telaio perimetrale non muta disegno, ma è stata rivista la taratura delle sospensioni Showa, e allargato il pneumatico Dunlop MX33 posteriore, ora da 110/90-19 anziché 100/90. Per concludere abbiamo nuove pedane: più larghe, più leggere e arretrate di 3 mm, e nuove grafiche con la banda nera sui convogliatori.
Come va
Stefano Dami: "La KX250 ha un buon compromesso tra stabilità e maneggevolezza. Pur avendo una forcella sulla carta identica a quella Yamaha, non siamo però riusciti a farla lavorare nello stesso modo, probabilmente per la classica distribuzione dei pesi Kawasaki, molto spostata all’indietro e con minori trasferimenti di carico. Anche arrivando a fine click, la forcella infatti è rimasta un po’ dura e poco sensibile alle buchettine che si sono formate oggi sulla sabbia molto fredda. Questo rendeva più impegnativa e faticosa la guida: la KX è comunque efficace, come dimostrano le gare del Mondiale e del Supercross, ma va guidata in modo un po’ diverso, un po’ suo.
Ha un bel motore che come da tradizione allunga tanto, restando in scia alle austriache; pecca un po’ solo ai bassi, non è altrettanto pronto in uscita di curva anche se fa comunque strada".
Pablo D’Aniello: "Un’ottima moto, con un gran motore e bella da guidare anche se un po’ particolare di assetto e con il limite di una forcella che non si riesce facilmente a far lavorare bene".
Riccardo Perrone: "Davvero ottima agli alti, è quella che mi ha impressionato di più mentre ai bassi tra le due mappe ho preferito la standard, che pur essendo sulla sabbia offre un’erogazione più lineare e più adatta alla mia guida. Invece ho faticato a mettere a posto le sospensioni, in particolare a far lavorare la forcella".
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