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Kawasaki KLX 450R. La verde con il bottoncino

il 30/10/2007 in Moto

Torna una sigla importante in casa Kawasaki. La KLX 450R è una enduro "alla giapponese", professionale ma non estrema. Costa 8.890 euro f.c. OK per divertirsi, per correre va alleggerita

Kawasaki KLX 450R. La verde con il bottoncino
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La presentazione della nuova 450 da enduro si svolge in un posto piuttosto insolito: il Poligono Militare di Foce Reno. L'impatto è un po'freddino, forse per via dei militari in uniforme che ti fanno il saluto con molta professionalità... Ma ecco comparire in scena la vera star del giorno, la nuova KLX 450R. La linea è accattivante, la livrea ricorda il modello cross il quale, ricordiamolo, ha vinto praticamente tutto quello che c'era da vincere e le plastiche sono state oggetto evidente delle attenzioni del centro stile. La fanaleria è futuristica e il look del gruppo ottico posteriore è veramente azzeccato, ricavato all'interno del parafango. Non sappiamo se il design ricercato piacerà a tutti i duri e puri dell'enduro, ma noi il "premio design" ci sentiamo di darglielo. A bordo di una camionetta militare ci trasferiamo in un area del poligono destinata alle prove delle moto. Chiamarla area non rende bene l'idea delle dimensioni del luogo: per chilometri non si vede anima viva. Un posto dal fascino particolare per provare una moto altrettanto affascinante. Il paesaggio è quasi lunare, a farti ricordare che sei sulla terra c'è qualche militare che con la radio segnala il tuo passaggio. Pronti via! Si accendono i motori e subito si scopre una particolarità, la moto è silenziosissima (80dB), i regolamenti prevedono dB sempre più bassi e di conseguenza ci si deve adeguare. In oltre la silenziosità è legata alle nuove normative europee sui gas di scarico che devono essere ridotti, introducendo un catalizzatore. Il tecnico Kawasaki presente spiega che è stato trovato un giusto compromesso tra rumorosità e prestazioni, facilmente riscontrabile provando la moto. Siamo qui per questo… Fin dall'inizio del test dinamico si percepisce a pelle che la moto è facile da usare, tanto da dare la sensazione che sia lei ad adattarsi al pilota e non viceversa. Il motore esteriormente è quello "cross" ma al suo interno ci sono molti piccoli accorgimenti che lo rendono più fluido e lineare in vista delle mulattiere da affrontare. Per questo motivo, per esempio, le prime tre marce sono state allungate. Fasatura e alzata delle valvole sono state riviste e danno ancor più "tiro" ai bassi regimi, anche se forse sono stati pregiudicati troppo gli alti; infatti, il motore stalla un po' troppo presto. Sul bialbero di Akashi sono state fatte delle migliorie per contenere le dimensioni, come sui gruppi valvole, dove sono presenti doppie molle di richiamo che, opportunamente accoppiate, riducono gli spazi occupati dalle valvole stesse (che sono in titanio all'aspirazione e in acciaio allo scarico). Altro particolare molto curato è il leveraggio della frizione, posizionato all'interno del carter, per evitare depositi di sporcizia o di agenti esterni. Particolare molto gradito da tutti i presenti, soprattutto quando la stanchezza si fa sentire, è il motorino elettrico di avviamento: un colpo al bottone dello starter e subito la moto parte sia a caldo sia a freddo. In caso di avaria c'è sempre il pedale classico di avviamento… ma in mulattiera il bottoncino è un vero toccasana! Nei rettilinei veloci il volano maggiorato si sente tutto; bastano infatti due colpi al gas e si passa da due ruote a terra a… una sola e si riesce a mantenere l'impennata per diverse centinaia di metri! Oltre all'effetto scenografico, la perfetta gestione dell'impennata prova che il motore è ben bilanciato a livello di coppia motore. Il telaio in alluminio è praticamente quello della sorella cross, munito di sospensioni Kayaba sia al'anteriore sia al posteriore: vanno più che bene per un uso amatoriale, ma quando si inizia a spingere si percepisce che serve qualcosina in più, soprattutto all'avantreno. L'impianto frenante è stato potenziato con nuovi dischi e le decelerazioni sono ora davvero potenti e allo stesso tempo ben gestibili dal pilota. Altra differenza riscontrata rispetto al modello cross è il serbatoio da 8 litri per dare più autonomia. C'è anche il rubinetto della riserva, ma attenzione, è veramente poca. Una comodità riscontrata nelle prove, soprattutto in un posto come quello delle foci del Reno è il cavalletto di serie. Un particolare che può sembrare banale, molto spesso tralasciato, ma utile in molti frangenti. L'impianto elettrico è stato potenziato con uno statore più "energico", abbinato a una batteria dalle dimensioni ridotte; in questo modo il problema di rimanere al buio con la KLX 450 non esiste. La batteria è di nuova concezione, fornita sigillata e pronta all'uso, anche se viene consigliato di ricaricarla ogni sei mesi. La KLX 450 è dotata di un mini computer di bordo che informa sulla velocità, i chilometri percorsi, i chilometri parziali e ha anche l'orologio, tutte funzioni molto utili sia per chi usa questa moto più in maniera amatoriale che da professionistaAlla fine, se dovessimo trovare una parola chiave per definire la nuova KLX 450R, questa sarebbe: compromesso. Infatti non è né "very easy" né "very hard" ma un giusto equilibrio su tutto. Per il mercato cui è destinata questa moto, e cioè gli enduristi dal palato fino ma non impegnati in qualche campionato, pensiamo che la filosofia risulterà azzeccata.

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