Moto
Test Aprilia 450 Adrien Chareyre. L'arma del delitto
il 07/03/2012 in Moto
In pista con la moto che ha vinto il mondiale più discusso nella storia del Motard. Motore "screamer" e forcella da Superbike
Alzi la mano chi, all'inizio
della scorsa stagione,
avrebbe scommesso un
euro sulla vittoria finale di
Adrien Chareyre nel Mondiale
Supermoto 2011. Pochi, pochissimi.
Ed era logico, visto che Adrien sarebbe
dovuto salire su una moto sconosciuta,
ben diversa dall'Husqvarna con cui aveva
corso praticamente da sempre e per
di più gestita da un team tutt'altro che
famoso e blasonato.
Ma siccome lo sport è pieno di sorprese,
eccoci qua, sul circuito di Viterbo,
a provare l'Aprilia MXV 4.5 che ha consentito
al pilota francese di conquistare
il suo quarto titolo iridato.
Una lunga storia
Sappiamo tutti come è arrivato questo mondiale, con la coda di polemiche seguite all'incidente nell'ultima prova di Cahors, in Francia, che ha messo KO il fratello Thomas. Polemiche che oltre alla famiglia Chareyre, hanno coinvolto anche il team, contro il quale è stato presentato un reclamo nel dopogara per presunte irregolarità tecniche. Anche per questo motivo eravamo particolarmente curiosi di salire sull'Aprilia MXV 4.5 del Team Fast Wheels e scoprire se fosse stata davvero qualche diavoleria elettronica a favorire la vittoria di un titolo iridato che mancava dalla bacheca della casa di Noale dal 2006, quando Thierry Van Den Bosch si era aggiudicato il campionato della S2. Ne è passata di acqua sotto i ponti da allora e la MXV 4.5 di oggi è solo una lontana parente di quella SXV che, fin dalla sua comparsa nel 2004, aveva rivoluzionato il panorama del Supermotard, vincendo il titolo iridato della S2 all'esordio, con Jerome Giraudo. Il bicilindrico dall'allungo infinito e la ciclistica progettata e sviluppata appositamente per il Motard fecero, in effetti, la differenza rispetto alla concorrenza. I rivali corsero poi ai ripari e anche l'Aprilia dovette trovare nuove strade per rimanere al passo. Un'evoluzione che ha finito col pensionare la "vecchia" SXV e promuovere sul campo la MXV derivata dal modello Cross. Quello per intenderci, sviluppato da Joshua Coppins nell'ultimo anno di partecipazione ufficiale dell'Aprilia al Mondiale MX1, con il motore dotato di valvole in titanio, la lubrificazione a carter secco con serbatoio dell'olio integrato (e non più esterno con le tubazioni di raccordo) e l'avviamento con kick starter.
La moto del Team Fast Wheels segue quella filosofia di cross motardizzata, ma è sviluppata dalla MXV 450 Replica prodotta in piccola serie per il pubblico, fermi restando alcuni interventi diretti del reparto corse Aprilia. Il telaio rimane standard, con la caratteristica struttura a traliccio in acciaio con montanti in lega di alluminio che fungono anche da supporto per il forcellone. Quest'ultimo, rispetto al Cross, è modificato sia per accogliere al meglio il cerchio da 5", sia per garantire una maggiore rigidità. Il 45.2 è l'ultima versione del bicilindrico a V da 77°, che porta in dote anche le esperienze nel Mondiale Supermoto 2010 con Thierry Van Den Bosch. Un moditore che in questa configurazione raggiunge i 13.200 giri, grazie anche all'uso di bielle in titanio e al diametro dei corpi farfallati dell'iniezione, cresciuto a 40 mm. Inoltre, le teste presentano nuovi piattelli valvole e molle, mentre i pistoni hanno le fasce in ghisa. Un'altra differenza, fondamentale, rispetto alle MXV Replica normali, è il sistema di gestione elettronica del motore. Deriva da quello utilizzato sulle Aprilia RSV4 ufficiali del Mondiale Superbike. Uno spinotto posto sopra al convogliatore laterale sinistro permette di connetterlo a uno strumento palmare, per la regolazione di tutti i parametri vitali della moto, dalla "carburazione" agli anticipi dell'accensione, alla calibrazione del sensore di posizione della farfalla dell'iniezione. Per questo la moto è letteralmente "invasa" dagli indispensabili cablaggi, sensori e sonde lambda.
The screamer
Interessante notare che per tutta la stagione Adrien Chareyre ha utilizzato la fasatura a scoppi regolari, quella nota come "Screamer", che permette di sviluppare la massima potenza. Adrien l'ha preferita alla meno esplosiva "Big Bang", utilizzata invece da VDB. Prima di cominciare il test, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Marco Torretti e Daniele Puca, titolari del Team Fast Wheels. Entrambi hanno qualche sassolino da togliersi dalle scarpe: "Siamo un piccolo team, ma grazie alla professionalità di tutti i componenti e alla bravura di Adrien, siamo riusciti a cogliere un risultato francamente insperato: è vero che abbiamo alle spalle un'azienda come Aprilia, che è stata fondamentale nello sviluppo della moto, ma è pur vero che tutto il resto lo abbiamo fatto noi, pagando di tasca nostra. Forse anche per questo non riscuotiamo grandi simpatie nel paddock. Lo abbiamo visto a Cahors, quando c'erano tanti team manager che facevano il tifo perché fossimo squalificati. Capisco il momento di tensione creato dall'incidente tra Thomas e Adrien, ma dal punto di vista tecnico ci tengo a ribadire che siamo sempre stati assolutamente in regola". Visto che ci siamo, parliamo di questo famigerato controllo di trazione. "Il sensore che ha provocato tante polemiche e discussioni nel dopo gara di Cahors non è altro che un sensore della velocità, posizionato nei pressi del pignone. Non abbiamo mai utilizzato controllo di trazione, ci è bastata la manetta di Adrien!".
Peccato, perché con il meteo che faceva i capricci e un acquazzone che ha bagnato improvvisamente la pista poco prima del nostro test, un sistema del genere non ci sarebbe affatto dispiaciuto! Pista umida e temperatura piuttosto bassa, nonostante questo, riusciamo a trarre ottime impressioni dalla moto.
Passiamo la parola al nostro tester, Paolo Salmaso: "Questa MXV mi piace tantissimo perché è una moto per tutti, non la classica 'arma' da top-rider regolata in maniera così estrema da essere inguidabile per tutti gli altri. Davvero, è facile andarci forte: il motore spinge da matti (oltre 70 CV al banco…ndr), ma mai in maniera brusca. Manca la pistonata tipica del mono e, in una situazione di aderenza precaria come quella di oggi, è un bell'aiuto. E poi rimane l'allungo infinito, tipico del bicilindrico, che sui rettilinei fa raggiungere velocità imbarazzanti. Sulla guidabilità incide in maniera fondamentale l'ottimo lavoro svolto dalla forcella. Si vede che è stata sviluppata da un pilota molto sensibile. Unisce una scorrevolezza ottimale a una sensibilità nel partire che non ha eguali. Sostenuta, ma non così rigida da spezzare i polsi, infonde grande sicurezza nell'avantreno. Un peccato che non sia in vendita… Il mono ha una taratura più rigida, ma comunque lavora benissimo e nel complesso il comportamento della moto è sempre equilibrato e neutro".
Intanto il team è già al lavoro per la nuova stagione. Rinnovato l'accordo con la casa madre e con Adrien Chareyre, si stanno svolgendo una lunga serie di test. Il reparto corse Aprilia continua lo sviluppo del bicilindrico e ha preparato molto materiale da provare, perché è vero che squadra che vince non si cambia, ma migliorare è sempre possibile!
Una lunga storia
Sappiamo tutti come è arrivato questo mondiale, con la coda di polemiche seguite all'incidente nell'ultima prova di Cahors, in Francia, che ha messo KO il fratello Thomas. Polemiche che oltre alla famiglia Chareyre, hanno coinvolto anche il team, contro il quale è stato presentato un reclamo nel dopogara per presunte irregolarità tecniche. Anche per questo motivo eravamo particolarmente curiosi di salire sull'Aprilia MXV 4.5 del Team Fast Wheels e scoprire se fosse stata davvero qualche diavoleria elettronica a favorire la vittoria di un titolo iridato che mancava dalla bacheca della casa di Noale dal 2006, quando Thierry Van Den Bosch si era aggiudicato il campionato della S2. Ne è passata di acqua sotto i ponti da allora e la MXV 4.5 di oggi è solo una lontana parente di quella SXV che, fin dalla sua comparsa nel 2004, aveva rivoluzionato il panorama del Supermotard, vincendo il titolo iridato della S2 all'esordio, con Jerome Giraudo. Il bicilindrico dall'allungo infinito e la ciclistica progettata e sviluppata appositamente per il Motard fecero, in effetti, la differenza rispetto alla concorrenza. I rivali corsero poi ai ripari e anche l'Aprilia dovette trovare nuove strade per rimanere al passo. Un'evoluzione che ha finito col pensionare la "vecchia" SXV e promuovere sul campo la MXV derivata dal modello Cross. Quello per intenderci, sviluppato da Joshua Coppins nell'ultimo anno di partecipazione ufficiale dell'Aprilia al Mondiale MX1, con il motore dotato di valvole in titanio, la lubrificazione a carter secco con serbatoio dell'olio integrato (e non più esterno con le tubazioni di raccordo) e l'avviamento con kick starter.
La moto del Team Fast Wheels segue quella filosofia di cross motardizzata, ma è sviluppata dalla MXV 450 Replica prodotta in piccola serie per il pubblico, fermi restando alcuni interventi diretti del reparto corse Aprilia. Il telaio rimane standard, con la caratteristica struttura a traliccio in acciaio con montanti in lega di alluminio che fungono anche da supporto per il forcellone. Quest'ultimo, rispetto al Cross, è modificato sia per accogliere al meglio il cerchio da 5", sia per garantire una maggiore rigidità. Il 45.2 è l'ultima versione del bicilindrico a V da 77°, che porta in dote anche le esperienze nel Mondiale Supermoto 2010 con Thierry Van Den Bosch. Un moditore che in questa configurazione raggiunge i 13.200 giri, grazie anche all'uso di bielle in titanio e al diametro dei corpi farfallati dell'iniezione, cresciuto a 40 mm. Inoltre, le teste presentano nuovi piattelli valvole e molle, mentre i pistoni hanno le fasce in ghisa. Un'altra differenza, fondamentale, rispetto alle MXV Replica normali, è il sistema di gestione elettronica del motore. Deriva da quello utilizzato sulle Aprilia RSV4 ufficiali del Mondiale Superbike. Uno spinotto posto sopra al convogliatore laterale sinistro permette di connetterlo a uno strumento palmare, per la regolazione di tutti i parametri vitali della moto, dalla "carburazione" agli anticipi dell'accensione, alla calibrazione del sensore di posizione della farfalla dell'iniezione. Per questo la moto è letteralmente "invasa" dagli indispensabili cablaggi, sensori e sonde lambda.
The screamer
Interessante notare che per tutta la stagione Adrien Chareyre ha utilizzato la fasatura a scoppi regolari, quella nota come "Screamer", che permette di sviluppare la massima potenza. Adrien l'ha preferita alla meno esplosiva "Big Bang", utilizzata invece da VDB. Prima di cominciare il test, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Marco Torretti e Daniele Puca, titolari del Team Fast Wheels. Entrambi hanno qualche sassolino da togliersi dalle scarpe: "Siamo un piccolo team, ma grazie alla professionalità di tutti i componenti e alla bravura di Adrien, siamo riusciti a cogliere un risultato francamente insperato: è vero che abbiamo alle spalle un'azienda come Aprilia, che è stata fondamentale nello sviluppo della moto, ma è pur vero che tutto il resto lo abbiamo fatto noi, pagando di tasca nostra. Forse anche per questo non riscuotiamo grandi simpatie nel paddock. Lo abbiamo visto a Cahors, quando c'erano tanti team manager che facevano il tifo perché fossimo squalificati. Capisco il momento di tensione creato dall'incidente tra Thomas e Adrien, ma dal punto di vista tecnico ci tengo a ribadire che siamo sempre stati assolutamente in regola". Visto che ci siamo, parliamo di questo famigerato controllo di trazione. "Il sensore che ha provocato tante polemiche e discussioni nel dopo gara di Cahors non è altro che un sensore della velocità, posizionato nei pressi del pignone. Non abbiamo mai utilizzato controllo di trazione, ci è bastata la manetta di Adrien!".
Peccato, perché con il meteo che faceva i capricci e un acquazzone che ha bagnato improvvisamente la pista poco prima del nostro test, un sistema del genere non ci sarebbe affatto dispiaciuto! Pista umida e temperatura piuttosto bassa, nonostante questo, riusciamo a trarre ottime impressioni dalla moto.
Passiamo la parola al nostro tester, Paolo Salmaso: "Questa MXV mi piace tantissimo perché è una moto per tutti, non la classica 'arma' da top-rider regolata in maniera così estrema da essere inguidabile per tutti gli altri. Davvero, è facile andarci forte: il motore spinge da matti (oltre 70 CV al banco…ndr), ma mai in maniera brusca. Manca la pistonata tipica del mono e, in una situazione di aderenza precaria come quella di oggi, è un bell'aiuto. E poi rimane l'allungo infinito, tipico del bicilindrico, che sui rettilinei fa raggiungere velocità imbarazzanti. Sulla guidabilità incide in maniera fondamentale l'ottimo lavoro svolto dalla forcella. Si vede che è stata sviluppata da un pilota molto sensibile. Unisce una scorrevolezza ottimale a una sensibilità nel partire che non ha eguali. Sostenuta, ma non così rigida da spezzare i polsi, infonde grande sicurezza nell'avantreno. Un peccato che non sia in vendita… Il mono ha una taratura più rigida, ma comunque lavora benissimo e nel complesso il comportamento della moto è sempre equilibrato e neutro".
Intanto il team è già al lavoro per la nuova stagione. Rinnovato l'accordo con la casa madre e con Adrien Chareyre, si stanno svolgendo una lunga serie di test. Il reparto corse Aprilia continua lo sviluppo del bicilindrico e ha preparato molto materiale da provare, perché è vero che squadra che vince non si cambia, ma migliorare è sempre possibile!
Test Aprilia 450 Adrien Chareyre. L'arma del delitto
Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.