Il terremoto che ha scosso il mondo dell’Enduro racing nell’inverno 2020 è stato il passaggio del team Boano da Beta a TM. Dopo aver condiviso (e spesso propiziato) i successi dell’azienda toscana, il gruppo di lavoro di Jarno Boano è diventato il punto di riferimento per l’attività racing – e in parte anche di comunicazione – della Casa di Pesaro, a cui ha portato in dote tutta la sua competenza nella gestione delle moto e dei piloti, senza dimenticare il suo fiuto di talent scout.

Le prime gare del 2021 hanno subito dato una larga benedizione al sodalizio Boano-TM, che ad esempio in Sicilia ha piazzato quattro piloti nei primi cinque dell’Assoluta. L’obiettivo è quello di far crescere TM contando su una base di eccellenza tecnica che gli appassionati hanno sempre riconosciuto all’azienda romagnola. Le TM hanno da sempre fama di essere moto raffinate e potenti, ma anche “difficili”. Quanto di questa fama è meritata?

Originale a dir poco

Abbiamo l’occasione di provare la enduro EN 250 Fi MY21 a confronto con la versione ufficiale di Matteo Cavallo, messa a punto dal team piemontese. “Messa a punto” è l’espressione giusta, perché come da tradizione TM la EN ufficiale ha ben poca componentistica speciale: sospensioni, telaio, forcellone, carter, mozzi sono quelli. La differenza la fanno il lavoro sul motore e l’accordatura generale.

Vediamo dunque come è fatta la moto di serie. Il telaio è un perimetrale in alluminio – TM è l’unica Casa europea ad aver adottato questo schema “giapponese” – abbinato a un forcellone in alluminio, all’interno del quale viene montato il motore bialbero nato per la Moto3, da cui arriva tutta la parte termica (cilindro, testa, pistone, distribuzione e doppio scarico) adattata per il motocross e infine montata sul basamento da enduro, con cambio a 6 rapporti. Il layout è quello tipico delle ultime TM, con la grande cassa filtro nella zona dietro il cannotto e il serbatoio collocato più vicino al baricentro, nella zona sotto la sella e con tappo posto nel fianchetto destro. Le sospensioni sono KYB, con la forcella AOS 48 e il mono con link; i freni sono Nissin.

Ma la TM è due volte strana, perché oltre ad essere atipica per certe soluzioni e certa componentistica che starebbero bene su una moto del Sol Levante, il risultato finale appare diametralmente opposto: tanto queste sono oggetti meticolosamente industrializzati, tanto lei mantiene un sapore artigianale, anche rispetto a un’austriaca o a una Beta, se vogliamo rimanere in Italia. Questo è un aspetto che può piacere o meno; come dicevamo, la TM ha comunque una impostazione piuttosto originale, molto meno classica rispetto a una Beta 4T.

Come va: la jap di Romagna

Avendo avuto poche occasioni di provare una TM negli ultimi anni, in cui la concorrenza si è ampliata e sviluppata, eravamo curiosi di prendere le misure alla enduro pesarese. Che a dispetto della fama di moto “maschia”, si è rivelata sorprendentemente semplice nell’approccio.

Il feeling è in effetti alla giapponese, non tanto per il telaio quanto per l’assetto con il posteriore basso. Anche le sensazioni alla guida possono ricordare una Honda, per l’immediatezza di approccio e la grande sicurezza che sa infondere, specie in percorrenza nei canali e sul veloce, dove è sempre ben piantata. Il merito va anche alle  sospensioni KYB, che a noi piacciono sempre: funzionano bene e pur essendo morbide nel setting di partenza sono anche precise. Provate sia in pista da cross che in un contesto più enduristico, hanno mostrato un compromesso valido ovunque: sono scorrevoli e nel primo tratto partono subito, facendo poi seguire una bella progressione. Bene anche il mono per trazione e capacità di assorbire.

Se la EN 250 Fi è molto più immediata nel feeling e stabile sul veloce rispetto a un’austriaca, nello stretto ha una sua agilità, ma la trasmette in modo molto diverso rispetto a KTM o Husqvarna: c’è un momento ideale per l’ingresso in curva o l’uscita dal canale, e la TM va guidata con precisione per sfruttarlo; è comunque meno macchinosa di una Beta 4T.

Molto interessante il motore, che ha tanta coppia sotto e tanta schiena ai medi, dove ha forza e spinge. Le austriache sono forse raccordate meglio e più cattive nell’allungo, ma questo passaggio tra bassi e medi ce l’ha solo TM: e su una 250 è tanta roba. Si tratta anche qui di guidarla con la precisione necessaria, essere rapidi nella cambiata per sfruttare il regime migliore; se ci riesci, la moto bianco azzurra fa davvero tanta strada. Ottima per modulabilità e tenuta la frizione idraulica.

Cavallo di razza

Proprio il motore è la differenza più evidente sulla Factory di Matteo Cavallo: gli interventi sulla termica e la mappatura voluta da Matteo hanno regalato al duemmezzo TM non solo un tiro ancora maggiore ai bassi, ma soprattutto un allungo infinito: quella cambiata così precisa non serve più. Insomma, la EN ufficiale è un vero aeroplano, un giocattolo di altissimo livello che regala sensazioni migliori su ogni fronte.

Per il resto, come dicevamo, è soprattutto questione di set-up legato ai gusti del pilota. Oltre a tarature elastiche e idrauliche specifiche per il suo peso e il suo stile, c’è una forcella completamente sfilata come piace a Matteo, con il tappo che rimane a filo con la piastra. E se la KYB di serie ci piaceva, questa è parsa perfetta, mai troppo dura e rigida come ci si potrebbe aspettare da una moto pronta per il titolo mondiale. Sostenuta sì, ben piantata ma comunque utilizzabile anche da un amatore veloce. Una signora forcella, pronta a scorrere subito e copiare il tutto, che sa unire tanta stabilità sul veloce a una incredibile precisione ed efficacia in ingresso curva.

Alta quota

Altra grande differenza – positiva per me che sono alto come Matteo – è la seduta poco più alta, con una sella dritta e sostenuta; più dritto anche il manubrio, e questa soluzione rende gli spostamenti in sella davvero molto più rapidi e dinamici, addirittura sorprendenti. Si può arrivare a sedersi sul serbatoio (in realtà la cassa filtro) grazie alla linea completamente orizzontale e alla perfetta triangolazione.

Il resto lo fanno come dicevamo le sospensioni, specie la forcella davvero esagerata perlomeno quando vai forte. Solo quando le velocità scendono, nel lento, se non si ha il fisico resta più facile la EN 250 Fi di serie; del resto le moto Factory sono fatte per andar forte, e Matteo Cavallo ha già fatto vedere quanto forte può andare lui in sella a questo gioiellino TM Factory.

Per chi non è al suo livello, la EN 250 Fi di serie è comunque un gran bell’oggetto, a livello della migliore concorrenza e con in più tutta l’esclusività di TM. Una moto con doti molto chiare per l’amatore.