Moto
Fantic XEF Rally: per l’Africa, ma non solo
Fantic ha fatto centro con questa enduro buona per gli sterrati nostrani e l'adventouring, come per le distese di sabbia africane. Il tutto ad un prezzo concorrenziale: 14.490 euro
14.490 euro: sta tutta lì la notizia, o quasi. Perché la Fantic XEF Rally, a quel prezzo (la Factory è a quota 23.990) è un po’ una sorta di pillola per il mal d’Africa. Se hai la “scimmia” per quel continente, se vuoi provarci a viverlo in moto, con lei potresti esaudire il sogno della vita.
Partiamo dicendo cos’è. Una Yamaha WR Cross Country, quella dedicata al mercato americano (da noi la WR ufficialmente non arriva), con tre serbatoi per una capienza complessiva di 30 litri, scarico basso, cupolino che sfrutta il faro originale, castello porta road-book (digitale, da solo vale 1.000 euro circa), rapportatura finale allungata (48 denti invece che 50), cassa filtro rivista, disco freno anteriore maggiorato a 300 mm, manopole in spugna dallo spessore importante e rivestimento sella simil-scamosciato. Curiosità: i 3 serbatoi, due laterali anteriori e uno centrale, sono realizzati da una ditta toscana con procedimento rotazionale, quello che si usa per le produzioni in larga scala. In Fantic riescono a tenere il prezzo finale competitivo perché non arriva la moto intera per poi essere “cannibalizzata”, ma solo ciclistica e motore: non dimentichiamoci che l’azienda veneta ha un rapporto stretto con il Marchio giapponese, in più le ha ritirato lo stabilimento bolognese Minarelli, risolvendo un bel problema occupazionale ai giapponesi (che sono molto attenti a questo argomento).
La Factory è tirata in numero limitato (50 unità) e ha diverse componenti speciali: piastre e mozzi ricavati dal pieno, parastrappi, scarico full-titanium, radiatore dell’olio e filtro maggiorato, pedane maxi e altro ancora. Vendono anche tutte queste parti separate, in un kit che viene consegnato in una mega case che si trasforma in pratico trolley (idea furba, e così facendo rimangono ruote + scarico doppi). Insomma il progetto è ben pensato, c’è dietro un investimento notevole ed è rivolto all’utente comune, perché la facilità di smontaggio/rimontaggio è stata tenuta in grande considerazione. Peso dichiarato inferiore ai 140 kg.
La presentazione di questa moto è stata particolare e, devo dire, molto ben riuscita. Fantic si è affidata a Tiziano Internò, alias RallyPov, una “case history” della comunicazione video degli ultimi anni visto che i suoi reportage dakariani hanno fatto scuola. Patrizio ha organizzato una vera e propria “caccia al tesoro”: 115 km prevalentemente in fuoristrada, tutti da navigare, partendo da Rezzato (BS) fino al lago di Garda e ritorno.
Un’esperienza, più che un test, che varrebbe da sola un articolo. Mi limito a dire che seguire le note è difficile all’inizio soprattutto per chi ha una certa velocità, perché devi concentrarti sulla lettura abbandonando la tua istintività di guida, che ti porta a danzare fra le curve sentendo la moto come il prolungamento naturale del tuo corpo. Presa confidenza, però, regala grande soddisfazione. E più ci provi, più c’azzecchi, più godi.
Ma torniamo a lei, oggetto di queste righe. La seduta è alta, perfetta, in vero stile africano. Il manubrio risulta non troppo alto e il passaggio da seduti a in piedi e viceversa, indispensabile nella guida Rallystica, è facilitato.
Da seduti l’ingombro c’è, le gambe si allargano, soprattutto se si avanza, ma in piedi la XEF 450 Rally si guida quasi come una enduro normale. Un serbatoio posteriore la avrebbe resa più snella, ma penalizzando baricentro e guidabilità. Rimango del parere che 30 litri per i percorsi nostrani sono tanti, forse ne sarebbero bastati meno, ma quest’abbondanza è fascino intrinseco del concetto africano.
Siccome però questa moto è, a tutti gli effetti, una Enduro specialistica, e non una special con telaio a traliccio votata alle velocità desertiche, la guidabilità c’è. Eccome se c’è. Ragion per cui la vorresti guidare anche in un enduro nostrano, come del resto abbiamo fatto (addirittura con un passaggio nel campo da Cross di Serle) e come rimane nelle sue corde. Ecco il punto: questa moto saprebbe regalare soddisfazioni non solo in Africa. Mulattiere no, ma sterrati e qualcosa in più se li beve (calcolate che a noi, mannaggia, l’hanno fatta provare con 20 litri nel serbatoio…). Ci fosse un serbatoio meno ciccione, sarebbe la gioia di numerosissimi enduristi desiderosi di Adventouring.
Erogazione lineare, pastosa, niente prima lunga, quinta distesa. Bingo. Newton-metro spalmati bene, libidinosissimi da sfruttare. Taratura delle sospensioni morbida, come deve essere su una moto così, ma non per questo cedevole. Buona scorrevolezza. Ci dai dentro senza giocare troppi jolly, insomma. Bella frenata, ti rendi conto che c’è un bel mordente, però mi si è allungata la leva in un tratto asfaltato in discesa ricco di curve. C’è da dire che l’ho violentato quell’impianto, ma in ogni caso non dovrebbe succedere.
C’è solo una cosa che non mi è piaciuta, il rumore. Senti un sacco l’aspirazione, la cassa filtro Yamaha ce l’hai in bocca, e a ogni apertura corrisponde una risonanza marcatissima. In più, lo scarico è da “rapina”, non ci possiamo più permettere di fare così tanto baccano. In Africa magari, ma da noi, in Europa no. Altrimenti è dura convincere che non siamo delinquenti… E in ogni caso, una tonalità così ti tira scemo a fine giro. Ma è un attimo correre ai ripari…
Brava Fantic. Finora hai mostrato di saperci fare, e tanto, a livello grafico, e rendendo più performanti modelli già validi. Ma con questa moto sei andata oltre: hai fatto l’Enduro che non c’era. Per lo meno a questo prezzo. Chapeau.
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