Moto
Prova Yamaha YZ250F 2024: slim fit
Più potente, più precisa ma soprattutto più snella: ecco la nuova Yamaha YZ250F, che abbiamo guidato in anteprima sul tracciato francese di Beauvoisin trovando qualità ciclistiche davvero sopraffine!
Il 2023 è un anno importante per Yamaha, che festeggia 50 anni dal primo titolo mondiale nel Motocross, arrivato nel 1973 con Hakan Andersson, pochi mesi dopo l’introduzione della YZM250 ufficiale dotata del rivoluzionario sistema Monocross, il primo monoammortizzatore della storia.
Yamaha celebra la ricorrenza con la versione aggiornata della YZ250F: in mezzo secolo il mondo è cambiato molto, la 250 non è più a due tempi ma a quattro e non è più la classe regina ma quella che fa crescere i futuri campioni; quel che non è però cambiato è la voglia di Yamaha di innovare e di primeggiare, che questo MY24 mostra appieno.
Come è fatta
Tanto per cominciare, oltre che nel classico e intramontabile blu c’è una versione celebrativa con plastiche bianche, sella viola, cerchi neri e grafiche viola/rosa: più Anni 90 che Anni 70 a dire il vero, ma comunque un periodo importantissimo nella storia Yamaha, gli ultimi anni prima dell’arrivo del blu e del 4T.
Come la YZ450F MY23, la nuova YZ250F guadagna una snellezza che finora le era mancata: resta il caratteristico motore con aspirazione anteriore e scarico posteriore, ma i nuovi condotti verso l’airbox passano comunque ai lati della sella consentendo di liberare la parte anteriore: il risultato sono convogliatori finalmente snelli come sulla migliore concorrenza, una svolta che gli appassionati aspettavano da anni. Parliamo di ben 50 mm in meno di larghezza, abbinati a una nuova sella senza cuciture più stretta (-6 mm in larghezza) e molto più piatta (-15 mm di differenza di altezza tra la parte anteriore e quella posteriore). Nuovi anche i parafanghi.
Anche il telaio in alluminio è lo stesso della YZ450F di ultima generazione, che abbiamo subito amato per la sua grande precisione. Il punto centrale delle nuove geometrie è il riposizionamento del piantone dello sterzo più in basso di 15 mm, che ha anche contribuito a centralizzare ulteriormente le masse migliorando la maneggevolezza e consentendo cambi di direzione più rapidi.
Sono di conseguenza stati spostati più in basso anche i montanti, che presentano un nuovo profilo a U sulla parte posteriore che modifica il bilanciamento delle rigidezze nel telaio. Il nuovo layout del telaio abbassa anche il baricentro e migliora l'assorbimento degli urti.
Le sospensioni KYB restano tra le nostre preferite
Non cambiano le sospensioni KYB, che restano tra le nostre preferite, con la forcella AOS 48 che guadagna nuove tarature armonizzate con il nuovo telaio, nuovi paraoli maggiorati e un nuovo registro per la regolazione della compressione che non richiede attrezzi; anche il mono cambia la taratura. Per il freno posteriore arriva una nuova tubazione che dovrebbe aumentare la sensibilità del comando.
Lato motore non c’è soltanto il nuovo airbox, diverso nella forma e con la parte inferiore in gomma anziché in plastica per seguire meglio le pulsazioni di pressione, ma anche diverse mappature per sfruttare la maggior disponibilità di aria e tradurla in migliori prestazioni agli alti regimi. Il motore bialbero guadagna una distribuzione ad attrito ridotto, con nuovi pignoni e catena, e come sulla YZ450F arriva la versione aggiornata e semplificata del Power Tuner per App, che consente di intervenire sui parametri motore con un semplice smartphone.
Sempre l’App e il nuovo tasto multifunzione al manubrio consentono di gestire il nuovo controllo di trazione (2 livelli o disattivabile) e il Launch Control che offre al pilota la possibilità di impostare un regime massimo compreso tra 6.000 giri/min e 11.000 giri/min in incrementi di 500 giri/min, partire a full gas e poi lasciare che il sistema si disattivi quando viene innestata la terza marcia.
Come va
Il nostro test si è svolto sullo stupendo tracciato di Beauvoisin, nel sud della Francia, caratterizzato da veloci saliscendi e grandi scollinamenti dove poter sfruttare al massimo questa nuova 250 Yamaha. Ma anche tante ripartenze da fermo in salita, con terreno duro a tratti “pongoso”, ma che nel corso della giornata è andato via via seccandosi, rendendo anche necessaria una buona trazione e messa a terra della potenza.
Fin dai primi metri capisci che questa Yamaha non è più quella che conoscevi. Il forte rumore di aspirazione tipico dell'YZF è diminuito, ora ci si fa meno caso: sarà perché l'aria arriva in modo diverso e forse anche in minor quantità. La posizione del manubrio è stata spostata all'indietro, più vicino al pilota, e l'ergonomia è come abbiamo detto più compatta, con la sella più piatta montata più in alto di 5 mm, mentre i poggiapiedi sono montati più in basso di 5 mm, per un aumento totale di 10 mm dell’abitabilità riservata alle gambe.
Tra le gambe senti subito una moto più snella, più maneggevole e meglio bilanciata, sembra addirittura più leggera. Il davanti è piantato su un binario, dà una sicurezza incredibile sia nell'ingresso nel canale che sul veloce. Inserirla in curva o indirizzarla nella traiettoria prescelta è davvero facile ed intuitivo.
Maneggevolezza nello stretto ma stabilità sul veloce, due cose che non sempre è facile far andare di pari passo. Qua invece (come peraltro sulla 450) Yamaha sembra esserci riuscita, grazie anche ad una taratura delle sospensioni sostenuta, soprattutto all'anteriore. La forcella non affonda mai troppo, neppure negli avvallamenti più accentuati, trasmette sicurezza sul veloce ma permette comunque ingressi in curva rapidi e fluidi. Il mono copia bene sia in staccata che in trazione, e insieme alla forcella e al nuovo telaio offre un bilanciamento ciclistico ottimale, che si traduce in un grande feeling di guida e permette di divertirsi senza fare troppa fatica.
Rimane una moto facile e piacevole, che permette di guidare con poco dispendio fisico
Il motore è rimasto pressoché quello 2023, ma con l'app Power Tuner aggiornata è diventato più facile ed intuitivo andare a personalizzare l'erogazione come più ci piace. Sia con le varie griglie che già conosciamo, ma anche con una ancora più facile selezione di mappe, da quelle più smooth a quelle più aggressive. E poi il traction control e il launch control danno una mano a chi è meno esperto a gestire al meglio la trazione.
In pista dicevamo però che il carattere è rimasto pressoché invariato, con un'erogazione molto facile e lineare fin dai bassi, che non mette mai in crisi e ti porta con sicurezza fuori dalle curve. Buona la trazione, anche là dove il terreno risulta lucido e scivoloso, ma in alto il motore mura abbastanza presto, non ha le doti di allungo e potenza massima di un austriaco o di un TM; richiede di cambiare spesso marcia e non insistere troppo sul gas quando si è prossimi al limitatore, perché si rischia di non fare strada.
Nel complesso però una moto molto facile e piacevole, che ti permette di guidare con poco dispendio fisico a tutto vantaggio del feeling tra mezzo meccanico e pilota. E visto che dai vertici Yamaha, durante la presentazione ufficiale, è proprio venuto fuori come i piloti "veri" ultimamente ricerchino più una moto facile e ben bilanciata, che possano guidare al meglio delle loro possibilità tecniche, piuttosto che una moto potente ma difficile da portare al limite, direi che l'obiettivo è stato centrato e raggiunto alla grande!
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