Prova KTM 250 EXC-F 2025: meglio la Six Days o la versione “kit”?

La KTM 250 EXC-F rappresenta da anni il riferimento sia per gli amatori impegnati nelle uscite del fine settimana che per i piloti più esperti. La maneggevolezza ai vertici della categoria, l'abbondanza di coppia ai bassi regimi e una guidabilità in grado di infondere sicurezza a qualsiasi pilota, consentono velocità e divertimento.

Ma chi utilizza la moto solo in gara è sempre alla ricerca di qualcosa in più. Per loro KTM propone la versione Six Days, sviluppata in funzione di gare impegnative come la Sei Giorni di Enduro. Per chi invece preferisce fare da sé, il catalogo KTM Powerparts offre tutto il necessario per preparare in casa la propria moto da gara.

In questo test, i nostri Angelo Barbiero e Mauro Zucca hanno messo a confronto la KTM 250 EXC-F Six Days con la versione standard, arricchita però con il pacchetto completo di sospensioni WP Pro e del sistema di scarico Akrapovic.

Il parere di Angelo Barbiero

Che si parta per una lunga speciale dell'ISDE o per una lunga giornata con gli amici, la KTM Six Days è forse il pacchetto più mirato e completo che si possa scegliere. La 250 EXC-F che abbiamo provato era perfetta tra le radici, i sassi e le difficoltà tipiche dell'enduro ligure, così come nella Prova Speciale circostante lo splendido tracciato di Pieve di Teco. Condizioni che replicano realisticamente il terreno di gara di una prova di enduro vera.

Le protezioni sono quelle giuste – accessori che non solo appagano l'occhio, ma che hanno una funzione specifica se contestualizzati nell'ottica dell'utilizzo specialistico della moto. Rispetto alla moto base kittata (sospensioni WP Pro Components e scarico Akrapovič) ho apprezzato molto la Six Days perché risulta più facile, più comoda e addirittura sembra più piccola, più bassa e agile di quella da "superpro". La risposta del gas è più precisa, soprattutto nella prima apertura. Poi sale lineare, con meno brio della moto con l'Akra, ma fluida e costante con un tempo di risposta del gas sempre controllabile e facilmente stabilizzabile. Questo permette di essere più precisi nelle riaperture, nel difficile e dove bisogna andare di fino per trovare trazione. Per contro, dove serve più spinta o dove per non cambiare si insiste con la marcia corta la moto kittata offre una risposta migliore, più consistente e più energica. 

A livello ciclistico direi che le considerazioni sono simili: in mulattiera, nel rognoso, dove serve feeling e precisione meglio la Six Days, mentre dove la velocità aumenta, bisogna tenere aperto e affrontare ostacoli impegnativi, le sospensioni WP Pro fanno una notevole differenza. Parlando di sospensioni Pro: la forcella rende l'avantreno decisamente più solido, consistente e la moto risulta più alta, più “un cavallo”. Dietro, la consistenza va di pari passo con la possibilità di regolare in maniera differenziata e mirata il freno idraulico di ritorno. Potendo differenziare alte velocità e minime, sia in compressione che in ritorno, si riesce a raggiungere il miglior setting personale possibile, assecondando gusto e caratteristiche di ogni guida. La ruota rimane a terra, ma la moto non diventa un cavallo a dondolo.

Questa consistenza ha un rovescio della medaglia: alle basse andature non si riesce a far lavorare completamente le sospensioni, col risultato di un minor comfort. Ma è un po’ la stessa cosa anche in termini di performance: se non stacco forte, faccio girare di freno e gas o non inserisco deciso nel canale, la moto risulta meno facile da far curvare.

In definitiva posso dire che nell'enduro classico e sulla lunga distanza preferisco la Six Days, mentre per un utilizzo in ottica performance, pista, prova speciale dove si va in moto solo a manetta e per meno tempo la moto kittata è davvero superiore.