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Yamaha WR 450 vs KTM 350 Freeride vs Ossa TR 280i. Tutti insieme appassionatamente!

il 28/06/2012 in Moto

Trial, Enduro o... Freeride? Il terzo volto dell'off-road è sbarcato sulla terra. Ed è più divertente e intelligente che mai

Yamaha WR 450 vs KTM 350 Freeride vs Ossa TR 280i. Tutti insieme appassionatamente!
Porca miseria, mi sono sentito bravo! Quasi uno vero! E per me, che mi ammazzo più di computer che di manetta... porca miseria – ripeto – che soddisfazione! Pazzesco! Cosa mi è successo, vi chiederete. Beh, quando ti trovi davanti a una salita impestata, col sasso liscio, viscido e bagnato dai diluvi di primavera, ma riesci ad andare su manco fossi un drago dell'Enduro... o durante la notte ti hanno impiantato i geni di Taddy Blazusiak, il mago dell'estremo, oppure sotto le chiappe hai un'arma non convenzionale, un oggetto micidiale. Qualcosa di nuovo, un incrocio, un ibrido. Ed è proprio così. Signore e signori: ecco la KTM 350 Freeride.

La nuova via
I saggi lo dicono da millenni: "La virtù sta nel mezzo". E proprio lì, nel mezzo, si va a piazzare la nuova KTM. Così, per farci un'idea chiara su questa nuova realtà, l'abbiamo caricata sul furgone con altre due moto che rappresentano le vie già esistenti: un Enduro vero - rappresentato dall'ultima nata Yamaha WR 450F - e nientemeno che una serissima moto da Trial come la Ossa TR 280i. Del resto già solo a guardarla sul cavalletto lo si capisce al volo: la Freeride è l'anello di congiunzione tra il mondo dell'Enduro e quello del Trial, pianeti che oggi, grazie a lei, sono molto più vicini. Quanto, lo scopriremo oggi: destinazione boschi svizzeri, si parte. In viaggio facciamo una considerazione. Le moto da Trial, negli anni, si sono sempre più estremizzate. Ricordo ancora i mitici Fantic Motor degli anni Ottanta, quelli con il serbatoio rosso e i freni a tamburo, per capirci. Erano mezzi specialistici ma mantevano un'anima disinvolta che, oggi, resta solo nelle moto da motoalpinismo. Si è infatti creata una spaccatura netta: da una parte il Trial da acrobati alla Tony Bou e dall'altra i mezzi "da montagna", da usare anche fuori zona. Ma su questi ultimi, finora, i costruttori hanno investito poco. Proprio in questo settore si inserisce la KTM. Lo fa con tutta la sua forza commerciale e di marketing, ma al centro c'è il prodotto: una moto semplice ma, allo stesso tempo, dannatamente "fun", divertente. E, cosa che non guasta mai, anche bella da guardare. E scusate se è poco. Non ci sono dubbi: a Mattighofen hanno l'occhio lungo. Con la Freeride si sono inseriti di prepotenza anche nell'unico settore del panorama off-road, Trial a parte, in cui non erano presenti. E lo hanno fatto alla loro maniera, con un prodotto ricercato dal punto di vista tecnico, ma anche del look. E la Freeride, appena arrivata, è già cool.

Gita di classe
La Yamaha WR 450F la conosciamo bene. Classica Enduro alla giapponese, è equilibrata, realizzata con grande cura, dotata di un motore sempre sincero e di un pacchetto sospensioni un po' morbido quando si cerca il tempo in fettucciato, ma perfetto per la girata domenicale con gli amici. E, oggi, il giro che facciamo con le nostre tre moto è proprio così. La Ossa TR 280i, invece, non la conosciamo proprio. Addosso non ha niente, è quanto di più essenziale possa esistere con due ruote e un motore. Quel suo essere scarna acchiappa non poco, anche se le sue quote non ci sono per nulla familiari. Inoltre, quel "vuoto" sopra il motore derivante dal prolungamento del parafango posteriore – che dovrebbe essere, anzi è, la sella – ci fa capire che passeremo tutta la giornata in piedi. Cavolo se è leggera però... stai vedere che ci scappa anche qualche numero di quelli giusti. Ops, quasi mi dimenticavo: ma quanto è lontana la leva del cambio dalla pedana sinistra? Un botto! Ci rendiamo subito conto che, leggerezza a parte, non sarà per nulla facile stare in compagnia degli altri due. Sono soprattutto i tratti veloci a limitare, anche perché stando sempre in piedi la parte bassa delle cosce inizia prime delle altre a risentire della fatica: quando vai a stringerla tra le gambe, infatti, non trovi praticamente nulla. Però che soddisfazione quando inizia la salita! Basta avere l'accortezza di caricare il posteriore e anche quello che sembrava impossibile diventa realtà. A lasciare senza parole sono la rapidità nel cambiare la linea da seguire e la imperturbabile trazione. Lo abbiamo scritto altre volte sulle pagine di questo giornale ma, mai come in questo caso, val la pena ripeterlo: "Si guida con il pensiero". L'unico limite nell'uso enduristico estremo (sella a parte!) è quello del pilota. L'abilità è la sua forza. A livello concettuale, la KTM Freeride si avvicina più alla Yamaha WR che non alla Ossa. Ha una vera sella su cui potersi sedere e una triangolatura sella-pedane-manubrio davvero azzeccata. Consente poi un buon appoggio dei piedi a terra, pur senza farti sentire seduto su un bassotto. Insomma, è accogliente. E poi è educata, con quel doppio silenziatore capace di soffocare ogni fremito meccanico. Il tremmezzo austriaco non è un mostro di cavalleria, ma a Mattighofen l'hanno fatto così apposta, e noi non possiamo che dar loro ragione. L'importante è tenerlo sempre allegro, non farlo calare troppo di giri... che poi, se sei capace di dargli il gas, a ottanta all'ora in mezzo a piante e mulattiere ci arriva benissimo. E una cosa è certa: nei boschi non vi sentirà nessuno. La Freeride, infatti, è di una silenziosità spaventosa. Ma soprattutto è originale, fuori dagli schemi, con quella sella ribaltabile per fare benzina – un po' come sulla Vespa 50 Special – e quel filtro dell'aria con cartuccia estraibile, piazzato anch'esso sotto la sella. E che dire poi del telaio bimetallico acciaio/alluminio? Figo!

Dal motoalpinismo al freestyle
Eravamo molto curiosi di una cosa: verificare l'efficacia della forcella WP da 43 mm. Il risultato? Davvero ottimo! Preferisce lo stretto – dove c'è da guidare di fino – ed è una buona incassatrice soprattutto in discesa, dove rimane più caricata. In salita, invece, la forca lavora a mezzo servizio, considerata la forte attitudine della Freeride all'impennata. Non sappiamo se tale caratteristica sia stata voluta dagli ingegneri di Mattighofen, ma di fatto la Freeride impenna da paura. Invita ad affrontare tutto in mono ruota, anche i sentieri più bucati in salita: si alleggerisce l'avantreno, si tira su la moto e si inizia a copiare il terreno con la sola ruota posteriore. Bellissimo. Chiaro, poi non portatela tutto il giorno su una strada tagliafuoco larga come un nastro d'asfalto urbano, anche perché la rapportatura corta vi costringerebbe a viaggiare sempre in prossimità del regime massimo di rotazione. Se il vostro pane sono strade così, non abbiate dubbi: la Yamaha è la moto per voi. Con la cavalleria e la ciclistica che si ritrova spazzolerete ogni curva a colpi di gas... libidine pura. La Freeride è diversa. È leggera e vi riporterà a casa senza avervi massacrato il fisico. È un po' come la Ossa da Trial: ama tutte quelle situazioni in cui la potenza è tutto sommato un accessorio. Facile, ma non scontata, la nuova KTM è divertente senza essere invadente. E di questi tempi non è poco.
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