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Mondiale MXGP: i perché della protesta di Ernèe

Redazione
dalla Redazione il 08/06/2022 in News
Mondiale MXGP: i perché della protesta di Ernèe
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Lo “sciopero” dei piloti prima della gara di qualificazione della MXGP in Francia ha suscitato molto scalpore e ha rimesso in discussione il senso della gara di qualificazione

Si parla molto in questi giorni di quello che è successo sabato prima della gara di qualificazione della MXGP del GP di Francia ad Ernèe. Come spesso accade i pareri sono divisi tra chi appoggia la scelta dei piloti e chi ritiene si sia trattato di un azione esagerata.

Questi fatti: dopo un violento rovescio di pioggia, che nel giro di mezz'ora ha compromesso le condizioni della pista, i piloti della MX2 hanno dovuto affrontare la gara di qualificazione in condizioni molto difficile e quando i piloti della MXGP sono stati chiamati sulla linea di partenza per la loro gara di qualificazione, si sono rifiutati di prendere il via. Il problema principale erano le condizioni del rettilineo di partenza e della prima curva, dove ad esempio Jago Geerts è caduto nella gara di qualificazione MX2, uscendone fortunatamente illeso.

I rappresentanti della FIM, David Luongo e i piloti ufficiali hanno discusso molto sul da farsi e alla fine la gara si è svolta con soli nove piloti al via. La questione sarebbe sicuramente potuta essere gestita meglio, ad esempio se fosse stato sistemato il rettilineo di partenza e la prima curva. Invece, di fronte alle proteste di Jorge Prado, Jeremy Seewer, Tim Gajser e Glenn Coldenhoff qualcuno avrebbe detto ai piloti che sarebbe stato meglio che  “fossero andati a giocare a golf”.

A quel punto i piloti non si sono sentiti tutelati e la situazione è degenerata con la decisione di non prendere il via.

A memoria l’ultima protesta nel Mondiale Motocross, risale al 2012, quando diversi piloti scioperarono nella gara di qualificazione in Messico, a causa della troppa polvere.

In questo caso il gesto di protesta dei piloti ha voluto comunque essere  un segnale per imporre agli organizzatori un maggior coinvolgimento dei piloti nelle questioni riguardanti la sicurezza. Ma non solo. In discussione c’era anche il significato stesso della gara di qualificazione del sabato, che in effetti ad oggi non ha molto senso. Ogni pilota è infatti qualificato quasi automaticamente grazie alla quota di iscrizione versata e al fatto che ci sono così pochi piloti al via che la gara di qualificazione di fatto non ha quasi nessun valore sportivo. Restano per i piloti solo i rischi di un ulteriore gara, che potrebbero compromettere le manche della domenica. E’ vero che la gara di qualificazione determina la griglia di partenza, ma in Francia abbiamo visto come JorgePrado, che dopo lo sciopero doveva essere nella peggiore posizione di partenza, abbia ottenuto due volte l’holeshot.

Ad oggi quindi, l’unica ragione per cui si mantengono le gare di qualificazione è il pubblico pagante.  Durante il periodo del Covid , il sabato si disputavano entrambe le manche delle cosiddette gare di contorno, come il WMX e le categorie EMX, riuscendo a dare così maggior spazio e importanza a queste gare. Oggi invece il focus del sabato è di nuovo sulle gare di qualificazione del Mondiale, ma non c’è molta enfasi nel riportare i risultati di queste gare,  mentre la domenica è fitta di gare con le 4 manche del Mondiale, e le seconde manche di WMX o EMX per le quali non vi è possibilità di una corretta e completa cronaca di gara. Rintrodurre le prove cronometrate il sabato, valide per la griglia di partenza, potrebbe consentire al pubblico di vedere un buon spettacolo da parte dei protagonisti del Mondiale, senza far correre ai piloti il rischio di una ulteriore partenza e di una gara quasi inutile. 

La speranza è che questa esperienza serva alla fine a trovare maggior dialogo e collaborazione tra FIM, organizzatori, piloti e team.

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