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Il curioso caso di Ken Roczen (e della sua Suzuki)

Redazione
dalla Redazione il 25/01/2023 in News
Il curioso caso di Ken Roczen (e della sua Suzuki)
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La “vecchia”Suzuki RM-Z 450 ringiovanisce nelle mani del pilota tedesco e i tifosi applaudono. L’analisi di Stefano Dami

La Suzuki RM-Z450 è stata presentata nel 2005 e aggiornata una prima volta nel 2008 con l’introduzione dell’iniezione elettronica, mentre nel 2015 è arrivato il Suzuki Holeshot Assist Control (S-HAC). Gli ultimi sviluppi sono del 2018  quando fu rinfrescata l’estetica e aggiornati motore e ciclistica con l’introduzione della forcella Showa da 49 mm.a molle (invecee di quella ad aria) e del mono Showa Balance Free Rear Cushion (BFRC). Dal allora stop assoluto.

Per questo si è parlato così tanto del passaggio di Ken Roczen in Suzuki e dei risultati che sta ottenendo in queste prima gare del SX 2023. Soprattutto sulla scelta di correre con una moto sicuramente non troppo aggiornata negli ultimi anni, che potrebbe non essere tecnicamente all'altezza della concorrenza.

Il tedesco è molto ironico sull'argomento, e non esita a postare foto e commenti che non fanno altro che sollevare ancora di più questo polverone, e alimentano i commenti dei fans, sia quelli a favore che quelli contro alla sua scelta. L'ultimo post Instagram di Ken riporta la frase " Roczen quarto a San Diego" con una foto di un Suzuki dei primi anni ottanta! E poco prima della gara lo stesso pilota aveva postato una foto di una pedivella della messa in moto lucidata, dicendo " nuovi particolari racing"!

Insomma se da un lato nel bene e nel male come dicono l'importante è che se ne parli, dall'altro sui social impazza anche il video di Ken che scalcia faticosamente nelle prove per rimettere in moto la sua RM-Z che si era spenta. E sicuramente dovesse capitare nel corso del main event uno spegnimento accidentale con moto calda e motori sicuramente super compressi, il dato di fatto di non avere il motorino d'avviamento potrebbe essere un problema.

Il curioso caso di Ken Roczen (e della sua Suzuki)

Andiamo però ad analizzare seriamente i risultati e la guida del tedesco in queste prime due gare. Ad Anaheim lo abbiamo visto poco preciso durante i primi giri di gara, spesso lungo nelle serie ritmiche, e molto affaticato da metà main in avanti, come se la moto lo stancasse molto o la condizione fisica non fosse ancora delle migliori. A San Diego invece, complice forse anche una pista leggermente migliore come terreno e con qualche canale in meno ( ma pur sempre segnata) sembrava più preciso, ha tenuto meglio il ritmo fino alla fine e non ha sbagliato quasi nulla, solo sulle whoops non sembrava così incisivo come invece ci ha sempre abituato. Il podio non è arrivato a mio avviso più a causa del non voler rischiare il contatto con Barcia e di non voler affondare il colpo in maniera decisa, piuttosto che a causa di qualche mancanza tecnica.

E bisogna anche dire che in tutte le partenze, sia nelle heat che nelle finali, è sempre partito con i primi dimostrando che anche in quelle fasi la moto c'è. Come lui stesso ha dichiarato sta ancora lavorando con Factory Connection suspension per trovare il feeling ideale, ed anche con il team per raggiungere il miglior compromesso possibile, ricordiamoci anche che è salito sulla Suzuki a poche settimane dal via della prima di Anaheim!

Avrebbe fatto meglio con la sua vecchia Honda!? O con qualche altra moto? Difficile dare una risposta, giocarsi la vittoria con Tomac in queste condizioni e con una Yamaha davvero performante, e con un Webb redidivo e motivato credo non sarebbe facile nemmeno con un'altra moto. Il margine per migliorare ancora c'è,  per provare ad agguantare il primo podio in giallo e riportare Suzuki li sopra come non accade ormai da diversi anni! Diamo fiducia a Ken e riparliamone tra qualche settimana, in fondo io credo ancora che il motocross-supercross sia ancora fatto da uomini piuttosto che da mezzi!

Il curioso caso di Ken Roczen (e della sua Suzuki)

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