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Intervista a Tom Vialle: una stagione folle!

Il pilota francese della KTM ha bissato il titolo Supercross 250 ed è pronto al grande passo in 450. In questa intervista ci racconta come è andata l’ultima folle gara di Salt Lake City e quali sono le aspettative per il National che sta per cominciare
Nella vita ci sono i tipi turbolenti e ci sono i bravi ragazzi. Nel campionato AMA Supercross, Haiden Deegan è sicuramente un tipo turbolento, mentre Tom Vialle è un bravo ragazzo. Non per nulla dividono anche il tifo e hanno polarizzato le ultime stagioni della classe 250.
Con la rocambolesca gara di Salt Lake City, Vialle si è riconfermato campione della 250SX East, un’impresa riuscita in tempi recenti a pochi (Christophe Pourcel, Justin Barcia, Zach Osborne, Chase Sexton) e che lo proietta in 450, classe dove sarà costretto a passare nel 2026. Intanto Haiden Deegan ha vinto la 250SX West, e i due si ritroveranno a breve uno contro l’altro nell’AMA Pro Motocross 250.
Come dice il team manager KTM, Ian Harrison, Tom ha dimostrato una strepitosa solidità mentale, simile a quella di Cooper Webb, fresco campione 450SX. In un campionato di sole 10 gare, lo zero di Foxborough gli ha messo una tremenda pressione addosso, ma il francese non ha perso la calma e si è fatto trovare al posto giusto al momento giusto.
Dopo 5 stagioni mondiali, Vialle è al terzo anno in America e si è ormai adattato alle piste, al format di gara e agli avversari. Tom è un tipo meticoloso, che conosce i suoi limiti e i suoi punti di forza e sa dove può migliorarsi. Non è forse il più veloce in pista ma è probabilmente quello più concreto: non sbaglia sotto pressione ed è capace di mantenere la calma e la concentrazione anche nelle situazioni difficili.

Ciao Tom, innanzitutto complimenti per questa ennesima stagione vincente. Raccontacela dal tuo punto di vista.
La scorsa stagione è stata piuttosto dura. In inverno ho avuto una off-season buona e quindi sono arrivato abbastanza fiducioso alle prime gare. Ma l'inizio della stagione non è stato il migliore per me e solo dalla terza gara ho iniziato ad avere più ritmo e ho iniziato a lottare per il podio e per la vittoria. È stata dura perché ci sono stati molti piloti bravi e veloci durante tutto l'anno. Penso che quest'anno abbiamo avuto sette o otto vincitori diversi. E arrivare all'ultima gara con altri due piloti racchiusi in pochi punti è stato praticamente folle: una gara di 15 minuti avrebbe decretato il vincitore che si sarebbe preso tutto. Quindi si, è stata una stagione dura, ma sono contento che ce l'abbiamo fatta.
Ora che hai avuto il tempo di riflettere sul successo di Salt Lake City, come ti senti rispetto anche al titolo 250SX dello scorso anno e ovviamente ai Mondiali MX2 della tua carriera?
Credo che difendere un titolo sia davvero difficile, hai vinto l'anno prima, quindi devi essere lì davanti tutto l'anno, per tutta la stagione, e arrivare a giocartela fino all'ultima gara. E nel Supercross può succedere di tutto!
La partenza è stata davvero serrata nell'ultima gara, quindi è stato molto impegnativo. È stato stressante per tutto il giorno. È stato molto più stressante dell'anno precedente, perchè avevo la possibilità di vincere il titolo, come gli altri due piloti in lizza e abbiamo visto tutti come è andato il main event, è statoincredibile.
Che mi dici di Deegan? È un pilota pulito e corretto o guida sporco? Sarebbe un problema per te essere nella stessa squadra con lui in futuro?
In realtà quest'anno abbiamo partecipato a due campionati diversi e non ho corso con lui se non nei tre Showdown. Inizieremo a correre questo fine nettimana nel Pro Motocross e vedremo. Comunque, per ora, non ho intenzione di essere suo compagno di squadra.

E come hai visto gli altri piloti della 250, soprattutto negli Shootout?
Come ho detto ci sono stati otto vincitori diversi e ogni fine settimana c’era un ragazzo diverso che vinceva. Non c’è stato qualcuno che ha dominato, non capita spesso che ci siano così tanti bravi piloti nella stessa costa. Se guardi le prime cinque gare, non sapevi praticamente chi avrebbe vinto l'evento principale. Lo scorso anno c’eravamo io e Haiden Degan e qualche altro ragazzo, ma eravamo due o tre piloti in grado di vincere un main event.
Quest’anno la partenza era molto importante, perchè con il main event che dura solo 15 minuti, in tanti potevano vincere. Purtroppo non abbiamo 20 minuti come nella 450, forse ulteriori cinque minuti potrebbero cambiare un po’ le cose. Quindi anche se alla fine ho vinto solo un main event, sono soddisfatto perchè come ho detto, penso che il livello fosse davvero alto.
Ora sarai obbligato a passare alla 450
Non abbiamo altra scelta, ma tutti i ragazzi della 450, sono passati per la 250 come me, e a un certo punto hanno dovuto trasferirsi. Erano tutti piuttosto giovani, tipo Chase Sexton o Jet Lawrenceo e quindi sono davvero felice di trasferirmi. Sono in 250 da molto tempo. Il mio primo anno da professionista è stato nel 2019, anche se nel Supercross è solo la mia terza stagione. Comunque dal 2019 sono passati un bel po' di anni e quindi sento che è ora di una nuova sfida. Non vedo l'ora e sono davvero motivato a correre con la 450.
Trasferirmi negli Stati Uniti è stata una sfida enorme, come cercare di adattarmi al supercross e ora passare alla 450 è un'altra sfida e non vedo l'ora e sono davvero motivato a farcela.
Quest'anno abbiamo visto con Cooper Webb quanto sia importante essere mentalmente forti quando si affrontano piloti che sono forse anche più veloci di te. Sappiamo che anche tu sei mentalmente fortissimo, ma dove ti collochi nella 250 e nella 450 in termini di velocità?
In 250 ci sono solo 10 gare, quindi non hai possibilità di prendertela comoda all'inizio, come puoi fare in Europa o in altri campionati. Devi essere sempre pronto nel Main Event, se succede qualcosa, un incidente o qualcosa del genere, puoi perdere molti punti. Ma se scrivi al limite e spingi al massimo in termini di velocità, puoi facilmente commettere un errore, cadere e perdere molto per il campionato. Non è come la 450, dove puoi fare 17 gare e magari puoi colmare il divario un po' più avanti nella stagione. Ma con 10 gare devi essere lì ogni fine settimana.
In alcune gare in cui non mi sento così bene,, preferisco arrivare secondo o terzo che cercare di lottare come fanno gli altri e magari vincere. Penso che sia anche il motivo per cui ho vinto i miei campionati in Europa, non è necessario essere il più veloce ogni fine settimana per vincere i campionati. Certo, devi essere sempre lì davanti. Nella 250, come ho detto, la gara dura soli 15 minuti, quindi quando ti stanchi, la gara è quasi finita. Non è come in 450 dove la gara è molto più lunga.

In Europa, una delle tue motivazioni era gareggiare contro Jorge Prado. Questo ti motiverà ancora di più nel passaggio a tempo pieno alla 450?
Io volevo passare alla classe 450 in Europa dopo aver vinto i due titoli MX2, m po ho deciso diversamente. Volevo correre nel Supercross e provare a vincere un titolo. Era il mio sogno fin da bambino.
Abbiamo gareggiato insieme solo un anno, nel 2019. Io ero ancora molto giovane e Prado all'epoca era molto più veloce di me. Quindi sarà emozionante l'anno prossimo gareggiare di nuovo contro di lui. Abbiamo percorso due strade diverse, ed entrambi abbiamo vinto due titoli in Europa e ora l'anno prossimo correremo di nuovo insieme. Quindi è davvero bello.
Un'altra domanda riguarda la “French Connection” che c'è in America: ci sono molti francesi che lavorano nel Supercross e ti stanno accanto durante la stagione. Quanto è importante questo aspetto e quanto pensi che Julianne Baumer sia cresciuta quest'anno rispetto all'anno scorso?
Sì, in realtà ci sono alcuni francesi, ma non così tanti. Se devo essere sincero, non ce ne sono molti dove vivo io in Florida. Mi alleno con Marvin Musquin da due anni, soprattutto in inverno, fuori stagione, quando vado in California. E lui viene anche alle gare, ma solo alle gare, perché Marvin vive in California. Per questo penso che mi trasferirò in California piuttosto che rimanere in Florida.
Per il resto non c’è nessun francese nella squadra. Ma non c'è nessun problema, quando ero in Europa per quattro anni, ho lasciato la Francia e sono stato in Belgio e in Olanda. Paesi diversi, persone diverse e mi sento bene con tutti.
Certo, ogni tanto è bello parlare francese e come ho detto, Marvin mi ha aiutato molto per il Supercross, aiutandomi a migliorare la mia tecnica.
Adesso inizia il campionato Pro Motocross, pensi di poter mantenere il tuo stato di forma per competere per il campionato americano outdoor?
Voglio davvero lottare per il titolo. Lo scorso anno Deegan ha preso subito un bel margine dopo tre gare. Quindi stavo lottando con lui, ma da molto, molto lontano direi. L'obiettivo è avvicinarsi molto di più e ci riuscirò.
Devo imparare anche il format delle gare, che è davvero veloce. Sono solo un paio di giri al mattino e poi si va direttamente alla gara ed è un approccio molto diverso da quello che avevamo in Europa. Quindi ora, due anni dopo, mi sento molto meglio. Conosco meglio le piste e sono molto più forte fisicamente e mentalmente. Dopo i due titoli in Europa e I due titoli Supercross, l'unico campionato che mi manca nella 250 è il National. Quindi sarebbe un sogno poterlo realizzare nell’ultimo anno in 250.
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