Husqvarna FC 450

Husqvarna è vicinissima nella tecnica a KTM, soltanto con plastiche tutte sue e parte della componentistica differente: ad esempio il manubrio, che qui è ProTaper, o le ruote che sono D.I.D. Il motore è più leggero, con un peso di appena 26,8 kg, ed è stato inclinato di 2° all’indietro per centralizzare ulteriormente le masse in favore di una maggiore maneggevolezza. La frizione DDS con molla a diaframma è dotata di una campana monopezzo in acciaio fresato CNC e la scatola del cambio è tutta nuova, anche perché integra ora il sensore del Quickshifter, attivabile da un tasto al manubrio.

Il telaio per il 2023 ha un nuovo sostegno dell’ammortizzatore, non più collegato al tubo principale, che migliora il comportamento “anti-squat” della ciclistica. Composto al 60% da poliammide e al 40% da alluminio, il nuovo telaietto posteriore pesa appena 1,8 kg. La forcella ad aria da 48 mm ha un nuovo tampone idraulico di fine corsa, attivo negli ultimi 40 mm di escursione, mentre l’ammortizzatore WP XACT pesa 100 g in meno ed è 15 mm più corto di prima, con escursione ruota invariata a 300 mm.

L’ergonomia è stata rivista con una sella più piatta e nuove pedane montate più strette ma con area di contatto più ampia.

Come va

Stefano Dami: "La cosa che noti subito appena metti i piedi sulle pedane è la corta distanza rispetto alla sella, che la rende “piccola”, meno accogliente per chi è più alto: cede parecchi cm a Yamaha (quasi 5 cm nelle misurazioni che abbiamo fatto). A livello di guida è ottima, vale quel che si può dire per KTM: il motore resta ottimo, e anche se il nuovo Yamaha ha più che colmato il gap gli austriaci mantengono il plus della frizione idraulica. A livello ciclistico, invece, il compromesso tra stabilità e maneggevolezza si è spostato verso la seconda.

La nuova FC è leggermente più morbida di sospensioni rispetto alla SX-F, specie quella che è arrivata al nostro test con la taratura sport, dedicata ai piloti veloci, qui comunque la differenza è meno marcata che sui 250. Abbiamo notato che le forcelle ad aria, con le temperature molto fredde del mattino, facevano molta fatica a mantenere la linea sul fondo viscido, anche a basse velocità con poco carico. Nella prima parte lavora diversamente rispetto alle molle e quando non c’è il canale dà meno sensibilità e meno fiducia, specie nei cambi di direzione".

Pablo D’Aniello: "Trovo che il motore abbia fatto dei bei progressi, spinge forte in alto ed è ancora più rotondo in basso; in più la frizione idraulica non ti molla mai. La guidabilità è migliorata ma non è ancora così intuitiva come sulle giapponesi, e anche la forcella ad aria sulle minime non lavora ancora come le molle; a me comunque il pacchetto austriaco MY23 nel complesso piace".