Moto
Test Husqvarna TE 310 Antoine Meo. Piccola peste
il 18/01/2012 in Moto
Iniezione Keihin, compressione aumentata e ciclistica estrema: la ricetta vincente di Antoine Meo

Il mono Husky è di soli 304 centimetri
cubi. Il più piccolo 4T della E2. Per
farlo andare più forte si è lavorato
sulla testa ma, soprattutto, sull'iniezione,
una Keihin di tipo batteryless
che prefigura quella montata sulle Cross
2012, (la batteria però rimane, per il bottoncino).
Il tubo di scarico è studiato
per privilegiare la spinta agli alti, viene
inoltre aumentata la compressione, lavorando
sulle guarnizioni del motore.
E la frizione? Di serie.
Per la ciclistica, si vive nel segno della continuità con ciò che era già stato sperimentato nel 2010. Il link ha 10 mm in più di corsa e una progressione diversa: il mono è più morbido nel primo tratto e più caricato alla fine. Anche il telaio è frutto di uno sviluppo continuo: accompagna il fenomeno francese dal 2009-2010, con vari aggiornamenti. Le piastre di sterzo presentano valori di interasse e off-set a prima vista sballati: 185 e 15 mm, contro quelli standard di 200 e 25! Contento lui... I dischi freno sono Braking da 260 mm e 240 mm, mentre la pinza Brembo Racing ha pistoni più grossi rispetto a quella di Salminen.
Ecco, le due Husky campioni del mondo sono davvero differenti. Quella di Antoine è durissima nel setting delle sospensioni, una moto rigida e reattiva. È una bestia da campioni e come tale va guidata. Rispetto a quella di Juha trasmette molta meno sicurezza, perché le geometrie dell'anteriore, che la rendono rapidissima in ingresso curva, alla fine la penalizzano nella stabilità. Affrontando le discese sconnesse l'avantreno tende a sbacchettare da matti. Anche il posteriore sembra assurdo: mentre la TE di Salminen ha una escursione molto progressiva, quella di Meo tende di più a rinculare, ad esempio in quelle situazioni dove c'è un gradino, oppure una sponda veloce con dentro uno scalino. Ecco, Antoine attutisce i colpi più di corpo che non di ciclistica! Pur essendo in certe situazioni più veloce, una moto così reattiva rimane comunque più impegnativa e può portare più spesso all'errore.
Il motore è tutto sommato normale, molto lineare su tutto l'arco di erogazione. Antoine ama farlo frullare agli alti regimi ma, rispetto a una 450, la cubatura inferiore si sente. Non ci sono dubbi, Antoine ha puntato tutto sull'agilità in sella, costruendosi una moto non facile, ma di certo efficace per il suo talento e la sua velocità di percorrenza in curva. Ha vinto e ha dato spettacolo, quindi... ha ragione lui.
Per la ciclistica, si vive nel segno della continuità con ciò che era già stato sperimentato nel 2010. Il link ha 10 mm in più di corsa e una progressione diversa: il mono è più morbido nel primo tratto e più caricato alla fine. Anche il telaio è frutto di uno sviluppo continuo: accompagna il fenomeno francese dal 2009-2010, con vari aggiornamenti. Le piastre di sterzo presentano valori di interasse e off-set a prima vista sballati: 185 e 15 mm, contro quelli standard di 200 e 25! Contento lui... I dischi freno sono Braking da 260 mm e 240 mm, mentre la pinza Brembo Racing ha pistoni più grossi rispetto a quella di Salminen.
Ecco, le due Husky campioni del mondo sono davvero differenti. Quella di Antoine è durissima nel setting delle sospensioni, una moto rigida e reattiva. È una bestia da campioni e come tale va guidata. Rispetto a quella di Juha trasmette molta meno sicurezza, perché le geometrie dell'anteriore, che la rendono rapidissima in ingresso curva, alla fine la penalizzano nella stabilità. Affrontando le discese sconnesse l'avantreno tende a sbacchettare da matti. Anche il posteriore sembra assurdo: mentre la TE di Salminen ha una escursione molto progressiva, quella di Meo tende di più a rinculare, ad esempio in quelle situazioni dove c'è un gradino, oppure una sponda veloce con dentro uno scalino. Ecco, Antoine attutisce i colpi più di corpo che non di ciclistica! Pur essendo in certe situazioni più veloce, una moto così reattiva rimane comunque più impegnativa e può portare più spesso all'errore.
Il motore è tutto sommato normale, molto lineare su tutto l'arco di erogazione. Antoine ama farlo frullare agli alti regimi ma, rispetto a una 450, la cubatura inferiore si sente. Non ci sono dubbi, Antoine ha puntato tutto sull'agilità in sella, costruendosi una moto non facile, ma di certo efficace per il suo talento e la sua velocità di percorrenza in curva. Ha vinto e ha dato spettacolo, quindi... ha ragione lui.
Test Husqvarna TE 310 Antoine Meo. Piccola peste
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