Supercross
AMA Supercross 2025 - Tampa: l'analisi di Stefano Dami

Le sorprese in questa stagione Supercross sembrano non finire mai e anche a Tampa i risultati non hanno rispecchiato quelle che erano le aspettative iniziali
Se in settimana la notizia più importante era stata la conferma purtroppo della rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro di Jett Lawrence e della conseguente operazione che lo terrà fuori per tutta la stagione Supercross, qui a Tampa i colpi di scena sono continuati.
Il primo è stato il duro colpo subito da Eli Tomac nelle qualificazioni del pomeriggio: in uscita da una curva il pilota Yamaha “zampetta” a terra pericolosamente ed esce dolorante mettendo in dubbio anche la sua presenza al serale. In realtà Eli è un duro e seppur zoppicando vistosamente riesce a correre ed a racimolare qualche punto: con la sua esperienza sa che a fine campionato tutto può servire, e la cosa importante oggi era aver scongiurato un infortunio più grave, e così dovrebbe essere visto che è riuscito a correre.
La gara è stata poi ricca di cadute e colpi di scena, ed un ruolo determinante lo hanno avuto i doppiati. In una pista molto tosta tecnicamente, dove alcune sezioni hanno fatto la differenza ( come ad esempio la sand zone ), la differenza tra i primi e gli altri era maggiore rispetto ad altre gare. Così i primi doppiaggi sono iniziati già verso metà gara, ed il problema è che non si trattava di singoli piloti ma di gruppetti in lotta tra loro che spesso non si attenevano troppo alle regole in merito alle bandiere blu. Invece di rallentare e farsi da parte, spesso questi piloti tentavano di approfittarne per sorpassare a loro volta i diretti rivali. Questo ha causato la caduta di Roczen, che stava lottando per il podio ma è entrato in collisione con un doppiato proprio nel tratto sabbioso, con grandi responsabilità a mio avviso da parte di quest’ultimo. Anche Sexton, prima di cadere sulle whoops a causa di un suo errore, aveva disperso gran parte del suo vantaggio proprio a causa dei continui sorpassi ai doppiati che non davano strada facilmente. Questo ha consentito a Malcolm Stewart di ricucire velocemente lo strappo e quando Chase è caduto il pilota Husqvarna era ormai pronto al sorpasso. Ma non voglio togliere i meriti al ragazzone fratello di James, che è riuscito finalmente a vincere il suo primo main event nella classe 450. Ha guidato da paura, senza sbavature e con una velocità specialmente sulle whoops superiore a tutti i suoi avversari. Successo strameritato, e chissà che questo possa dare quell’iniezione di fiducia che era un po’ mancata in queste prime quattro gare. Il campionato è ancora lungo e c’è tutto il tempo per riportarsi nelle posizioni importanti.
Sexton guida ancora il campionato, nonostante dopo la caduta sia finito fuori dal podio con problemi alla moto dovuti secondo il comunicato KTM proprio al crash (ma onestamente già prima della caduta mi era parso che qualcosa non funzionasse a dovere sul suo monoammortizzatore, e forse anche per questo Chase aveva perso tutti quei secondi). Un grande Webb, che qua ha corso in rimonta con un bel ritmo chiudendo secondo, insegue il pilota KTM nell’assoluta staccato di 5 punti, mentre hanno perso terreno chiaramente sia Tomac che Roczen. Il tedesco dopo la caduta non è più riuscito a riavviare la sua Suzuki: il bottoncino sarebbe stato fondamentale ed avrebbe forse consentito di perdere qualche punto in meno.

Le cadute non hanno risparmiato neppure il debutto della East Coast della classe 250. Tanti i nomi da tenere d’occhio in una costa che si preannuncia anche più agguerrita della West. Per la prima volta i due campioni uscenti, Vialle e Hampshire, si ritrovano schierati insieme a difendere i rispettivi titoli. E poi il duo Kawasaki ProCircuit McAdoo/Hammaker che promette scintille, e lo squadrone Yamaha composto da Anstie/Bennick/Pierce Brown/Trasher che sembrano più una squadra di basket che di motocross!
Qui l’ha spuntata un veloce Max Anstie, concreto per tutta la serata e che ha sfruttato la caduta del suo compagno di team Brown che stava conducendo il main event. Il cruento crash sulle whoops (per lui frattura della vertebra T5 già operata per stabilizzarla) ha causato anche la bandiera rossa, così la ripartenza in fila indiana come prevede il regolamento ha consentito al gruppo di ricompattarsi. Alla fine non ci sono stati scossoni, con Bennick secondo al traguardo seguito dalla coppia Kawasaki McAdoo / Hammaker. Quarto Vialle, fuori per una caduta Hampshire. Per loro il campionato parte subito in salita.
Tampa ha segnato il rientro in gara di Austin Forkner in sella alla sua nuova moto, la Triumph. Non sappiamo se i lunghi mesi fuori richiedano un po’ di tempo in più per ritornare il pilota che tutti conosciamo, ma il timore è che l’ultimo bruttissimo infortunio lo abbia segnato. A parte la velocità che ancora non c’è ma magari potrebbe essere solo questione di tempo, di ritrovare la giusta condizione ed il feeling con la moto nuova. Ma Austin non sembra più lui, è proprio cambiata la sua guida, più rigida, impacciata, con movimenti sulla moto dettati sembra da dalle condizioni fisiche non più ottimali che ne limitano lo stile. Speriamo non sia così, che possa ritornare ad essere il pilota che tutti abbiamo ammirato!
Prossimo appuntamento Sabato 15 Febbraio a Detroit!
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