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World Supercross Championship: sarà vera gloria? - L'analisi di Stefano Dami

Redazione
dalla Redazione il 06/11/2023 in News
World Supercross Championship: sarà vera gloria? - L'analisi di Stefano Dami
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Il campionato si era aperto il 1 Luglio in Inghilterra, e dopo l'annullamento dei 3 GP previsti a Singapore, Germania e Canada, la seconda prova si è disputata lo scorso weekend ad Abu Dhabi. Sollevando più di qualche perplessità

Dopo alcuni mesi di stop è tornato il WSX, con la tappa appena corsa all'Etihad Arena di Abu Dhabi. Ricordiamo che il campionato si era aperto il 1 Luglio in Inghilterra, e dopo l'annullamento di 3 GP previsti a calendario (Singapore, Germania e Canada),  la doppia gara di Melbourne, in Australia, di fine Novembre, chiuderà il World Supercross 2023.

I risultati di Abu Dhabi già li conoscete, con un Roczen che ha perso la testa del campionato a favore del vincitore della tappa araba Savatgy, mentre nella SX2 a comandare è Max Anstie, con un bel vantaggio sul campione in carica McElrath.

Ma a parte i risultati sportivi, oggi volevo fare alcune considerazioni su quanto visto nell'ultima gara e più in generale su questo nuovo mondiale supercross voluto dalla FIM e portato avanti dal promoter SX Global.

Anche se dalle dichiarazioni dei protagonisti non c'è mai stata una vera competizione con quello che è insindacabilmente il campionato supercross più importante al mondo, ovvero l'AMA SX, è chiaro che il confronto va fatto perché il successo di uno va inevitabilmente a scalfire la credibilità e la forza dell'altro.

Gli obbiettivi di SX Global sono quelli di far conoscere e portare il supercross nel mondo a livello globale, andando a toccare più continenti, anche quelli dove il supercross non è magari conosciuto e sviluppato, proprio come Abu Dhabi ad esempio.

E per farlo sono stati messi sul piatto investimenti economici importanti, che garantiscono ai 10 team scelti ed ai 40 piloti partecipanti buone prospettive sia economiche che di visibilità. Trasferte pagate, compresi biglietti aerei e trasporto delle casse per i materiali, ricchi montepremi per team e piloti, tutte le comodità del caso, immagine curata e copertura mediatica per poter vendere questo campionato ai propri sponsor. Insomma buone prospettive di crescita e di guadagno per tutti. Fin qui tutto bello e giusto!

World Supercross Championship: sarà vera gloria? - L'analisi di Stefano Dami

Ed il primo round corso in Inghilterra è stato di fatto piacevole e ben riuscito, con i piloti che hanno offerto un bello spettacolo ed il pubblico soddisfatto di quanto visto. Anche senza i top rider di specialità, perché se escludiamo Roczen, Wilson, Hill e Savatgy per la 450 ed Anstie e McElrath per la 250, tutti gli altri piloti americani ingaggiati sono fuori dalla top ten dell'Ama sx. Ma sappiamo che per garantire un bello spettacolo al di fuori dell'America questi piloti, uniti ai migliori interpreti francesi ed australiani, sono più che sufficienti. Tralasciando l'aspetto puramente statistico di assegnare un titolo di campione del mondo supercross senza gran parte dei migliori specialisti.

Ma già l'annullamento in contemporanea di 3 GP non aveva fatto presagire il meglio, con la gara di Abu Dhabi credo di poter affermare che il meccanismo ha messo in mostra le prime grosse lacune, su cui bisognerà lavorare e superare presto per non ricaderci più, rischio la credibilità dell'intera serie.

In primis il tracciato, non degno di una prova di campionato del mondo di supercross. In una pista corta, monotraiettoria e senza difficoltà tecniche importanti per piloti di quella caratura, le finali sono state caratterizzate da dei trenini di piloti incapaci di superarsi. Inoltre il cancello di partenza era costituito da solo 8 posti, e tutti i restanti piloti schierati dietro in seconda fila. A mio avviso scelta non idonea ad una gara così, si poteva fare la partenza all'esterno, visto che comunque una piccola parte del circuito si snodava fuori dall'arena. E sfruttare meglio lo spazio interno per creare una pista più selettiva.

Vedere Roczen faticare 3/4 giri per sorpassare Friese, tamponandolo quasi nelle curve più strette, quando in una normale pista di SX prenderebbe un giro dal tedesco al termine di un normale main event, non è un bello spettacolo. Ed anche i piloti stessi, nonostante i guadagni sicuramente importanti, credo sarebbero più entusiasti di poter esprimere il loro valore in piste adatte alle loro qualità.

Anche perché qua non si tratta di un SX Tour o di una gara di Adac Supercross, dove si sa che le piste sono così perché i palazzetti Europei sono piccoli e non si può di certo pensare di correre all'aperto nel periodo invernale.

Qua la possibilità di scegliere location diverse, anche visto gli investimenti economici messi in atto e la titolarità del campionato, c'è e va valutata meglio.

World Supercross Championship: sarà vera gloria? - L'analisi di Stefano Dami

Se lo spettacolo presentato al pubblico presente (purtroppo nemmeno così numeroso a vedere gli spalti) è stato questo, non è andata molto meglio agli appassionati che hanno visto la gara sulle varie piattaforme, visto che oltre allo show deludente, ci si è messa anche una regia che ha fatto diversi errori.

Il più grande nel corso della seconda finale SX2, dove hanno continuato ad inquadrare il francese Desprey per oltre metà gara come leader della finale (il tutto confermato anche da una classifica provvisoria sbagliata riportata in sovrimpressione), quando in realtà era caduto in partenza e si trovava a centro gruppo. Addirittura gli viene anche data la bandiera a scacchi per primo, andando un pò a falsare i reali risultati di quella manche, con le classifiche poi rimescolate in qualche modo successivamente.

Un errore grossolano e banale, che non ha riguardato purtroppo solo la regia televisiva ma anche tutta la direzione gara presente sul posto.

Insomma bisogna rivedere alcune cose, e sicuramente Melbourne sarà molto meglio. Ma questi passi falsi si pagano e lasciano malcontento generale, soprattutto quando bisogna ancora dimostrare di avere tra le mani un prodotto vincente ed appetibile per gli investitori. Perché in tempi difficili come quelli che stiamo attraversando ci vuole tempo e pazienza per crescere, ma basta un attimo per rovinare tutto.

E queste non sono critiche, ma piuttosto considerazioni di un tifoso ed appassionato, viste dall'esterno. Perché dispiacerebbe vedere naufragare un progetto, che sulla carta può vivere e crescere, per scelte che non sono nemmeno riconducibili a tentativi di risparmiare qualcosa o di spendere meno.

Non è facile e lo capisco bene, ma bisogna provare a tenere più in considerazione i fattori che permettono poi ai primi attori, e cioè ai piloti, di mettere in scena lo spettacolo. Mettere i piloti sempre e comunque al primo posto, credo sia questo il fattore da considerare per migliorare ancora!

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