Moto
Kove 450 Rally: tutto quello che avreste voluto sapere... VIDEO
... ma non avete mai osato chiedere. Roberto Ungaro, che l'ha guidata, analizzata e vivisezionata in ogni dettaglio, ci spiega tutti i perché e i percome della moto offroad più attesa dell'anno
La Kove mania è scoppiata durante l'ultima edizione di EICMA, quando, oltre ad ammirare tutta la gamma del giovane marchio cinese, la Kove 450 Rally è diventata la moto più discussa, ammirata, criticata di tutte. Adesso abbiamo potuto finalmente testare il primo prototipo (o comunque una versione simile a quella che sarà commercializzata a partire da settembre) e per farlo ci siamo serviti di Roberto Ungaro, un pilota e tester che non ha certo bisogno di presentazioni.
A lui abbiamo chiesto di raccontarci sia come va la nuova Kove 450 Rally. Primo dilemma: questa moto è una dual, oppure una pro? Quando la vedi dal vivo, come dice Roberto in questo videotest, è più vicina al racing, ma è una questione di sfumature. C'è un'architettura molto semplice, che ha dei forti debiti nei confronti di KTM (vedi il telaio), ma reinterpretata in salsa cinese. Già, perché i cinesi (che ormai sono sempre più bravi) sono così: prendono come il riferimento il benchmark del mercato, e lo fanno loro, rielaborandolo in modo originale.
In questa moto ci sono influenze racing pro, ma anche notevoli indizi che fanno propendere verso l'utilizzo dual (come un serbatoio dell'olio davvero capiente).
Di sicuro ci sono tre elementi incontestabili: questa moto è davvero ben rifinita. E ha un prezzo assolutamente imbattibile per qualunque rivale: 8.990 euro. E soprattutto, è una moto molto furba: strizza l'occhio a entrambi i pubblici (quello in cerca di una dual, e quello in cerca di una specialistica), cercando di accontentare entrambi.
COME VA
lA Sella altissima ma l'ergonomia molto bella, con un passaggio fantastico da seduti a in piedi, molto rallystico. C'è tanto sterzo su questa Kove 450, e il manubrio è molto ben posizionato. Da fermi magari può mettere in difficoltà, ma quando si va in moto, ma musica cambia.
Nei primi metri è una moto davvero pro, una enduro da gara, nonostante il plexi più alto: vibrazioni, ruvidità, carattere. Tutta la rapportatura è più distesa, pensata per la strada, e ha una sesta molto staccata dalla quinta, pensata per i trasferimenti. Insomma, nei primi chilometri la bilancia pende dal lato pro, più che da quello dual.
La moto si muove bene, è davvero un prolungamento del corpo: la sospensione posteriore lavora bene, peccato per l'anteriore che non "incassa" come dovrebbe le asperità del terreno (specialmente in fuoristrada). Ma lasciamo a Kove il beneficio del dubbio, dato che abbiamo testato una moto pre-serie e quindi non ancora definitiva.
Il motore, infine: molto dolce, ha una potenza diluita, liquida. Sembra pensato per i neofiti, ed è quindi piacevolissimo. Ma per chi ha un po'di mestiere e vuole "attaccare" il bosco, sente il bisogno di più sostegno, di quella grinta e di quella coppia che magari si trova in altri quattroemmezzo. Non è che la Kove 450 non vada, ma la manca qualcosina.
Ma alla fine, dove la posizioniamo? Come sensazione e feeling, questa moto pende di più verso il Pro. Per vedere una vera dual, forse dovremo aspettare la sorellona 800, che vedremo nei prossimi mesi.
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