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Enduro 2T o 4T? La sfida tra Beta RR 200 Enduro e Sherco 300 SE-F Factory
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Per chi arriva dal 125 e non vuole fare il passo più lungo della gamba, ecco una 200 2T e una 300 4T, “mezze cilindrate”… dal gusto pieno! Scoprite quale fa per voi: la agile Beta RR Enduro o la più aggressiva Sherco SE-F Factory?
D'accordo, d’accordo: sono finiti i tempi in cui passavo sotto il ponte di Cantalupo, nel milanese, e trovavo ragazzi di ogni età in bagarre tra motorini preparati e fiammeggianti... magari più negli adesivi che non dagli scarichi. Come dite? Lo so, basta un pizzico di nostalgia per cadere nei cliché. Ma siamo onesti: il connubio tra moto e giovani è in crisi, e non è colpa di nessuno: i tempi cambiano, le mode passano. Avanti Playstation e smartphone, largo ai gamer di Fortnite e Call of Duty... ma i miei coetanei, quelli del ponte di Cantalupo?
Cercavamo il miglior mezzo per traghettare gli ex possessori di 50 e 125 verso qualcosa di più “vero”, ma sempre gestibile. Ne abbiamo trovati due: la Beta 200 RR Enduro 2T e la Sherco 300 SE-F Factory 4T. Cilindrate "ibride" che sfidano i pregiudizi
Terre di mezzo
Perché i ragazzi come loro non sono più in moto? Abbiamo pensato a tutti quelli che, come loro, hanno avuto il fuoco della passione, e a cui resta magari la brace. Erano passati dal cinquantino al 125. E ora? Poco non basta e tanto è troppo, si dice sempre: e noi abbiamo voluto collocare la nostra prova nel mezzo. Rovistando nei listini alla ricerca del miglior compromesso adatto a traghettare gli ex possessori di 50 e 125 verso qualcosa di più “vero”, ma sempre gestibile. Ne abbiamo trovate due: la Beta 200 RR Enduro 2T e la Sherco 300 SE-F Factory 4T. Due moto ibride nella cilindrata e che sfidano i pregiudizi sulle moto “troppo semplici”.
La prima è la risposta della Casa fiorentina alle richieste di buona parte del pubblico degli appassionati, vero bacino di questo sport: la moto ideale per chi vuole una “super-125”. La seconda è invece figlia del mondo racing moderno: si propone come il miglior compromesso tra peso, potenza e fruibilità; e per quanto facile, è tranquilla per modo di dire: tre anni fa Matthew Phillips ci ha vinto il titolo EnduroGP. Insomma: questo confronto ci ha davvero solleticato per tante ragioni, non solo per l’intramontabile dibattito “meglio il 2T o il 4T?”.
Duecento a 2T o trecento a 4T? Due cilindrate "ibride" e fuori dagli schemi, ma che hanno subito convinto smentendo i pregiudizi sul "troppo poco": la Betina è fra le nostre preferite della gamma 2020, la Sherco ha vinto il titolo EnduroGP 2016
Benzina o miscela?
OK, potrei non essere il tester ideale dato che di gare anche internazionali, dopo quelle domeniche sotto il ponte di Cantalupo, ne ho corse parecchie. Per questo mi sono portato Edo, un crossista dalla manetta giusta ma quasi del tutto a digiuno di enduro.
Lui parte sulla Sherco, dove si trova subito bene: la piega del manubrio è comoda, i comandi a portata di mano. Soltanto la presa sulle pedane è più complicata: il loro attacco al telaio è un po’ esposto, e obbliga a mettere i piedi più larghi del solito: di conseguenza le gambe stringono poco la moto nella guida in piedi. Edo mette i puntini sulle i: “La frizione funziona bene e stacca al punto giusto senza allungare mai… ma quanto è dura?” Non ha tutti i torti, anche perché al confronto quella della moto toscana è davvero di burro.
La Beta RR Enduro ha però una impostazione di guida meno tradizionale. Ti siedi e qualche quota (cannotto di sterzo, pedane e altezze varie) non corrisponde ai canoni classici, con una triangolazione manubrio-sella-pedane più compatta. Niente di troppo stravagante e la sensazione “scomoda” sparisce comunque dopo pochi metri, lasciando spazio a un feeling di guida che aumenta nei tratti più enduristici del tracciato. Anche i freni sono decisamente più confortevoli: modulabili e potenti allo stesso tempo, rispetto a quelli fin troppo aggressivi e con poca corsa della SE-F.
Cambiano impostazione in sella e attitudini, ma sono proprio i due motori a fare la differenza più grande fra la Beta e la Sherco, rendendole estremamente diverse nella guida
Mulattiera o fettucciato?
La moto francese ha sicuramente nel motore il suo punto di forza: ha una rotondità e una progressione che aiutano non poco nei tratti più scivolosi. È il classico motore “elettrico”, presente a ogni richiamo del gas e che aiuta a superare l’ostacolo sia in mulattiera che nel fettucciato. La Beta ha una risposta del gas più da ricercare, e in mulattiera ti fa pensare di più al rapporto da inserire: d’altronde è pur sempre un 2T di piccola cubatura. Infatti puoi tirargli il collo come a un 125, e allora diventa veramente divertente da utilizzare nei tratti più crossistici; se invece la situazione si complica e devi sollecitarlo ai medi regimi, risponde con un discreto sotto-coppia, un buon grip e tanta trazione.
Molto diverso anche il feeling di guida: la francese rimane più piantata, e decidere di cambiare traiettoria all’ultimo secondo non è così semplice, come pure percorrere le “esse” strette; l’italiana invece è un giocattolino, e per compiere spostamenti laterali basta il pensiero. “Alt”, mi ferma Edo, “sia chiaro: anche la Beta è stabile e sicura nei tratti veloci, ma lo senti meno perché ha dalla sua anche una grande agilità”. “Certo”, rispondo io, “però dove il fondo è bucato non riesco a forzare il ritmo come con la Sherco”.
Vanno benissimo per l'amatore desideroso di fare scampagnate senza temere ostacoli, ma entrambe queste moto hanno una base racing: non c'è gesto tecnico che sia loro precluso
L'importante... è andare in moto!
D’altronde è evidente il gap tra il setting delle due forcelle. Le KYB montate sulla moto blu rimangono molto più sostenute nonostante un’ottima scorrevolezza nel primo tratto di corsa, mentre le ZF della Beta sono decisamente troppo morbide se si vuole forzare tra i buconi della pista. Discorso analogo anche per i due monoammortizzatori. Insomma: quando si vuole smanettare il vantaggio è della Sherco; se al contrario se l’intento della giornata è quello di fare una felice scampagnata in mulattiera, allora la RR 200 Enduro, con i suoi 100 kg di peso e la sua totale assenza di inerzie, rende la vita decisamente più semplice.
Non è facile battere la semplicità di utilizzo del 2T per il giro domenicale: ma se si ha voglia di girare un po’ più drasticamente la manopola del gas, la 300 SE-F è un’ottima opzione: potente, veloce ma anche fruibile in mulattiera dalle mani meno esperte. In comune queste due moto hanno una cosa: tutte e due sono adatte a risvegliare la passione per l’enduro.
Il nostro radar evidenzia le differenze di impostazione tra i due modelli, con la Beta che emerge per l’ottimo feeling mentre la Sherco spicca per la versatilità del suo motore e la qualità del pacchetto ciclistico, in particolare lato sospensioni mentre Beta recupera su freni e bilanciamento generale. Voti alti e grande equilibrio complessivo anche lato guida, con Beta più agile e Sherco più stabile. Tirando le somme l’italiana ha una leggera preferenza, ma alla fine è davvero una questione di gusti.
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